As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

sabato, giugno 02, 2007

Ceramiche apocrife


Andrew Bird, giovedì sera, è salito sul palco dello storico São Jorge; aveva un abito coloniale e le scarpe rosa, e ha decorato un'ora e mezza del nostro tempo con esercizi di musica su auto campionamenti in diretta.
Come dissi, la chitarra stavolta c'è, ed è emozionante; la sua voce, invero monocorde, si spezza sui fischiettii dai quali sembra essere definitivamente preso.
Duemila persone in religioso silenzio, duemila competenti ascoltatori cullati dalla magia dei suoi suoni, dalle luci del palco di un teatro, dai deliri di un triste cantautore del nostro tempo, che non si ferma nell'esplorare nuovi percorsi e che rende l'esagerata sperimentazione piacevole e l'estremo cantilenismo ascoltabile, pescando a piene mani dalla sua intera discografia.

E c'è chi, quella notte, ha preferito andare a vedere dell'argilla modellata...

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