As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

martedì, giugno 06, 2006

Martina e il futuro davanti


E’ finita.
Ci ha fermati quella là.
Quella che a scuola è sempre puntuale, quella che sorride a tutti, quella che aveva i brufolazzi e poi la mamma l’ha mandata dal dermatologo, quella là che è la migliore amica dell’oca perché gli piace il giocatore di baseball e poi infatti glielo ciula (Hewitt docet), quella cicciotella che non studia tanto perché è brillante e ti dà sui nervi perché è sempre buona con tutti e socialmente impegnata, fa le assemblee d’istituto e salva i gattini.

Dea Martina cade contro Kim.
Un primo set difficile, eravamo sotto 5-2 e abbiamo ripreso la tettona burrosa antipatica fino al 5-5. Dea Martina arrancava all’inizio, poi ha cominciato a fare smorzate, a respingere la burrosa, a farla spostare, ad avvicinarsi a rete.
Mini grigia e smanicata rosa, ancora, perché c’aveva portato bene. Un campo tutto contro di noi, che non ci perdona niente; Dea Martina interrompe uno scambio perché diversamente il signor giudice di linea non chiama il fuori. Dea Martina serve solo un ace, ma pian piano si riprende.
5-5, 6-6 e tie-break.
Sorridi, Martina, quando burrosa ci condanna.
Ed è finita, perché nel secondo ti ostini a darle palle su quel rovescio lungolinea che ci fa tanto male. Ed è 6-1.

Si vede, il bagliore celeste t’è venuto solo quando abbiamo raggiunto la belga antipatica sul 6-6. E niente più.
Sorridi di un sorriso amaro agli ultimi cambi di campo.
Sorridi mentre il vento ti alza il gonnellino e quella scivola da tutte le parti prendendoci pure i geniali contropiedi che le facciamo.
Sorridi, Martina, perché Venus intanto ha perso pure, e perché noi a cavallo tra 79 e 80 siamo sempre un po’ incompiuti.

Non era il nostro torneo, forse, Martina.
Ma guarda quanto hai fatto, quante ne hai messe in fila.
Quanto il tuo tennis sia ancora classe, divertimento, variazioni e rovesci a una mano, smorzate e recuperi dal fondo.

Sei tornata Dea, e verrà il tempo che tutto questo tornerà, che sarai ancora regina.
Verrà il tempo per vivere il futuro che abbiamo davanti.

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