As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

lunedì, gennaio 02, 2006

L'anno per sempre


Ne convengo, il bilancio che ho presentato nel post precedente era sommario e comunque indegno della spettacolarità della stagione appena passata.
Generalmente mi infastidisce fare delle cronologie: la storia, come la Storia non passa attraverso aridi numeri. E non sarà con una successione di date che mi congederò dal 2005.
Ma è attraverso un inverno anonimo che è passato quest'anno: era tanta l'attesa e l'ansia da ultima materia (Diritto Privato, mica pizza e fichi), che mi sono trovato troppo spesso a sopravvivere e non vivere. E sopravvivere in un paesino di 15000 anime, stereotipato oltre ogni limite immaginabile, porta necessariamente all'aridità interiore. Devo ringraziare internet, allora, in questo senso: l'innalzamento spirituale passava unicamente per centinaia di dischi (una quantità esorbitante, quest'anno) e film quasi quotidiani. Il tecnicismo del mio studio, poi, contribuiva spingendo i miei istinti più brutali ad impazzare e svilupparsi.
La liberazione da notti fredde e nere con Maximilian Hecker e Cranes a farla da padroni incontrastati è arrivata ad Aprile, con quel 18 risicatissimo che chiudeva definitivamente una pagina importante della mia vita. In questo, forse febbraio, era comparsa pure una tipa, ma parlare di innalzamento spirituale in questo caso è veramente fuori luogo e falso come l'album degli Aqueduct. Era ancora periodo da birra rossa al pub, mentre il capitolo Messina era già chiuso da un po'.
Passata la materia, non rimaneva che concentrarsi sulla tesi e, conseguentemente, sulla pianificazione di quello che avrebbe dovuto essere l'estremo divertimento estivo: senza angosce, per la prima volta, senza limiti, senza pensare al domani.
E però, la tesi sulla comunità islamica in Italia mi ha fatto parecchio crescere, almeno dal punto di vista dell'apertura mentale. Ovviamente non sono chiuso al nuovo, xenofobo o conservatore. Ma interessarsi in via direttissima al 'nemico numero uno del mondo occidentale'-e non è che abbia mai avuto tutta questa simpatia per il mondo occidentale- è significato tanto. L'affrancamento dal pregiudizio è avvenuto in modo del tutto naturale, con mio sommo sbigottimento (cit.). E questo ha scardinato anche un mondo di certezze -mi accorsi- di plastica provocando un cambiamento assolutamente rivoluzionario in me stesso.
Impazzavano gli Offlaga, dalle casse dello stereo del pc dell'auto del lettore, arrivavano i primi tepori primaverili, incontrare il professore della tesi era impresa di difficoltà pari al fare ammettere al governo Berlusconi (così tracotante, quest'anno, da essere un altro elemento indimenticabile) di aver compiuto degli errori, l'auto era spesso e volentieri in panne, il centrosinistra vinceva alle regionali, la mia vita era ancora Piazza Italia e l'aquila che scanna l'altra aquila.
Arriva Maggio, e arriva il concerto degli Offlaga, qui: e vedere dal vivo persone che avresti spesso voluto abbracciare, con cui parlavi quotidianamente e che seguivi da tanto e da nulla son diventati brand:new e MEI è stata un'emozione particolare. Che custodisco ancora, come fosse ieri, come fosse reale e tangibile.
E il mese di maggio è sempre un mese straordinario per me: perchè il pomeriggio è di colore arancio e le gonne si fanno più corte, e stava arrivando la laurea, a Luglio. Inutile soffermarmi o scrivere delle banalità astronomiche in merito, è chiaro che vedersi passare davanti sei anni di vita universitari implica turbini di emozioni infiniti. L'emotività del tutto si è scatenata potente, e pochi giorni dopo ecco Soverato. Al di là del divertimento, del solito casino estivo per la ragazzina, questa estate, che doveva essere maestosa e indimenticabile è forse stata il momento più noioso di tutti: la foga del divertirsi per forza ha creato una sorta di blocco interiore allucinante. Dal 22 luglio fino ad oggi ho bevuto tutti i giorni, e il fatto che ricordi ogni singolo gin lemon che abbia buttato dentro di me (va beh, esagerando un pochino) significa che mai è stato banale. Non ci si aspetti moralismi in merito, presso questi lidi: sono un piccolo alcolizzato, e non mi vergogno; mi piace e non me lo faccio mancare. Mi fa stare bene, e non perchè mi fa scappare, ma perchè mi apre la mente e mi rende allegro. E non è poco.
