As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

giovedì, marzo 27, 2008

Ho detto sì, vengo dopo il tiggí.

In Portogallo è successa sta roba.



Momenti da oscar Da-me o telemóvel, caralho! (dammi il telefonino, cazzo), e sai daí gorda de merda (spostati, grassona).
E la Inêzinha che se la ride mentre picchia la prof.

Sti poveracci, sempre un popolo buono e quasi inoffensivo, refrattario alla violenza, si stanno crucciando in maniera seria di quello che accade.
Ora va beh, all’epoca mia il telefono non c’era ma comunque avremmo veramente preso schiaffi pesanti.

Il tg della SIC è un vulcano di emozioni.
Chiaramente finanziati dal CDS-PPD (la destra) viene quindi fatta una pesante critica al governo, perché si sostiene che la situazione sia figlia dell’applicazione dello statuto dello studente, introdotto dall'attuale governo socialista.
Il primo inciso è una perla della ministra: la giornalista la critica con insistenza e arguzia, con ottima recitazione di ostentazione di sdegno e chiede se forse fosse necessario abolire lo statuto; la ministra, responsabile dello statuto stesso, le risponde con un’altra domanda: “ma seguendo il suo discorso dovremmo abolire quindi anche il codice della strada... Abbiamo un codice della strada, ma gli incidenti accadono lo stesso. Lei pensa che dovremmo abolirlo?”
Sul momento la giornalista non ha inteso le dimensioni apocalittiche della stronzata, ma la prontezza, il tono, il richiamo alla similitudine con qualcosa di estremamente piu’ serio colgono impreparata l'intervistatrice.
Ora, la ministra socialista non è la Tachter.
Peró anche una serie B come lei ha dato una risposta così politica ma così politica ma così politica che io di stesse, in Italia, non ne sento da almeno dieci anni.

Ne discute dell’argomento uno psichiatra ubriaco, dalla voce chiaramente impastata, che parla di attori del setting (sí, in inglese, per darsi un tono), un giudice che si scandalizza di fronte all’opportunità dell’uso del diritto criminale.
Poi i servizi.

Situazioni simili (ragazzini che saltano da un banco all’altro presentati come “preparantesi a salti ben piu’ pericolosi”, minchia al qaeda –ce l’ho- ; gente che canta per impedire alla professoressa di parlare –ce l’ho-; gente che manda affanculo platealmente il professore –ce l’ho-; gente che minaccia la prof –questa ce l’abbiamo tutti da Roma in giu’-; gente che fuma in classe –ce l’ho; gente che si prende a calci da un banco all’altro –ce l’ho; gente che di colpo si alza e butta per terra il compagno di banco –ne ho di peggio; cazzoni che girano il filmino –mi manca, guarda un po’).

La cosa bella è che i filmini me li han mandati tutti oggi alle mail d’ufficio che ci scambiamo. Quindi dai pure la scusa per la conversazione la sera in casa.
Le dinamiche di trasmissione della deficienza televisiva sono uguali everywhere.

Il video dice che escono e diventano gang. Va beh. Ce l’ho alla grande.

Passa poi la presentazione del paradiso della scuola privata cattolica dove “le scene di violenza che abbiamo visto sono impensabili”.

Il nocciolo, si sarà capito, è che ai miei tempi queste cose succedevano lo stesso.
E quindi secondo voi vi siete salvati dalla menata sui miei 16 anni andati per sempre?
Illusi.
Noi non avevamo i telefonini, ed eravamo piu’ problematici –e piu’ impegnati filosoficamente.
Se queste cose succedevano, non diventavano un caso nazionale (il bullismo, in Italia, un conio dato a un qualcosa che esiste da sempre) e non siamo cresciuti tutti criminali.
Anzi, mi pare che tra noi e gli ultracattolici educati in chiesa la differenza sia visibile ed enorme.
Eppure in molte cose siam cresciuti male; perché eravamo viziati e pieni di attenzioni- e questi qui stanno peggio, ad attenzioni.
Peró eravamo felici lo stesso.

