Adamastor
20/3/07
A pochi metri da casa mia, alla fine di una lunga salita, dopo l'elevador da bica e mr. Camões, un poeta idolo dei portoghesi ovviamente privo di un occhio, esiste uno dei posti più meravigliosi che si possano immaginare al mondo: il miradouro di Adamastor.
Il miradouro di adamastor è un belvedere che affaccia sul Tejo, sul ponte del 25 aprile e su un signore molto alto che sta protestando con l'arbitro, sostenendo che il fuorigioco era tanto evidente da essere largo così.
Il miradouro era un posto bellissimo prima che arrivassero gli erasmus italiani, che, dopo aver fondato l'estrella amadora, hanno ben pensato di far convergere qui tutti gli strafatti, drogati, senzaddio, comunisti, fascisti, chitarristi, capoverdiani di lisbona e dintorni.
Al miradouro si incontra, difatti, la più varia umanità che vi passa per la testa.
La foto che vedrete in basso non rispecchia la realtà: questa gente, ahinoi, imbratta il posto con i propri rifiuti fisiologici e non. Imbratta il caro adamastor con disegni di cazzi enormi o nomi incomprensibili e bandiere di nazioni inventate.
Ad adamastor la colonna sonora di ogni giorno è la bongata, che inizia martellandoti alle 8:30 e non finisce mai.
L'abbigliamento indicato per recarsi all'adamastor è pantalone strappato, maglia sgualcita con scritta incomprensibile, borchie, chiave inglese conficcata nel naso, birra media, bicchiere di carta, bongo/chitarra/oggetto capace di emettere suono, stampella, cane e dreadlock.
Uno dei maggiori elementi di spicco è fumumpa. Fumumpa, alla Obelix, si è fatto un cannone enorme quando aveva 13 mesi. Ed è rimasto sotto.
Fumumpa conosce tutti ma non ricorda nessuno. Saluta dandoti il pungo e battendosi lo stesso pugno, tre volte, sul petto. Ha sempre degli occhiali da sole e una collana in oro falsa come il tre denari.
Fumumpa di professione fa il pusher. Sta di fatto che, dopo l'ultima retata, è rimasto solo lui. Fumumpa è dunque una spia americana.
Poi c'è un nero sempre ubriaco, che qualcuno chiama Checco, detto l'uomo supercazzola.
L'uomo supercazzola, alla 5a birra, inizia a tentare di parlare in italiano e di litigare con qualsiasi essere vivente si trovi nel raggio di 15 chilometri, urlando cose come Vaffanculo te, ne, te sei un pirla e scappellamento a destra. Dice di essere lo sponsor del miradouro.
Ci prova, invariabilmente, con ogni essere femminile. Non risulta che abbia mai concluso.
Altro importante personaggio è Pablo, motociclista, musicista, ex-eroinomane, valderrama che porta le stampelle.
Pablo racconta di essere stato ovunque. Se dite che vorreste andare a fare un viaggio su Uranio, lui vi dirà che nel 1999 suo cugino aveva affittato un monolocale in riva al mare, ma non si è trovato bene perchè i marziani al piano di sopra quando scopavano facevano un casino. Il concerto dei pink floyd a lisbona del 1974 è stato una merda, perchè suo fratello era inciampato nella presa delle luci. Agostini si è ritirato perchè lui aveva sbagliato strada ed era entrato all'estoril tagliandogli la strada e facendolo incazzare come una iena.
Un vulcano di emozioni, un esopo dei tempi moderni.
Peccato che l'unico obiettivo della sua vita sia fregarti la birra.
Poi c'è il pancabbestia con la maglietta dei Dead Kennedys. Questo è un idolo.
Ha la prescritta chiave inglese infilata nel naso, tre cani bruttissimi e i pantaloni della tuta a livello del ginocchio. Non porta le mutande, e mostra il suo enorme culone
Si muove con uno sciame di mosche che lo scortano in ogni dove: nonostante questo, spende tra i 200 e i 250 euro quotidiani in birra, fumo e cocaina.
Non è raro, alla fine della serata, vederlo bramare di fronte ad una vetrina di un ristorante (la casa das indias, che meriterebbe un altro post) che cucina alla luce del sole interi porci alla brace.
