Cosa sta girando.
Le palle, prima di tutto e semplicemente per tante ragioni.
Ma mi riferisco alla mia musica del momento.
Recuperare i tre mesi portoghesi non è mica uno scherzo... Eppure ho avuto il tempo di:
-dimenticarmi definitivamente di Adam Green (Jacket full of danger). E' impazzito: 1930;
-mettere un trattino cancellando per sempre dalla mia memoria l'ennesima fuffa dei Fiery Furnaces (Bitter Tea). Zero totale, senza senso nè capo nè coda. Nè elettronica nè sperimentazione. Un neonato al mixer;
-comprendere come io con gli Artic Monkeys non avrò mai niente a che fare (bloc party? mercury rev? etc etc etc?);
-adorare i Devics (Push the heart): dolci, delicati, sussurrati, melodici. "If we cannot see" canzone dell'anno. Azzardo: a volte mi ricordano i Delgados;
-commuovermi col best di Cat Power. Alla frutta, sì, e dopo un album di cover è tutto dire... Eppure bello;
-elogiare il nuovo dei Calexico ((Garden Ruin). Maestri, come sempre;
-celebrare con gioia il nuovo Non Voglio Che Clara (Omonimo) : dicono che live stiano facendo pena, eppure quest'album ha fatto seguito a quell'EP (perchè altro non è se non un EP) di Hotel Tivoli. Cavolo, canzone d'autore italiana allo stato purissimo.
Dopo essere stato ammorbato da sanremo et similia, questo mi lega fortemente alla musica di casa nostra (vostra), coltivando una speranza, nonostante apparizioni a primi maggi e tutto il resto da parte di chi invece dovrebbe tirarne le fila;
-Io di Morriss*y non parlo;
-...ma dei Belle & Sebastian (The life pursuit) ho già detto? Li avevo già a gennaio. Hanno suonato spesso nel mio lettore in Portogallo. Onesto, molto loro. Belle and Sebastian;
-ascoltare i Mogwai (Mr. Beast) ennesima riconferma. Ottimo, campioni del post. Più invernale che primaverile, com'è ovvio;
-osannare gli I love you but I've Chosen Darkness, Fear is on our side. Cure, spesso, molto spesso, tra Faith e sbotti disintegration. Diciamo un The Top. Ma sbandamenti post-rock senza troppe pretese. Li seguo, li metto su un gradino parecchio alto;
-e infine, ma sopratutto, innamorarmi profondamente, tremendamente, teneramente, meravigliosamente e perdutamente delle The Organ (Omonimo).
The Organ.
Cinque meraviglie del creato che angelicamente coverizzano senza alcun pudore i primissimi Cure (e gli S*iths, ma io di M*rrissey non parlo). Con spirito naif, senza alcun tecnicismo. Con anima indie semincapace. Scrissi di loro: "[...] cazzo, 5 zoccole che mi copiano 17 seconds e sti cazzi. Il mio sogno erotico+musicale mai esistito. Manca solo che siano portoghesi."
Il sogno di ognuno di noi, di produrre un cd di cover dei Cure e suonarle in giro.
L'album è dell'anno scorso, sono esplose adesso.
Questo blog adora, e lotta con furore per diffonderne universalmente il verbo.
2 Comments:
At 28 aprile, 2006 20:25, Anonimo said…
the organ portoghesi? naaa canadesi!
adamo verde poveraccio non me lo dovevi toccà 8e poi lui è nato pazzo non è che lo sia diventato...)
At 28 aprile, 2006 21:24, Il_Marchese said…
Magari fossero portoghesi, ho scritto...
Manca solo quello per essere perfette!
Adamo l'anno scorso aveva fatto uan roba proprio bella... Nel post di fine anno l'ho scritto... Ma quest'album... diosanto..
:)
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