As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

sabato, settembre 29, 2007

Pareti di fiori


Quando finalmente troverò il cavetto per la macchina fotografica, vi mostrerò un'immagine della pubblicità del Lux, che inevitabilmente influenzerà tutte le pubblicità portoghesi dei prossimi mesi. Perlomeno quelle lisboetas.
Edit: l'ho trovato. "Ragazza yé-yé che mangia feijoada brasileira".

È tornato l'autunno e come sempre le cose cominciano a correre meglio: dal lavoro alla vita sociale in genere, quando si celebra con gioia astrale il ritorno di VLAP; come me la ricordavo, divertente, diretta, squilibrata, dolcissima e sfrontata come sempre. Da emigrante a Lisbona, in quanto nordica, guarda ai betinhos e agli chungas come guardo io, tra disprezzo, causticità e ironia, mentre pezzo per pezzo costruiamo il nostro mondo folle e colorato, con le mura impermeabili allo snobismo e alla scarsa umiltà di questi quattro pseudo-metropolitani.

Ho incontrato la tipa dei Gift in due negozi rockabilly (non chiedetemi che ci facevo lá dentro, diciamo che ci sono capitato per sbaglio), mentre mi piacerebbe far notare come White Chalk, nuovo album della sempre cara PJ Harvey, sia bellissimo e gotico. Gotico, sì, perchè PJ non è mai stata simile a sé stessa, e stavolta ha toccato le corde che mi sono piú care, e tanto caro mi sará anche questo cd, arrivato in un momento appunto difficile da dimenticare. PJ sembra una bambina quando canta... E vale la pena ascoltarlo, e ascoltarlo più volte, e farlo finire in top 20 di fine anno.

Chiudo, con una perfect pop song: Andy Warhol & the honey bees, dei Walker Kong, dell'album Deliver Us From People.
Con La rivolta dei pasteis de nata.
E con i Cure a Lisbona l'8 Marzo 2008, con un nuovo album.
Pochi giorni dopo la fine del mio contratto di lavoro, nel decennale del mio primo cure-concerto. Vediamo se ci sarà da festeggiare.

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