Di solito il tizio si accompagna con degna di lui pancabbestia sempre strafatta, occhioni neri e ovviamente bruttissima; si sa che spesso le pancabbestia sono fotomodelle buttate per strada: questa, essendo portoghese, è un cesso.
Ti impone di offrirle una sigaretta. Tu dici di no, e lei ti augura la morte dei genitori.
Poi c'è Casimiro. Casimiro è sempre strafatto di cocaina, ed è un film americano anni '70. Nero come la notte, occhiali neri, camicia bianca aperta anche in gennaio, sono tutte le sue principesse, e ha una principessa in ogni porto.
Peccato abbia anche tre figli; il minore, circa 5 anni, si atteggia già a boss.
I figli dei boss del mio paese non erano così, a 23 anni prima di prendere il potere. Ti guarda con aria di sfida e tira calcioni nella schiena passandoti alle spalle, o bordate alla mark landers in faccia giocando a pallone.
Piscia dalla balaustra, picchia le sorelline.
Abbiamo molti altri tipi, ad adamastor. Il principe di Belèm, ad esempio, cui dedicherò un post: 29 anni, un figlio, supermacho, nero, bellissimo e impotente; gli italiani di padova figli dell'imprenditoria nordica che fanno i pancabbestia e si parano la coscienza ed è un vero sballo; il ristoratore che quando ho chiesto una 7up non poteva crederci.
Solo che ora è tardi, devo andare ad adamastor.
E mi sono anche un po' rotto i coglioni di scrivere.
A pochi metri da casa mia, alla fine di una lunga salita, dopo l'elevador da bica e mr. Camões, un poeta idolo dei portoghesi ovviamente privo di un occhio, esiste uno dei posti più meravigliosi che si possano immaginare al mondo: il miradouro di Adamastor.
Il miradouro di adamastor è un belvedere che affaccia sul Tejo, sul ponte del 25 aprile e su un signore molto alto che sta protestando con l'arbitro, sostenendo che il fuorigioco era tanto evidente da essere largo così.
Il miradouro era un posto bellissimo prima che arrivassero gli erasmus italiani, che, dopo aver fondato l'estrella amadora, hanno ben pensato di far convergere qui tutti gli strafatti, drogati, senzaddio, comunisti, fascisti, chitarristi, capoverdiani di lisbona e dintorni.
Al miradouro si incontra, difatti, la più varia umanità che vi passa per la testa.
La foto che vedrete in basso non rispecchia la realtà: questa gente, ahinoi, imbratta il posto con i propri rifiuti fisiologici e non. Imbratta il caro adamastor con disegni di cazzi enormi o nomi incomprensibili e bandiere di nazioni inventate.
Ad adamastor la colonna sonora di ogni giorno è la bongata, che inizia martellandoti alle 8:30 e non finisce mai.
L'abbigliamento indicato per recarsi all'adamastor è pantalone strappato, maglia sgualcita con scritta incomprensibile, borchie, chiave inglese conficcata nel naso, birra media, bicchiere di carta, bongo/chitarra/oggetto capace di emettere suono, stampella, cane e dreadlock.
Uno dei maggiori elementi di spicco è fumumpa. Fumumpa, alla Obelix, si è fatto un cannone enorme quando aveva 13 mesi. Ed è rimasto sotto.
Fumumpa conosce tutti ma non ricorda nessuno. Saluta dandoti il pungo e battendosi lo stesso pugno, tre volte, sul petto. Ha sempre degli occhiali da sole e una collana in oro falsa come il tre denari.
Fumumpa di professione fa il pusher. Sta di fatto che, dopo l'ultima retata, è rimasto solo lui. Fumumpa è dunque una spia americana.
Poi c'è un nero sempre ubriaco, che qualcuno chiama Checco, detto l'uomo supercazzola.
L'uomo supercazzola, alla 5a birra, inizia a tentare di parlare in italiano e di litigare con qualsiasi essere vivente si trovi nel raggio di 15 chilometri, urlando cose come Vaffanculo te, ne, te sei un pirla e scappellamento a destra. Dice di essere lo sponsor del miradouro.
Ci prova, invariabilmente, con ogni essere femminile. Non risulta che abbia mai concluso.