Ci sono gli Afterhours, quest'estate, visti con le persone giuste: la mia compagnia di amici ove il gruppo di Agnelli è stato ascolto principale per tanti e per tanto tempo. Ripagato con una grande prova, superata largamente dai Cure a Taormina, altro elemento simbolico devastante. Una presa di coscienza, in solitudine (come ero, come ero, come ero, fino in fondo, sempre), di qualcosa che non sarà più.
E poi i deus a palermo, con una persona cara, anche lui laureato da poco, altro grande significato, epoca chiusa anche per lui, forse la cosa più bella che ho ricevuto da questi anni universitari, che rende tutto un po' sensato, in questo casino d'ogni giorno.
Ma ecco Anna. Libera. Le parlo e la trovo nuova, diversa, incomprensibile. E mi domando se non sia cambiato io in fondo. Se lei non sia altro che uno specchio di ciò che sono io. Se nei suoi occhi non vedo più la persona che sono stato, se di lei non ho più nient'altro che una foto sbiadita, e ciò che trovavo unico adesso è solo lingua obliata, allora è segno che una porta si è chiusa.
Per sempre. Prenderne atto e coscienza non è una riga su un blog. Ma ogni passaggio, lento, doloroso, velenoso è un segno sulla mia pelle, eterno. Forse la riabbraccerò stasera, domani, ancora altre volte e ancora e ancora. Ma niente è più come prima.
Arriva l'autunno e l'anno inizia a crescere lentamente e progressivamente. L'esaurimento nervoso fa capolino: il periodo da laureato dura 5 giorni e poi inzia la disoccupazione.
La festa della Madonna patrona del paesino senza vedere i fuochi artificiali per la prima volta in assoluto. C'è un viaggio, a Milano, Roma e Treviso. Ci sono i Baustelle e la Malavita che chiude un'altra epoca della mia storia personale. La musica non è più la stessa, i fan non sono più gli stessi, le facce nemmeno. Però conoscere tutto ice*pink, gente che mi è stata vicina e a cui mi sono sentito vicino, anche solo per mezzo di una tastiera e un pc, di infinite notti a chattare o post commoventi e densi d'ammirazione, in carne ed ossa, è stato straordinario. Ogni singolo abbraccio, ogni singolo sguardo.
E adesso mi manchi te lo giuro, le sogno la notte le tue grida cantata al calamita è forse stato il momento di smarrimento più alto e meraviglioso di tutto un anno, o di tanti anni. Da qui, mi rendo conto, sarà tutto in giù... Giù, giù, giù... Ma la parabola l'ho vista raggiungere l'apice. L'ho vissuta mentre raggiungeva l'apice. E questo mette un altra ruga sulla pelle. Un'altra riga di un blog.
Torno qui, e vinco il Leonardo in Portogallo. Come svoltare la vita, improvvisamente. Collateral, i Depeche Mode, i Death Cab for Cutie. Divento più riflessivo, più maturo, e me ne rendo conto parlando coi compagni di una vita. Muore la madre di un mio amico fraterno, muore la mia vicina di casa, muore il mio tabaccaio di fiducia: tutto sembra voler precludere alla fine di un ciclo.
Il caso ha voluto che io sia nato l'8 di gennaio di 25 anni fa. Partire per un paese nuovo due giorni dopo, e dopo una stagione di pagine chiuse, significa parecchio.
Vado via, dopo un quarto di secolo, senza lasciare intentato nulla. Senza porte aperte. Senza rimpianti.

E' già domani.
E' già Portogallo.

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