Oh Sugar
10/4/07
Frammentariamente, le Cocorosie sono una delle cose peggiori che mi siano capitate negli ultimi tempi. Il nuovo album è un inutile impasto di stili senza né capo né coda.
Bella merda.
L’unica cosa di buono che hanno è la fica, ma ciò non le autorizza a pubblicare una tale mistura di banalià assortite e dolori di stomaco senza fine.
Continuano ad essere pompate senza alcuna ragione apparente: ennesimo fenomeno indie del quale continueró orgogliosamente a fare a meno.
Capitolo !!!: mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho scoperto che Myth Takes è un album bellissimo, molto lontano dalle stupide e noiose esagerazioni di Louden Up Now. Meno spigoloso, si mantiene originale e divertente.
Avrei dovuto presenziare al concerto.
Patrick Wolf con il suo The Magic Position mi hanno anch'egli divertito parecchio. Nonostante la firma Pol*dor (della quale proabilmente mi sono accorto solo io, visto che tutti continuano a classificarlo come indie) il disco è accessibile, divertente, diretto, eterogeneo e ha una prima parte da accademia del pop.
Gran bella prova.
Prima pasqua lontana dalla mia terra d’origine, sporcata dalla presenza di odiosissimi spagnoli che sono riusciti persino ad oscurare l’italiano seconda lingua (adesso che l’amato Portogallo va ahimè più di moda del latinoamericano) di questa meravigliosa città.
Sono riuscito finalmente, dopo tre mesi di africani, brasiliani, italietti, spagnoli, crucchi, giapponesi, francesi e compagnia emigrando, erasmus, studentelli, fancazzisti e pseudo-artisti che hanno pericolosamente minato la mia stabilità mentale, a conoscere elementi appartenenti al mio popolo preferito.
Tutto questo perché la mia estrema stupidità mi ha portato ad ignorare questo posto che corrisponde spaventosamente al mio paradiso personale e che si trova esattamente nel palazzo a lato di quello che ospita l’appartamento in cui vivo...
Robe come editors e organ sparati a manetta in mezzo a un delirio dark 1975-1990 con il meglio delle marce funebri che le nostre menti malate abbiano mai potuto desiderare.
E di nuovo braccia aperte, conversazioni interessanti, conoscenza degli ulimi fenomeni indie al di sopra di ogni più rosea aspettativa, amicizie inaspettate, persone gentili e divertenti.
Parlerò anche di questa meraviglia (che dá il titolo al post), mentre a Lisona il sole splende, la sera vado in club ricreativi che ricordano i primi anni della mia vita e il B*nfica ruba peggio della Rubentus.
Comincia l’open dell’estoril tra qualche giorno.
Avril mi sta deludendo, ma veramente, mi fa proprio male.
La niusletta annuncia che lei (o chi per lei) ha deciso di potenziare la parte punk (?) di under my skin,e di portarsi dei ballerini sul palco, con i quali la nostra biondina del cuore danzerà durante le esibizioni del prossimo tour, come nemmeno la peggiore sciachira. Pessima scelta, perchè era solo in virtù dei pezzi lenti e melodici dell’ultimo album che quasi ero riuscito a conferire un minimo di credibilità alla mia strenua e donchisciottiana difesa della bontà del suo lavoro e della sua musica.
Facciamo così: non parliamoci per un po’, e ci sentiamo al prossimo cd, ingrata nana canadese dei miei zebedei, va bene?
Frammentariamente, le Cocorosie sono una delle cose peggiori che mi siano capitate negli ultimi tempi. Il nuovo album è un inutile impasto di stili senza né capo né coda.
Bella merda.
L’unica cosa di buono che hanno è la fica, ma ciò non le autorizza a pubblicare una tale mistura di banalià assortite e dolori di stomaco senza fine.
Continuano ad essere pompate senza alcuna ragione apparente: ennesimo fenomeno indie del quale continueró orgogliosamente a fare a meno.
Capitolo !!!: mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho scoperto che Myth Takes è un album bellissimo, molto lontano dalle stupide e noiose esagerazioni di Louden Up Now. Meno spigoloso, si mantiene originale e divertente.
Avrei dovuto presenziare al concerto.
Patrick Wolf con il suo The Magic Position mi hanno anch'egli divertito parecchio. Nonostante la firma Pol*dor (della quale proabilmente mi sono accorto solo io, visto che tutti continuano a classificarlo come indie) il disco è accessibile, divertente, diretto, eterogeneo e ha una prima parte da accademia del pop.
Gran bella prova.
Prima pasqua lontana dalla mia terra d’origine, sporcata dalla presenza di odiosissimi spagnoli che sono riusciti persino ad oscurare l’italiano seconda lingua (adesso che l’amato Portogallo va ahimè più di moda del latinoamericano) di questa meravigliosa città.
Sono riuscito finalmente, dopo tre mesi di africani, brasiliani, italietti, spagnoli, crucchi, giapponesi, francesi e compagnia emigrando, erasmus, studentelli, fancazzisti e pseudo-artisti che hanno pericolosamente minato la mia stabilità mentale, a conoscere elementi appartenenti al mio popolo preferito.
Tutto questo perché la mia estrema stupidità mi ha portato ad ignorare questo posto che corrisponde spaventosamente al mio paradiso personale e che si trova esattamente nel palazzo a lato di quello che ospita l’appartamento in cui vivo...
Robe come editors e organ sparati a manetta in mezzo a un delirio dark 1975-1990 con il meglio delle marce funebri che le nostre menti malate abbiano mai potuto desiderare.
E di nuovo braccia aperte, conversazioni interessanti, conoscenza degli ulimi fenomeni indie al di sopra di ogni più rosea aspettativa, amicizie inaspettate, persone gentili e divertenti.
Parlerò anche di questa meraviglia (che dá il titolo al post), mentre a Lisona il sole splende, la sera vado in club ricreativi che ricordano i primi anni della mia vita e il B*nfica ruba peggio della Rubentus.
Comincia l’open dell’estoril tra qualche giorno.
Avril mi sta deludendo, ma veramente, mi fa proprio male.
La niusletta annuncia che lei (o chi per lei) ha deciso di potenziare la parte punk (?) di under my skin,e di portarsi dei ballerini sul palco, con i quali la nostra biondina del cuore danzerà durante le esibizioni del prossimo tour, come nemmeno la peggiore sciachira. Pessima scelta, perchè era solo in virtù dei pezzi lenti e melodici dell’ultimo album che quasi ero riuscito a conferire un minimo di credibilità alla mia strenua e donchisciottiana difesa della bontà del suo lavoro e della sua musica.
Facciamo così: non parliamoci per un po’, e ci sentiamo al prossimo cd, ingrata nana canadese dei miei zebedei, va bene?
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