Ode di primavera
E dal nulla spunti Tu, Sesya,
bucolico fiore di pesco,
incantevolmente apparsa
a colorare d'argento
i nostri giorni troppo vuoti e bui,
troppo intrisi di solitudini inaccettabili;
a riempire pomeriggi caldi
di appiccicosa primavera dal sapore estivo
della passione più travolgente;
a sublimare notti anonime
di noi individui anonimi
protagonisti di storie a strappi
di ricordi destinati a morire nei secoli;
a donare le Tue immense grazie di fata
a noi, umani senza più emozioni
a noi, robot dell'inutile ripetitività,
schiavi di riti senza significato,
elemosinanti una goccia d'ardore impetuoso
che non nascondi e che offri elargendo generosamente;
spunti, Sesya, e oscuri le bassezze pallonare,
i soprusi quotidiani,
le lotte politiche destinate alla polvere dell'oblio,
dandoci un senso,
ricordandoci della gioia più squallidamente torbida
nei giochi d'estate di stagioni e stagioni fa.
E Ti concedi, a noi, stanchi di problemi,
stanchi del nulla attorno,
stanchi delle nostre speranze stanche.
Fulgida chimera di sogno proibito,
frutto succoso raggiungibile,
Ti trasfiguri da anonimo file a regina del cuore
d'ogni creatura umana
che avvicinandosi al mistero d'amore che sei
beve avidamente alla tua fonte
rimanendone appagato
ritrovandosi nuovo
sorridente
sereno
come il Tuo sorriso e gli occhi di rubino
falsa innocenza dei vent'anni
che hai regalato e sprecato, così:
sacrificando la Tua anima
all'altare della gioia effimera
di questa umanità morente.
bucolico fiore di pesco,
incantevolmente apparsa
a colorare d'argento
i nostri giorni troppo vuoti e bui,
troppo intrisi di solitudini inaccettabili;
a riempire pomeriggi caldi
di appiccicosa primavera dal sapore estivo
della passione più travolgente;
a sublimare notti anonime
di noi individui anonimi
protagonisti di storie a strappi
di ricordi destinati a morire nei secoli;
a donare le Tue immense grazie di fata
a noi, umani senza più emozioni
a noi, robot dell'inutile ripetitività,
schiavi di riti senza significato,
elemosinanti una goccia d'ardore impetuoso
che non nascondi e che offri elargendo generosamente;
spunti, Sesya, e oscuri le bassezze pallonare,
i soprusi quotidiani,
le lotte politiche destinate alla polvere dell'oblio,
dandoci un senso,
ricordandoci della gioia più squallidamente torbida
nei giochi d'estate di stagioni e stagioni fa.
E Ti concedi, a noi, stanchi di problemi,
stanchi del nulla attorno,
stanchi delle nostre speranze stanche.
Fulgida chimera di sogno proibito,
frutto succoso raggiungibile,
Ti trasfiguri da anonimo file a regina del cuore
d'ogni creatura umana
che avvicinandosi al mistero d'amore che sei
beve avidamente alla tua fonte
rimanendone appagato
ritrovandosi nuovo
sorridente
sereno
come il Tuo sorriso e gli occhi di rubino
falsa innocenza dei vent'anni
che hai regalato e sprecato, così:
sacrificando la Tua anima
all'altare della gioia effimera
di questa umanità morente.
6 Comments:
At 25 maggio, 2006 21:33, Anonimo said…
..la conferma nn si è fatta attendere.. come predico da tempo tu nasci poeta,poi diventi interista.. anche se ormai nn è + una brutta cosa..
At 26 maggio, 2006 03:12, Il_Marchese said…
L'interismo m'ha conferito forse l'animo da poeta.
Ma compà, quegli ultimi tre versi mi fanno paura a rileggerli.
Sono un mostro, come tu stesso, stasera, puoi testimoniare.
:D
At 26 maggio, 2006 12:18, Il_Marchese said…
Jà sei :)
At 26 maggio, 2006 14:18, Anonimo said…
Fratello mi hai commosso!! Ma dimmi...che ti sei fumato per scrivere queste cose? SCHERZO!!
Ti voglio bene, sei un picciotto d'oro.
Un abbraccio dalla Sicilia
At 26 maggio, 2006 19:09, Il_Marchese said…
Grazie Fabiuccio, anch'io ti voglio tanto bene.
Un abbraccio grande (e prima o poi vi faccio commuovere tutti).
:)
At 22 luglio, 2006 13:07, Anonimo said…
Very pretty site! Keep working. thnx!
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