As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

martedì, aprile 24, 2007

Nera sugli aranci

4/4/07

Ho ascoltato, come ormai di costume in maniera del tutto frammentaria, i nuovi album di Arcade Fire, Lcs Soundsystem, Andrew Bird e Air.

Arcade Fire (Neon Bible) mi è piaciuto molto. L’ho trovato bassocentrico, maturo, abbastanza originale nel suo citazionismo. Una nota di merito.

Lcd Soundsystem (Sound of Silver) non sono e non saranno mai uno dei miei gruppi preferiti. Il cd è una buona continuazione del loro rock elettronico e ritmato; qualche canzone, tipo North American Scum (che infatti avrò già ascoltato in qualche pubblicità tipo eurosport, e d'improvviso mi viene in mente che è Money for Nothing), mi rimarrà impressa. Continuo a non approfondirli, tanto più che sono major.

Di Andrew Bird (Armchair Apocrypha) avevo letto una bella intervista sugli ottimi rotocaclchi settimanali portoghesi (che pubblicano cose come il regresso dei My Bloody Valentine, e ho foto-testimonianza). L’album è assolutamente ciò che mi aspettavo: un buon pop sempre meno ossessionato dal tecnicismo, come lui stesso (in concerto a Lisboa il 31 maggio) ha ammesso. La chitarra stavolta si sente e colora molto di più tutto l’album. Se terrà fede alle aspettative, nei prossimi (e ripetuti) ascolti che gli concederò, finisce in top 5 a dicembre.

Gli Air (Pocket Simphony) sono ancora delicati, dream, dolci e lievemente dark; ma mi è sembrato troppo un compitino, stavolta, e notevolmente più accessibile (e giuro, non sono spietato solo a causa della pubblicazione con E*I). Beneficio d’inventario, mi prometto di riascoltarli.

Ho visto Stay, sempre dietro consiglio del videotecaro, con Naomi Watts e Ewan McGregor ancora una volta fuori dai suoi panni. È stupefacente come questo ragazzo, da Trainspotting in poi, sia rimasto irrimediabilmente un personaggio in cerca d’autore. Non so se sono io ad averlo situato lì (Trainspotting, tra l'altro, è arrivato nel momento giusto della mia vita) e a non dargli credibilità, ma non riesce a convincermi mai, per quanto creda in lui, gli sia affezionato e gli conferisca sempre un’altra chance.
Comunque, sono indeciso se il film possa riassurmersi come Donnie Darko che va a suicidarsi a New York, Nicole Kidman (quella lurida) di The Others scaraventata a peso in una macchina del tempo o il ragazzino del Sesto senso tra vent’anni.


Note finali: il Milan ieri ha ladrato, e quando i crucchi hanno fatto gol al 725° minuto ho avuto un orgasmo; sempre a questo riguardo, ho riavuto la pessima idea di entrare in uno stadio portoghese: pessima perché non capisco come sia possibile che mi abbiano sgamato l’accendino nelle scarpe all’entrata, che quando l’arbitro ha annullato un gol valido allo Sporting nessuno abbia tirato nulla in campo, che restituiscano sempre il pallone nonostante non ci siano barriere, che i tifosi avversari –seduti su comode poltroncine imbottite in perfetto stato di conservazione e nessuna divelta- mi erano vicini e si discuteva amabilmente, che tra primo e secondo tempo abbiano premiato i ragazzini delle giovanili pluricampioni ripetendo ad libirum "loro sono lo Sporting, il nostro futuro", che all’intervallo gli altoparlanti passassero Fiona Apple, che sulla metro al ritorno sia entrato un negro con la sciarpa del b*nfica che stava tranquillamente in mezzo a 30 mila dei nostri, che il prato era in perfette condizioni nonostante il diluvio universale di mezz’ora prima e che all’uscita tutto sia filato liscio.
Due begli eventi per cui vergognarmi un po’ di più.
È proprio l’abitudine alla normalità che ho –che abbiamo- perso.