La dolce Amelia e i treni direttissimi altrove
Oggi il Roland Garros (femminile, avrete capito che di Nadal che gli va la banana di traverso non m'importa nulla) è stato riserva di sorprese e piccole imprese.
A partire dalla nostra cara Franceschina Leonessa Schiavone, che solo dopo tre set (il primo vinto 6-1) si è arresa alla Kuznetsova. La Schiavo è sempre sul punto di fare quel passettino in più che sempre manca alle nostre migliori.
Sarà anche una questione di indole di popolo, ma quando le nostre sono a un passo dal varcare la soglia dell'eccellenza, cadono sempre.
Justine Henin massacra la Myskina, mentre Patty Schnyder cede a Venus, deprimendomi per nazionalità della dolce Patty e perchè Venere è sempre un maschiaccio prestato alla versione gentile dello sport della racchetta.
Venere picchia, caspita se picchia.
Piccola Patty ce la mette tutta, sfodera rovesci e palle corte cercando di variare, ma Venere picchia. E alla fine vince.
Delle due sorelle, Venus è sempre stata la più tecnica, ma onestamente è troppo vicina agli standard maschili perchè possa piacermi. Troppo veloce, troppo robotica (anche se meno di Serena), troppo picchiatrice. Spiace per la piccola Patty rovescio a una mano.
Martina vede il suo match interrotto contro pericolo israeliano Peer in situazione difficile (siamo un set pari) mentre quella fighetta (cit. Schiavone) della Shara cade con mia somma gioia al cospetto di Mademoiselle Dinara Safina (mentre Marat è sempre più latitante).
Ma l’impresa più bella e più grande oggi la firma Nicole Vaidisova, una ragazzona di due metri bionda e bella come il sole, 17 anni Repubblica Ceca, che sul centrale affronta la piccola-grande Amelia Mauresmo.
Amelia, quant’ha sofferto in questi anni?
Amelia è sempre fragile, Amelia perde partite che domina con la sua classe sopraffina e le sue magie tattiche, Amelia però cede di schianto quando sta per vincere, non è responsabile, non è equilibrata, le dicono da anni.
Il Roland Garros le fa male, le dicono, perché ci perde, inevitabilmente, sempre. Cade dopo pochi turni, e fa perdere le speranze al proprio sciovinista popolo che la adora.
Ma Amelia quest’anno viene da una stagione spettacolare: dopo aver dichiarato al mondo quali sono le sue tendenze sessuali si libera come di un peso, che grava forse troppo su quel segreto, e si carica di un coraggio inusitato (sembra una stupidaggine, ma quanta forza in quel gesto – forza che si riverbera in campo) e sbrana tutte. Vince Master e Australian Open, è prima al mondo.
Amelia si era spinta, ieri, a dire che finalmente non ha più paura del centrale, che si sente forte, che è sicura di sé. E sembrava dimostrarlo sempre, dal primo turno, autorevole e finalmente capace di dettar legge, ritmi, schemi tattici alle avversarie. Amelia sembra un tumulto, rotea quel braccio che è una meraviglia per gli occhi, sono tutti estasiati da Amelia.
La dolce Amelia, così forte e così fragile, sembra una nuova Amelia.
Va sul centrale, e la vittima sacrificale di oggi sembra la piccola Vaidisova, diciassette anni, dicevo, di bellezza esplosiva e insicurezze tipiche dell’età. Aveva perso contro zia Ciccia Leonessa, qualche tempo fa.
Ha i numeri la ragazza (e che numeri! Un rovescio Williams e accelerazioni paurose, una falcata impetuosa da destra a sinistra e su e giù, avanti e indietro, e una potenza nelle braccia non indifferente), e un vestitino fucsia che dà nell’occhio molto più del giallo pallido della dolce Amelia.
E sul centrale, massacrata dal tifo tutto pro-Amelia, Nicole tiene con scarsa disinvoltura, limitando i danni nella parte iniziale del primo set, stando sulle sue, protestando ad ogni segnalazione dubbia a favore di Amelia prendendosi in faccia bordate di fischi da tutto il pubblico sciovinista.
Chi, chi non sarebbe caduto? La stessa Justine (mia favorita da secoli), ricordo, vinse una finale di RG soprattutto grazie alla cattiveria gratuita del pubblico d’oltralpe che praticamente minò per tutto il tempo la tenuta psicologica di Serena.
E Nicole tira la racchetta a terra, s’imbroncia, spara parolacce a raffica, e perde il tie-break.
Amelia, è lì, osannata, sono pronto a giurarci: vincerà, sta danzando, imporrà il gioco, dimostrerà a tutti che davvero da spauracchio invincibile il centrale è diventato il suo mondo, la sua casa, che non ha paura di nessuno (già pensa, Amelia, a Venere e alle tante rivincite che vorrebbe prendersi), che devono passare sul suo cadavere prima di tirarle dalle mani quella coppa che ha praticamente già alzato.
