Morning Glory e a Torre de Belem
Sono le 16 sparate.
Torre de Belém.
"All your dreams are made
when you stay to the mirror
and the razor blade"
Apesàr che scoprire il significato del tresto di questa canzone é stata una delusione inesplicabile, direi che l'imponenza della musica rappresenta bene il momento.
Belèm, sei così come ti ho lasciata, dal paesaggio medioevale, lunare di un anno fa alla ferma imponenza di un sole che ti illumina mentre va a dormire, in una cornice di cielo terso, nel Tejo calmo e azzurro.
Quante volte ti ho vagheggiata, in un 2006 che è stato principalmente inverno di ghiaccio, in un 2006 che soddisfandomi mi beffava, affogando i miei desideri in un labirinto di riconoscimenti di carta, cui rimanevo se non indifferente, comunque infelice.
Svuotato.
Insensato.
Rapito dall'ignavia.
Impotente.
E adesso è di nuovo Portogallo. E' di nuovo Belèm e il padrão dos Descobrimentos che guarda verso quel mare infinito.
Marginale, di confine, lontano, diverso, silenzioso, incompreso.
Portogallo, mio, io.
Quant'era che desideravo di nuovo VIVERE cosí?
Quant'era che avrei voluto scendere dall'elettrico con "Cast no Shadow" nelle orecchie? Cose che, materialmente, non avevo mai desiderato, ma che cosí naturalmente mi hanno fatto pensare che gli Oasis sarebbero stati perfetti.
Perfetti, per un pomeriggio di sole tornando sulle mie strade, per camminare dentro di me, un pomeriggio solo pieno di speranze e di voglia di vivere, come quando avevo 16 anni, e "Morning Glory" aspettando di prendere la moto per uscire di casa.
Quanto ci sarà, ancora, da camminare felice, per le strade della mia vita?
Quanto tempo ancora, per scrivere di Portogallo, di Lisboa decadente?
Inseguo i miei sogni, inseguo la felicità, la tocco con mano, la vorrei vivere per sempre.
Seduto su di una panchina di fronte alla Torre di Belém.
"We we're getting high".
Il sole di Lisboa
Il Tejo.
Me, myself and I.
---
Transatlanticism: chiudi ogni porta, e non voltarti piú.
---
Quanto sarebbe stato stupido, quanto insignificante, dequalificante, venire qui con qualcosa di organizzato (che so, gita come i ragazzini di fronte, o viaggio di nozze d'oro con la mia anziana moglie)?
Quanto chi ci é venuto in questo modo non saprá mai della bellezza e dell'interiorità di questo posto?
Della magia, quando ti sembra di sentire quei portoghesi di 500 anni fa che urlano a bocca chiusa (che lingua d'amore infinito, urlare a bocca chiusa, come urlare al silenzio, all'immobile, all'immutabile, con cieca rassegnazione)?
Chi mai sentirà quello che sento io, con "Rock'n Roll Star" a passeggiare per Lisboa?
Mi sento a casa.
A Casa.
e penso a quante ore di NON vita ho passato davanti a un pc... Di non vita in un paesino arretrato, a ripetere sempre le stesse cose, gli stessi gesti...
Quando qui, a pochi chilometri, ho la vita.
Fuggire, senza schegge di vioialtri a spezzarmi.
---
E sí, perché é ricominciare. Senza ricordi amari, ché rimane sempre solo il bello delle cose, solo il giusto, solo il divertente. Solo il senso di giustizia e l'affetto candido per l'aver appreso dal dolore.
Cosciente che nulla sarà mai equiparabile a un sorriso dato in questa cornice.
---
"We're gonna live for ever"
E questo vento freddo, su Live Forever?
Ogni attimo, se fosse l'ultimo, mi renderebbe felice d'averlo vissuto.
---
Alzo gli occhi, e mi rendo conto ancora di piú che la magia di questo popolo sta nell'aver vissuto sempre alle porte dell'infinito, dello sconosciuto, del lontano, e mentre gli altri stavano ad azzuffarsi, guardava al mare, malinconico.
Aspettando chissá cosa.
Lì, l'Oceano Atlantico (che was born today, e di fronte stava il Portogallo, caro Gibbard).
---
Ore 16:55
Sole che cala, tra un albero e la Torre.
Cielo arancio, giallo, azzurrino, azzurro, blu.
Non c'é bisogno di fotografie.
Questa é la mia immagine eterna.
Muore un altro giorno, su "From the edge of the deep green sea".
Torre de Belém.
"All your dreams are made
when you stay to the mirror
and the razor blade"
Apesàr che scoprire il significato del tresto di questa canzone é stata una delusione inesplicabile, direi che l'imponenza della musica rappresenta bene il momento.
Belèm, sei così come ti ho lasciata, dal paesaggio medioevale, lunare di un anno fa alla ferma imponenza di un sole che ti illumina mentre va a dormire, in una cornice di cielo terso, nel Tejo calmo e azzurro.
Quante volte ti ho vagheggiata, in un 2006 che è stato principalmente inverno di ghiaccio, in un 2006 che soddisfandomi mi beffava, affogando i miei desideri in un labirinto di riconoscimenti di carta, cui rimanevo se non indifferente, comunque infelice.
Svuotato.
Insensato.
Rapito dall'ignavia.
Impotente.
E adesso è di nuovo Portogallo. E' di nuovo Belèm e il padrão dos Descobrimentos che guarda verso quel mare infinito.
Marginale, di confine, lontano, diverso, silenzioso, incompreso.
