As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

lunedì, giugno 11, 2007

Dalla Bica a me stesso


Santi popolari a Lisboa: come trovarsi catapultati, inoltrandosi nel profondo di una capitale europea, in un mondo fatto di tavoli di persone sconosciute ubriache che cantano fado, ballano per strada e consumano birra e sardine festeggiando insieme.
Molti dicono che Lisboa non sia altro che una serie di Bairros vicini che rappresentano ognuno di essi un piccolo paesino; e forse è questo il segreto che fa funzionare una sagra del contadino in piena regola nel 2007 alla faccia di chi le tradizioni se le è dimenticate, se le è trasformate, se ne vergogna. Un altro tuffo nel passato di tanti anni fa, con il calore umano naturale a sostenerti, a farti sentire un po' meno invisibile di come probabilmente si è, sempre, inevitabilmente. Quando però il dolore quasi non si sente più.
Alfama e Bica, in un altro fine settimana col sabato segnato da una indomabile stanchezza che mi ha portato ben presto a letto; tavoli organizzati da famiglie zingare che offrono vino e carni varie e sardinhas alla brace tra festoni e su e giù da scale, tra Avenida e Margem Nord.
Dicono che i lisboetas impazziscano durante questo periodo; se le premesse sono queste, in realtà, credo che il mio stupore deriverà di più dal fatto che tutto ciò si svolgerà in tale inusuale contesto anzichè dai vari avvenimenti che seguirò, inclusa la sfilata delle coppie che si sposeranno a Sant'Antonio, accuratamente scelte tra innumerevoli da tutta la città.
Una sagra paesana moltiplicata per mille, l'ho ribattezzata con un amico proveniente dalla mia stessa zona.
Aria di casa, ancora una volta.
Qualcosa di profondamente mio, ancora una volta.

Rimango sempre più stupito, semmai, dai tizi del Gato Fedorento, tipico programma ironico della televisione nazionale portoghese alla domenica sera; in sostanza ci sono quattro pazzi che partono dall'imitare l'incedere verbale dei portoghesi del nord per ridicolizzare politici e attitudini lusitane dai quartieri più alti a Seixal, con intermezzi di esibizioni di genii come David Fonseca, che fino a stasera ha ben pensato di adattare una canzone di Monica Sintra (una paus*ni lusa) ad uno standard udibile, in inglese e ben ritmata.
E fin qui.
Solo che come lo spieghi alla gente che il corrispondente italiano è Z*lig?

E a piccola percentuale di proposito, Cats on Fire con The province Complains mi sono piaciuti, ma ben lungi dalla misura in cui sono stati idolatrati dalla indiecritica; mi piacciono in qualità di twee-fenomeno, passo impercettibile nel cammino di genere.
Come del resto, fatte le dovute distinzioni, per Clemente con ...whilst honey hums - in streaming.

L'altro giorno, a formazione, ci hanno sottoposto a una specie di test psicologico, autore qualcuno che avrò pure studiato ma nonmiricordocomesichiama.
In pratica ti davano un foglio bianco con 6 quadrati, e ognuno di questi quadrati conteneva una figura geometrica, e a partire da quest'immagine bisognava disegnare la prima cosa che ti veniva in mente per ciascuna cella.
Solo successivamente ci avrebbero svelato che ciascun quadrato rappresentava, rispettivamente, l'Io, gli Altri, la Famiglia, il Futuro, il Lavoro e L'Amore (manco gli oroscopi, lo so).
-Ebbene, l'Io era un cerchio. Ci ho fatto dentro due occhi, un naso, una bocca.
Perché probabilmente sono semplice, così come appaio. Spontaneo, puro. Banale, a volte.
-Gli Altri era una zeta. Ci ho fatto dentro una lettera postale. Un mezzo di comunicazione che più antiquato solo i tamburi.
Obsoleto, ma del quale non mi stancherò mai, forse. Una comunicazione intima, profonda, lenta. Quello che è diventato un pc, freddamente, una mail.
E che ha significato tante persone. Gli altri che ho conosciuto di più.
-La Famiglia era un semplice rettangolo, che, alla maggior parte, ha ispirato una semplice e banale casa.
Io, appena ho visto quel rettangolo, ci ho visto immediatamente una radio marroncina che nei tardi anni '80 era sistemata sul termosifone vicino ad una poltrona.
Lì passavano partite di calcio, quando la televisione non c'era. Lì si metteva la cassetta di Natale, quando significava qualcosa. Lì ascoltavo Lucio Dalla
con un anno che verrà.
Dei pesci rossi, ricordo; il balcone azzurro. Un albero di pere, il vento forte.
-Il Futuro, un quadrato, è diventato una scatola nella quale conservo le cose che scrivo, i miei plettri, le note che ricevo. Tutto ciò da cui non mi separerò mai.
Quelle carte insignificanti che valgono più di qualsiasi altra cosa. Il segno tangibile del mio divenire.
-Sul Lavoro transeat.
-L'Amore era un punto. Ci ho costruito un vinile.
Sarà semplice, riduttivo, ed anche ingeneroso nei miei confronti vederci qualcosa di uguale che gira sempre intorno, come penserà la totalità dei miei amici lontani che sta leggendo queste righe.
È più lontano che mai, oltretutto, in questo momento, anche se l'altra notte, come capiterà sempre, credo, ho sognato ancora una volta quell'unica anima nera-nera e uguale alla mia che ho avuto la sorte di incontrare per le strade della mia vita.
Io ci ho visto solo l'amore per la musica: l'unico amore reale, corrisposto, sincero, incapace di tradire, incapace di far soffrire (ok, tranne tizianoferro), che mi ha sempre dato più di quello che mi aspettavo. Sempre.
Senza che io mai avessi chiesto niente.

Il mio compito a casa d'inglese, composizione su tema libero, è stato "la breve vita di Ian Curtis".

7 Comments:

  • At 11 giugno, 2007 19:23, Anonymous Anonimo said…

    ...semplicemente fantastico....

     
  • At 12 giugno, 2007 01:29, Anonymous Anonimo said…

    Quindi non é rimasto + niente di noi?
    Dedicami almeno la tua ultima sigaretta di stanotte.
    Ti vogghiu beni frati.
    Zia Juanna du Brasil

     
  • At 12 giugno, 2007 17:06, Blogger Il_Marchese said…

    Bona Tino. Ma Olga dippiù.

    Juanita, voi siete stati i primi. E ogni prima volta non si scorda mai. ;)

     
  • At 12 giugno, 2007 23:17, Anonymous Anonimo said…

    vivaroi.....
    non puoi immaginare che festeggiamenti sotto la sede di forzait*lia....

     
  • At 13 giugno, 2007 07:59, Blogger Il_Marchese said…

    Ma di chi? Io non ho ancora capito chi ha vinto...

     
  • At 13 giugno, 2007 11:17, Anonymous Anonimo said…

    ha vinto romeo... anzi a quanto mi hanno detto ha stravinto...
    poi hanno festeggiato come i pazzi sotto la sede di forzait*lia....
    ...abbiamo cambiato monarca...

     
  • At 13 giugno, 2007 11:18, Anonymous Anonimo said…

    P.s.: tanti auguri di buon onomastico...

     

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