E la piccola Nicole?
La piccola Nicole rientra in campo, e piazza un parziale di 5-0, 6-1 all’incredula Amelia.
Nicole. Diciassette anni, 1m40 di gambe. Ceca, completa tecnicamente, ripetitiva nei colpi, intelligente nella tattica. Giganteggia, e siamo già 4-0 al terzo.
Il Centrale tace, di un silenzio spettrale.
Amelia deve aver visto quella gigante fucsia diventare sempre più grande, diventare il centro delle sue paure più allarmanti, diventare insormontabile, mentre il pubblico è incredulo e la piccola biondina trasforma i suoi gridolini in ruggiti terrificanti. Amelia tace, il Centrale diventa di nuovo un nemico, le insicurezze sue (dov’è la tecnica, perché non riesce più a piazzare un rovescio dei suoi?) diventano certezze della teenager venuta dal freddo che senza farsi attraversare da nessuna emozione serve a 181 km/h contro la fragile e indifesa Amelia che guarda le sue certezze sgretolarsi, che pensa a quell’intervista entusiastica concessa il giorno prima e quant’emozione a rivedersi a 12 anni trionfare a Parigi.
E’ così semplice, buona, Amelia, che mi convinco non abbia la forza nemmeno di chiedersi perché.
Guarda il suo destino compiersi, quando Nicole chiude 6-2, si inginocchia, si commuove, pensa agli inverni freddi cecoslovacchi e ai sacrifici eccetera eccetera.
Ma Nicole ha il mondo in mano, ha fame, è giovane, bellissima, star, ha una luce strana negli occhi, sarà top ten tra un mese.
Nicole è la reginetta del ballo di fine anno, Amelia piange da sola in giardino, mentre dentro impazza la festa.
Amelia ha un sorriso dolce e triste.
Ha due occhioni grandi così e un completino giallo pallido.
Ma non preoccuparti, non piangere, dolce Amelia: ci sarà sempre un altro treno, per le ragazze come te.
(Nella foto, Amelia)
A partire dalla nostra cara Franceschina Leonessa Schiavone, che solo dopo tre set (il primo vinto 6-1) si è arresa alla Kuznetsova. La Schiavo è sempre sul punto di fare quel passettino in più che sempre manca alle nostre migliori.
Sarà anche una questione di indole di popolo, ma quando le nostre sono a un passo dal varcare la soglia dell'eccellenza, cadono sempre.
Justine Henin massacra la Myskina, mentre Patty Schnyder cede a Venus, deprimendomi per nazionalità della dolce Patty e perchè Venere è sempre un maschiaccio prestato alla versione gentile dello sport della racchetta.
Venere picchia, caspita se picchia.
Piccola Patty ce la mette tutta, sfodera rovesci e palle corte cercando di variare, ma Venere picchia. E alla fine vince.
Delle due sorelle, Venus è sempre stata la più tecnica, ma onestamente è troppo vicina agli standard maschili perchè possa piacermi. Troppo veloce, troppo robotica (anche se meno di Serena), troppo picchiatrice. Spiace per la piccola Patty rovescio a una mano.
Martina vede il suo match interrotto contro pericolo israeliano Peer in situazione difficile (siamo un set pari) mentre quella fighetta (cit. Schiavone) della Shara cade con mia somma gioia al cospetto di Mademoiselle Dinara Safina (mentre Marat è sempre più latitante).
Ma l’impresa più bella e più grande oggi la firma Nicole Vaidisova, una ragazzona di due metri bionda e bella come il sole, 17 anni Repubblica Ceca, che sul centrale affronta la piccola-grande Amelia Mauresmo.
Amelia, quant’ha sofferto in questi anni?
Amelia è sempre fragile, Amelia perde partite che domina con la sua classe sopraffina e le sue magie tattiche, Amelia però cede di schianto quando sta per vincere, non è responsabile, non è equilibrata, le dicono da anni.
Il Roland Garros le fa male, le dicono, perché ci perde, inevitabilmente, sempre. Cade dopo pochi turni, e fa perdere le speranze al proprio sciovinista popolo che la adora.
Ma Amelia quest’anno viene da una stagione spettacolare: dopo aver dichiarato al mondo quali sono le sue tendenze sessuali si libera come di un peso, che grava forse troppo su quel segreto, e si carica di un coraggio inusitato (sembra una stupidaggine, ma quanta forza in quel gesto – forza che si riverbera in campo) e sbrana tutte. Vince Master e Australian Open, è prima al mondo.
Amelia si era spinta, ieri, a dire che finalmente non ha più paura del centrale, che si sente forte, che è sicura di sé. E sembrava dimostrarlo sempre, dal primo turno, autorevole e finalmente capace di dettar legge, ritmi, schemi tattici alle avversarie. Amelia sembra un tumulto, rotea quel braccio che è una meraviglia per gli occhi, sono tutti estasiati da Amelia.