Altro importante personaggio è Pablo, motociclista, musicista, ex-eroinomane, valderrama che porta le stampelle.
Pablo racconta di essere stato ovunque. Se dite che vorreste andare a fare un viaggio su Uranio, lui vi dirà che nel 1999 suo cugino aveva affittato un monolocale in riva al mare, ma non si è trovato bene perchè i marziani al piano di sopra quando scopavano facevano un casino. Il concerto dei pink floyd a lisbona del 1974 è stato una merda, perchè suo fratello era inciampato nella presa delle luci. Agostini si è ritirato perchè lui aveva sbagliato strada ed era entrato all'estoril tagliandogli la strada e facendolo incazzare come una iena.
Un vulcano di emozioni, un esopo dei tempi moderni.
Peccato che l'unico obiettivo della sua vita sia fregarti la birra.
Poi c'è il pancabbestia con la maglietta dei Dead Kennedys. Questo è un idolo.
Ha la prescritta chiave inglese infilata nel naso, tre cani bruttissimi e i pantaloni della tuta a livello del ginocchio. Non porta le mutande, e mostra il suo enorme culone
Si muove con uno sciame di mosche che lo scortano in ogni dove: nonostante questo, spende tra i 200 e i 250 euro quotidiani in birra, fumo e cocaina.
Non è raro, alla fine della serata, vederlo bramare di fronte ad una vetrina di un ristorante (la casa das indias, che meriterebbe un altro post) che cucina alla luce del sole interi porci alla brace.
Di solito il tizio si accompagna con degna di lui pancabbestia sempre strafatta, occhioni neri e ovviamente bruttissima; si sa che spesso le pancabbestia sono fotomodelle buttate per strada: questa, essendo portoghese, è un cesso.
Ti impone di offrirle una sigaretta. Tu dici di no, e lei ti augura la morte dei genitori.
Poi c'è Casimiro. Casimiro è sempre strafatto di cocaina, ed è un film americano anni '70. Nero come la notte, occhiali neri, camicia bianca aperta anche in gennaio, sono tutte le sue principesse, e ha una principessa in ogni porto.
Peccato abbia anche tre figli; il minore, circa 5 anni, si atteggia già a boss.
I figli dei boss del mio paese non erano così, a 23 anni prima di prendere il potere. Ti guarda con aria di sfida e tira calcioni nella schiena passandoti alle spalle, o bordate alla mark landers in faccia giocando a pallone.
Piscia dalla balaustra, picchia le sorelline.
Abbiamo molti altri tipi, ad adamastor. Il principe di Belèm, ad esempio, cui dedicherò un post: 29 anni, un figlio, supermacho, nero, bellissimo e impotente; gli italiani di padova figli dell'imprenditoria nordica che fanno i pancabbestia e si parano la coscienza ed è un vero sballo; il ristoratore che quando ho chiesto una 7up non poteva crederci.
Solo che ora è tardi, devo andare ad adamastor.
E mi sono anche un po' rotto i coglioni di scrivere.
5 Comments:
At 04 giugno, 2007 16:10, Anonimo said…
Ti chiedo scusa, ma ho avuto l'ardire di citarti come fonte di un post. Ho apprezzato molto ciò che hai scritto su quel posto magico e unico che è il miradouro de Santa Catarina. Grazie e scusa ancora...
At 09 settembre, 2008 12:00, Bugaz said…
Gran post.
E un certo Marco Antonio, angolano, lo conosci? Non è che per caso è il nero che alla 5a birra inizia a parlare italiano?
At 09 settembre, 2008 13:36, Il_Marchese said…
E sí, deve essere quello che io chiamo checco, voi lo avrete ribattezzato Marco Antonio...
At 09 settembre, 2008 15:03, Bugaz said…
Angolano, dreadlock fino al culo, magro come un acciuga?
Allora è Marco Antonio. Se ti capita di parlarci da sobrio non è malaccio, anzi è proprio un grande. solo che se gli chiedi come vive o fa finta di non capire o cambia discorso...
At 09 settembre, 2008 16:30, Il_Marchese said…
Allora dimentica, il mio è capoverdiano pelato stronzissimo anche da sobrio...
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