Ceramiche apocrife
Andrew Bird, giovedì sera, è salito sul palco dello storico São Jorge; aveva un abito coloniale e le scarpe rosa, e ha decorato un'ora e mezza del nostro tempo con esercizi di musica su auto campionamenti in diretta.
Come dissi, la chitarra stavolta c'è, ed è emozionante; la sua voce, invero monocorde, si spezza sui fischiettii dai quali sembra essere definitivamente preso.
Duemila persone in religioso silenzio, duemila competenti ascoltatori cullati dalla magia dei suoi suoni, dalle luci del palco di un teatro, dai deliri di un triste cantautore del nostro tempo, che non si ferma nell'esplorare nuovi percorsi e che rende l'esagerata sperimentazione piacevole e l'estremo cantilenismo ascoltabile, pescando a piene mani dalla sua intera discografia.
E c'è chi, quella notte, ha preferito andare a vedere dell'argilla modellata...
2 Comments:
At 04 giugno, 2007 11:15, Anonimo said…
;-)
gigi
At 04 giugno, 2007 20:00, Il_Marchese said…
Che pena, caro mio, non vedere il tuo nome accompagnato da un link.
Posta un commento
<< Home