As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

mercoledì, luglio 13, 2005

Cose dell'altro mondo, ovvero l'imberbe teen nella fenomenologia dei Perturbazione.


E' solo perchè
porca puttana mi son proprio innamorato di te

Quando uscì l'album dei Pertubazione, qualche mese fa, le mie impressioni furono tutt'altro che positive.
Il gruppo in sé non ha mai risvegliato, negli anni, un interesse extraordinario ai miei occhi, e il cd non rappresentava certo una pietra miliare nei miei ascolti.
Anzi.
Si aggiunga che l'accostamento dei 'nostri' ai bau è perenne e continuamente sbandierato ai quattro venti, e si avrà la mia considerazione generale dei metereopatici in questione.
Il burro in culo, gli sms, l'attitude volutamente naif mi dà ampiamente fastidio, perché discettare in questo modo di argomenti più o meno serii può essere divertente ma poco edificante, e comunque lontano, lontanissimo dalla classe stratosferica che quelli di Montepulciano hanno insita nel loro 'musicare'.
Trovo stupido creare ad arte un mondo da sedicenne alle prese con la prima cotta, forzando volutamente i toni, non trovando dentro di sè l'argomento e la pulsione emozionale che spinge un imberbe teen a scrivere poesie alla propria amata mentre nel segreto della sua camera dedica intere ore alla masturbazione solitaria per soddisfare il proprio amore claudicante.
Voglio dire.
1) Se vuoi scrivere di questo mondo devi viverci dentro, non puoi cercarlo dentro di te, tra i tuoi ricordi, e farne una canzone, un album, una discografia.
Ne risulta artefatto.
2) Il tema è divertente, d'accordo, chi di noi non si guarda indietro e non ritrova sé stesso al liceo alle prese con quello che sembra l'amore della propria vita e dopo dieci anni, rivedendol* per strada, neanche l* riconosce.
Però devi scegliere il piano dialogico: nel senso, o mi parli della struttura alta di quell'amore, dei paragoni alle stelle del cielo o ai prati fioriti di maggio, o mi parli delle seghe chiuso in bagno al ritorno da scuola.
L'imberbe teen infatti si rivolge al giovine compagno di banco illustrando nei dettagli il coito che sogna la notte di consumare con la propria irraggiungibile bella, mentre rivolgendosi alla signorina in questione ne decanta lodi immanenti e le illustra la sua estraneità alla razza umana: lei, ne è certo, è una creatura trascendente.

Il perturbatore deve scegliere ove collocarsi.
Non puoi mischiare i due piani, passare dall'uno all'altro, usando solo un linguaggio volgare, evidente segno di scarsa cura dei testi musicali.
O forse tentativo estremo di colpire al cuore nel modo più banale e ingenuo possibile.
Ma che, pensi che mi compro l'album perchè mi dici che io ho il burro in culo e l'animale no?
Ma vaffanculo, va.

Il perturbatore, a mio avviso, non ha la classe di un baustello. Perchè il baustello, nel cantare il disincanto provincial-snob anni '70-'80 della provincia italica nello statico divenire della contraddizione in termini che uso sempre per designare il miglior gruppo pop mai apparso nella nostra penisola, ci è dentro.
Il baustello sogna fuori moda di essere Alain Delon.
Il baustello è disadattato, va in discoteca per sbaglio e spera che torni la moda del lento.
Il baustello vede gli alberi del parco e ne trova le lacrime.
Il baustello nell'83 a Rimini ci è finito veramente.
Il baustello non finge. Il baustello soffre di quest'amaro disincanto, aggrappandosi ai residui di un mondo che vive solo nei suoi ricordi. Ricordi veri, ricordi esistenti, ricordi tangibili.
Il perturbatore questi ricordi li costruisce ad arte. E cerca di colpirmi al cuore con una parolaccia.
E no, così non va.

Però l'album è bello, accipicchia.
Musicalmente niente da eccepire.
Lui è pure stonato al punto giusto. Forse pure troppo.

'Seconda persona' mi piaceva parecchio, eh? L'ho pure messa nella mia personale compilation dell'estate.
Solo che tutti parlavano di 'Se mi scrivi' come il potenziale singolo.
Ridevo di cuore a questa affermazione.
Perchè aspetto un esseemmeesse come se piovesse è una frase banale per una canzone che deve spaccare, per quanto sia pop, capace di scriverla pure un ragazzino di 9 anni in quinta elementare.
Perchè l'sms quand'è arrivato m'ha fatto conquistare una ragazza che bramavo da anni, perchè aiuta quelli come me timidoni timidoni, ma dopo un po' diventa una gran rottura di balle.
Sopratutto quando ti imbatti nella 18enne che li scrive a 200 km/h e tu sei ancora lì che cerchi il tasto 'risposta' nel menu.
E se non rispondi presto ti tempesta di squilli e tu bestemmi il padreterno, ricordando di quando il telefonino non c'era e se ci vediamo a scuola bene, e sennò come vuole il destino. O chiami a casa finchè non risponde lei. Che tanto costa pure di meno.
Beh, sapevo che non mi sarebbe piaciuta, 'se mi scrivi', perchè dal testo troppo scontato, con la parolaccia messa lì a casaccio, con l'sms che, è vero, lo aspetto come se piovesse, ma che a lungo andare lo odio quando arriva.

E invece ieri per caso mi si apre il file di 'se mi scrivi'.
Malosaichenonèmale?
Magari la rimetto un'altra volta.
Oh, la rimetto.
Ma che me frega, premo 'repeat' e mi caccio il pensiero.

Loop devastante. Sono all'86° ascolto di fila.
Cazzo quant'è bella.

1 Comments:

Posta un commento

<< Home