Come i nostri genitori, che saranno cresciuti in un ambiente che era gli albori dell’oggi. Con i semi di quel che accade.
Ma si parlava, a Pasqua, con coetanei compatrioti, di quanto –almeno in Italia- i nostri genitori siano stati (per quanto dicano di no) molto piu’ fortunati di noi.
Avevano già la televisione, hanno avuto i loro giocattoli, non hanno mai avuto grossi problemi economici (pensate un secondo ai genitori d’oggi) si sposavano e con uno stipendio – che era per la vita - si campava bene. Quasi tutti han comprato una casa.
Noi abbiamo il pc, okay, io sono emigrato grazie al nuovo mondo senza frontiere, okay, ho avuto moltissimi giocattoli (c’era chi ne aveva meno ma in tal caso mi sembravano piu’ belli –specchio del fatto che mi rendevo inconsciamente conto che ben pochi stavano molto male), ma il mio posto di lavoro, per quanto fisso, è appeso (e non per causa mia) ai destini della globalizzazione, quindi semiprecario anch’io, sposarmi con quali soldi, avere figli con quali soldi, comprare una casa un sogno irrealizzabile.

Siamo una generazione piu’ rincoglionita, infatti, di quella che ha fatto il sessantotto, ma se i nostri fratelloni bambini negli anni ’70 hanno impedito alle passioni ideologiche di tornare alla ribalta, castrandole, noi bambini poi cresciti nel duemila abbiam votato Berluscojoni (mi dicono che per questa parola potrebbero chiudermi il blog). Senza ricambi, senza ritorni a rivoluzioni piu' o meno armate, senza minacce di sovvertire il mondo.
E questi, vi immaginate che faranno?
Cioé, ma che devono fare?

Quindi, che racconteremo ai nostri figli?
Che in ogni caso eravamo meglio dei liceali d’adesso.

Se levantas a mão ao meu filho, levas.
Mi pare di sentirne l’eco.



Quest'uomo ormai è il mio idolo ogni giorno.

2 Comments:

  • At 27 marzo, 2008 23:27, Blogger pappagheno said…

    è un discorso molto impegnativo e complesso, non racchiudibile nelle poche righe di un commento, quindi chiedo scusa per la sintesi e le generalizzazioni.

    1. quando ero bambino io (classe 85) succedevano tutte le cose di cui oggi studio aperto parla diffusamente con solo due differenze: nessuno si faceva di coca a 15 anni e nessuno aveva un cellulare con cui riprendere le proprie minchiate, che rimanevano solo delle buone idee per aneddoti futuri a cui si poteva credere o no.

    2. noi (intendono la mia generazione, quelle precedenti e ancora quelli nati pochi anni dopo di me) ci hanno fatto il culo quando serviva. se sbagliavi era colpa tua e non della maestra, della prof, del vicino rompicoglioni o del vecchietto al parco. ne abbiamo (più o meno) pagato le conseguenze e tutto finiva lì. non avevamo i genitori a fare da sindacalisti.

    3. ora, molto più cresciuti, siamo la generazione che vede il suo futuro peggiorare. e non ne siamo per nulla pronti, perché vogliamo avere sempre qualcuno a coprirci le spalle. ma ereditiamo questo mondo pessimo dai nostri genitori, che non hanno mai spento la luce passando da una stanza all'altra.

    4. come va la bwin superliga?

     
  • At 27 marzo, 2008 23:36, Blogger Il_Marchese said…

    Ecco, hai riassunto con logicità il mio pensiero.

    Punto 4: il Benfica fa pena, senza allenatore, lo Sporting se possibile peggio (addirittura quarto superato dal Setubal che l'ha battuto in finale di coppa di lega).
    Il Porto, squadra da una buona soppravivenza in B italiana, puo' vincere lo scudetto settimana prossima con 20 punti di vantaggio.
    Ma riescono a trovare spunti di conversazione lo stesso.

     

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