Portogallo, mio, io.
Quant'era che desideravo di nuovo VIVERE cosí?
Quant'era che avrei voluto scendere dall'elettrico con "Cast no Shadow" nelle orecchie? Cose che, materialmente, non avevo mai desiderato, ma che cosí naturalmente mi hanno fatto pensare che gli Oasis sarebbero stati perfetti.
Perfetti, per un pomeriggio di sole tornando sulle mie strade, per camminare dentro di me, un pomeriggio solo pieno di speranze e di voglia di vivere, come quando avevo 16 anni, e "Morning Glory" aspettando di prendere la moto per uscire di casa.
Quanto ci sarà, ancora, da camminare felice, per le strade della mia vita?
Quanto tempo ancora, per scrivere di Portogallo, di Lisboa decadente?
Inseguo i miei sogni, inseguo la felicità, la tocco con mano, la vorrei vivere per sempre.
Seduto su di una panchina di fronte alla Torre di Belém.
"We we're getting high".
Il sole di Lisboa
Il Tejo.
Me, myself and I.
---
Transatlanticism: chiudi ogni porta, e non voltarti piú.
---
Quanto sarebbe stato stupido, quanto insignificante, dequalificante, venire qui con qualcosa di organizzato (che so, gita come i ragazzini di fronte, o viaggio di nozze d'oro con la mia anziana moglie)?
Quanto chi ci é venuto in questo modo non saprá mai della bellezza e dell'interiorità di questo posto?
Della magia, quando ti sembra di sentire quei portoghesi di 500 anni fa che urlano a bocca chiusa (che lingua d'amore infinito, urlare a bocca chiusa, come urlare al silenzio, all'immobile, all'immutabile, con cieca rassegnazione)?
Chi mai sentirà quello che sento io, con "Rock'n Roll Star" a passeggiare per Lisboa?
Mi sento a casa.
A Casa.
e penso a quante ore di NON vita ho passato davanti a un pc... Di non vita in un paesino arretrato, a ripetere sempre le stesse cose, gli stessi gesti...
Quando qui, a pochi chilometri, ho la vita.
Fuggire, senza schegge di vioialtri a spezzarmi.
---
E sí, perché é ricominciare. Senza ricordi amari, ché rimane sempre solo il bello delle cose, solo il giusto, solo il divertente. Solo il senso di giustizia e l'affetto candido per l'aver appreso dal dolore.
Cosciente che nulla sarà mai equiparabile a un sorriso dato in questa cornice.
---
"We're gonna live for ever"
E questo vento freddo, su Live Forever?
Ogni attimo, se fosse l'ultimo, mi renderebbe felice d'averlo vissuto.
---
Alzo gli occhi, e mi rendo conto ancora di piú che la magia di questo popolo sta nell'aver vissuto sempre alle porte dell'infinito, dello sconosciuto, del lontano, e mentre gli altri stavano ad azzuffarsi, guardava al mare, malinconico.
Aspettando chissá cosa.
Lì, l'Oceano Atlantico (che was born today, e di fronte stava il Portogallo, caro Gibbard).
---
Ore 16:55
Sole che cala, tra un albero e la Torre.
Cielo arancio, giallo, azzurrino, azzurro, blu.
Non c'é bisogno di fotografie.
Questa é la mia immagine eterna.
Muore un altro giorno, su "From the edge of the deep green sea".
12 Comments:
At 12 gennaio, 2007 16:25, Anonimo said…
Compà!
com'è, sempre in un bagno traslucido di poesia e dissimulata malinconia intellettuale?
Evoluzioni inenarrabili:poi ti dico.
Scialati il + possibie man, a presto..
At 13 gennaio, 2007 02:43, Il_Marchese said…
E dimmi, diosanto...
manda mail...
At 13 gennaio, 2007 18:56, Anonimo said…
cazzo!no dico, cazzo..che meravigliosa malinconia....desculpa, saudades...ogni tanto do un'occhiata al tuo blog e ora ti ritrovo a Lisboa...Ti saluto e in bocca al lupo per ogni cosa il tuo Portogallo, il tuo lavoro e tutto il resto. un bacio grande
At 14 gennaio, 2007 07:41, Il_Marchese said…
:)
Un bacio grande.
At 14 gennaio, 2007 18:15, Anonimo said…
totò! Ti voglio bene..boa sorte!
tua soru
At 14 gennaio, 2007 18:52, Il_Marchese said…
Anch'io ti voglio bene, e ti penso sempre con saudade.
kiss.
At 15 gennaio, 2007 02:10, Anonimo said…
Non tornare in Italia senza l'autografo di Teresa Salgueiro, ovviamente con dedica.
E visto l'ambiente che ti circonda, riponi momentaneamente il brit-pop e abbandonati alle note di "Alfama".
Felicidade grande.
At 15 gennaio, 2007 20:25, Il_Marchese said…
Giá da parte, ma vado a cure a manetta...
At 19 gennaio, 2007 23:55, usufrutos said…
benvindo de volta!quando nos vens visitar a viseu?
At 20 gennaio, 2007 14:32, Il_Marchese said…
Obrigado! Mais cedo que posso...
Jà cansei de Lisboa...
At 21 gennaio, 2007 18:14, Anonimo said…
ah sì? ti sei già stancato di lisbona? beh...puoi sempre tornare! :-)
At 21 gennaio, 2007 21:09, Il_Marchese said…
Infatti sto dicendo che torno... a Viseu, peró! :P
Posta un commento
<< Home