La dolce Amelia, così forte e così fragile, sembra una nuova Amelia.
Va sul centrale, e la vittima sacrificale di oggi sembra la piccola Vaidisova, diciassette anni, dicevo, di bellezza esplosiva e insicurezze tipiche dell’età. Aveva perso contro zia Ciccia Leonessa, qualche tempo fa.
Ha i numeri la ragazza (e che numeri! Un rovescio Williams e accelerazioni paurose, una falcata impetuosa da destra a sinistra e su e giù, avanti e indietro, e una potenza nelle braccia non indifferente), e un vestitino fucsia che dà nell’occhio molto più del giallo pallido della dolce Amelia.
E sul centrale, massacrata dal tifo tutto pro-Amelia, Nicole tiene con scarsa disinvoltura, limitando i danni nella parte iniziale del primo set, stando sulle sue, protestando ad ogni segnalazione dubbia a favore di Amelia prendendosi in faccia bordate di fischi da tutto il pubblico sciovinista.
Chi, chi non sarebbe caduto? La stessa Justine (mia favorita da secoli), ricordo, vinse una finale di RG soprattutto grazie alla cattiveria gratuita del pubblico d’oltralpe che praticamente minò per tutto il tempo la tenuta psicologica di Serena.
E Nicole tira la racchetta a terra, s’imbroncia, spara parolacce a raffica, e perde il tie-break.
Amelia, è lì, osannata, sono pronto a giurarci: vincerà, sta danzando, imporrà il gioco, dimostrerà a tutti che davvero da spauracchio invincibile il centrale è diventato il suo mondo, la sua casa, che non ha paura di nessuno (già pensa, Amelia, a Venere e alle tante rivincite che vorrebbe prendersi), che devono passare sul suo cadavere prima di tirarle dalle mani quella coppa che ha praticamente già alzato.
E la piccola Nicole?
La piccola Nicole rientra in campo, e piazza un parziale di 5-0, 6-1 all’incredula Amelia.
Nicole. Diciassette anni, 1m40 di gambe. Ceca, completa tecnicamente, ripetitiva nei colpi, intelligente nella tattica. Giganteggia, e siamo già 4-0 al terzo.
Il Centrale tace, di un silenzio spettrale.
Amelia deve aver visto quella gigante fucsia diventare sempre più grande, diventare il centro delle sue paure più allarmanti, diventare insormontabile, mentre il pubblico è incredulo e la piccola biondina trasforma i suoi gridolini in ruggiti terrificanti. Amelia tace, il Centrale diventa di nuovo un nemico, le insicurezze sue (dov’è la tecnica, perché non riesce più a piazzare un rovescio dei suoi?) diventano certezze della teenager venuta dal freddo che senza farsi attraversare da nessuna emozione serve a 181 km/h contro la fragile e indifesa Amelia che guarda le sue certezze sgretolarsi, che pensa a quell’intervista entusiastica concessa il giorno prima e quant’emozione a rivedersi a 12 anni trionfare a Parigi.
E’ così semplice, buona, Amelia, che mi convinco non abbia la forza nemmeno di chiedersi perché.
Guarda il suo destino compiersi, quando Nicole chiude 6-2, si inginocchia, si commuove, pensa agli inverni freddi cecoslovacchi e ai sacrifici eccetera eccetera.
Ma Nicole ha il mondo in mano, ha fame, è giovane, bellissima, star, ha una luce strana negli occhi, sarà top ten tra un mese.
Nicole è la reginetta del ballo di fine anno, Amelia piange da sola in giardino, mentre dentro impazza la festa.
Amelia ha un sorriso dolce e triste.
Ha due occhioni grandi così e un completino giallo pallido.
Ma non preoccuparti, non piangere, dolce Amelia: ci sarà sempre un altro treno, per le ragazze come te.
(Nella foto, Amelia)
5 Comments:
At 05 giugno, 2006 11:32, Anonimo said…
Nicole Vaidisova è bella sì, ma è nelle chiappe di marmo di Maria Sharapova la verità sul tennis. o no?
:)
nepo
At 05 giugno, 2006 12:34, Il_Marchese said…
Nepo, come contraddirti?
Ma anche nel dramma del sorriso triste di Amelia c'è della verità, come nelle solitudini di Lindsay e nei silenzi di Anastasia, e una bella parte di verità ce la svelerà anche la piccola Nicole, stanne certo.
Il nostro ineteresse è svelarne la più parte, no?
;)
At 05 giugno, 2006 12:54, Anonimo said…
o un bel doppio misto con daniela hantuchova.....
:)
At 05 giugno, 2006 14:18, Il_Marchese said…
O gli occhi di ghiaccio di Martina...
At 22 luglio, 2006 13:07, Anonimo said…
What a great site, how do you build such a cool site, its excellent.
»
Posta un commento
<< Home