Porto
Porto é scoprire un altro angolo incantevole di questa terra, un altro modo di vivere a agire, una mentalità differente ma non per questo meno portoghese del resto.
Parto il venerdì, e il tempo é inclemente. Acquazzoni torrenziali ci impediscono di muoverci liberamente in lungo e in largo, ma non per questo si perde il fascino di una città molto piú decadente di quella Lisbona antica cui ho dedicato qualche riga.
Porto é differente. Il centro é un susseguirsi di case diroccate in tinta di pastello: rosa, giallino, pronte a caderti addosso. Qualcuno parla di "fascino brutale", ed effettivamente la definizione, almeno per gli anfratti bui delle viuzze che si intersecano sinistramente tra barboni, spacciatori, zingari e mendicanti, con odori forti di pesce dai ristoranti e negozi di vino fermi a chissà quanto tempo fa, mentre i gabbiani si posano sulle statue al centro della piazza col loro verso che sembra figlio di chissà quale male di vivere, sembra piú che azzeccata.
Le statue di porto, dicevo, cantano di tristezza; i palazzi cantano di tristezza; la gente che parla rapidamente in modo incomprensibile, un tram giallo senape, un anziano signore che chiede se abbiamo i soldi per l'autobus e in generale l'incredibile disponibilità di tutti dimostra l'apertura differente di questa gente: se mai esistesse gente di mare, ecco, la gente di Porto ne é l'idealtipo.
Visi scavati e vita precaria: barche che trasportano vino sul Douro e ponti che collegano le due sponde. La notte tutto ció diventa di una tristezza amabile. Nulla da invidiare a Parigi o Venezia o altre città che la gente definisce comunemente romantiche. E quella pioggia, poi.
Stupefacente incontrare una quantità di dark allucinante: bambine con borchie in nero, ragazze in gothic style, uomini con dfondotinta serate a tema pubblicizzate in ogni dove.
Sembra quello che ho sempre sognato di una Berlino anni '80.
Quando avrò la possibilità, ci sarà una foto che ritrae un programma di una serata goth: cure, bauhaus, depeche, dead kennedys, cocteau, j&mc...
In tutto ciò, un evento surreale: entriamo in un locale gestito da due anziane signore-anziane, parliamo di 70/80 anni- che passa solo trash metal sepultura megadeth iron maiden. Rimango basito.
Peccato non avere una camera. Credo che difficilmente dimenticherò l'immagine dell'anziana che alza il volume in occasione di uno dei milletrecento tambureggiamenti da pazzi di un batterista cocainizzato.
La gente esce di casa alle 3 di notte, e sono tutti matti. Ubriachi o drogati o parcheggiatori sempre brilli che non si capisce come facciano.
Zona antica si intende: la cattedrale, in stile barocco, é paurosamente cupa e opprimente.
Credo di impazzire. Un paradiso personale.
Il museo del vino, ubriachi alle 4 del pomeriggio.
E poi, ecco la contraddizione, di questa terra sempre così in bilico: la zona moderna.
Palazzi enormi, metropolitana ultramoderna, il "Jardim" della fondazione Serralves che è un Eden, e il gabbiano ritratto al volo e l'Oceano dal Castello do Queijo con un lungomare fantascientifico a destra e medievale, colmo di azulejos, a sinistra.
Il museo di Arte contemporanea che offre le opere di alcuni pazzi straordinari: un tizio espone i maledetti potenti del pianeta, e uno dei primi ad essere ritratto é il nano preferito da questo blog.
Questo criminale ce l'ha con tutto e con tutti, i suoi deliri sono esilaranti e non sa nemmeno lui dove vuole arrivare.
Praticamente un genio.
Ritorno a casa e mi sento spossato, dentro, anche io.
Sono cosí stridenti, i contrasti di Porto, che non posso non avere da pensare, da essere disorientato.
Lisbona é un'altra cosa, sicuro: ma il fascino di questa città, aperta con una claque ultrafascista che quelli della Lazio sono monache di clausura, vive su queste differenze irriducibili che mai saranno risolte.
Ed é impressionante.
2 Comments:
At 09 marzo, 2006 11:33, Anonimo said…
Quando fui a primeira vez à CSPEong, escolher o país onde iria fazer o “Leonardo”, foi quase uma intuição: Portugal era um dos países, não poderia ser diferente.
O meu sentimento, foi sempre de um grande pessimismo: tinha quase a certeza que nunca poderia ganhar o lugar para partir, foi inesperado saber que tinha de partir, dali a um mês.
E quando parti a minha bagagem ficou cheia de sonhos: tinha medo que quando chegasse ao aeroporto, alguém me poderia dizer que o peso era muito mais do que o permitido.
E cheguei aqui, num dia de sol, estranho para a altura: era uma terça-feira, um dia pequeno, anónimo para “desaparecer, dizer adeus, fugir” (cit), porque era isso: precisava de uma nova possibilidade, de descobrir qualquer coisa de novo. Não era a primeira vez para mim, estar num país estrangeiro, mas agora, aos 25 anos e com uma licenciatura, era como mudar de vida.
Para encontrar o quê? Ainda não sabia.
O acolhimento foi organizado por uma associação… A Associação Adamastor… E também isso era uma dúvida: o que poderiam ser essas pessoas? Seriam velhos cabrões? Seriam arrogantes? Nada disto.
O Pedro e o Hugo, aqueles que fizeram o acolhimento foram duma disponibilidade incrível . E uma casa cor-de-rosa, em Vildemoinhos, que não é uma cidade, nem uma freguesia, mas uma condição de alma! Somos TRAMBELOS, não é?
E depois o curso e a Daniela, que definir uma pessoa espectacular é um eufemismo: uma professora que fez de nós, burros, portugueses perfeitos, ou tentou… mas era preciso apenas ouvi-la para ter uma verdadeira paixão por esta terra. Era preciso ver o seu orgulho por aquela bandeira, esta condição de viver, esta cultura.
A gente, a disponibilidade, a humildade, o Pedro que no domingo levou-me ao centro de saúde, fez-me sentir ainda melhor do que em minha casa. Então, como é possível não se apaixonar por esta nação?!
Eu amo Portugal, como não se pode amar nenhuma outra coisa: e isso é principalmente por causa destas pessoas! Por isso, queria ficar: nem nos meus sonhos pensei em tal coisa. Toda a minha alma, o meu espírito querem ficar aqui: é uma maravilhosa mudança, um sentido para a minha vida que estava a tornar-se tão cinzenta e triste.
Hoje, as cores do meu mundo estão mais vivas. São diferentes: têm uma luz vermelha e verde. E isso é Portugal. E o meu Portugal, que foi amor à primeira vista, foram a Daniela, o Pedro e o Hugo. Foi a Adamastor.
És sem dúvida um grande escritor.... Dani
At 09 marzo, 2006 19:39, Il_Marchese said…
Obrigado!
Questa é la cosa che scrissi riguardoil 'mio' Portogallo...
Ne verrà un post... Ma non adesso!
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