As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
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"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

martedì, agosto 09, 2005

Io non tremo.

Ieri ho visto gli Afterhours live a Fuscaldo.
Concerto meraviglioso.

Non era la prima volta che andavo a vedere gli Afterhours.
Spesso il rendimento live di Agnelli è al di sotto delle attese meno rosee: perde la voce alla terza canzone, stecca clamorosamente, sale sul palco scazzato al massimo, non ricorda i testi.
Se il prezzo del biglietto fosse stato superiore ai 20 euro, giuro, non sarei andato a vederli, per quanto siano uno dei gruppi che più ho amato nella mia vita, per quanto abbia gradito anche l'ultimo album, almeno nella seconda parte.

E invece.

Invece ieri è stata una serata magica.
La location è un piccolo campo sportivo di paese, prato in erba (e questo conferisce un po' di fascino) e il palco è sistemato davanti a una brulla montagna appenninica, con tanto di paesino simil-presepio come se ne vedono tanti da queste parti.
Sarà stato questo, sarà stato che eravamo meno di 300 persone, appassionate e commosse, sarà stato il sostanziale fresco rispetto alle altre sere agostane di questo 2005, Manuel ci ha regalato un concerto straordinario.

Due ore e un quarto.

Apre una band di ragazzini che si chiamano 'MF' (?), musicalmente copia conforme degli A Perfect Circle, e il cantante che cerca con scarsissimi e deludenti risultati di imitare Mike Patton. 'Na palla. Ma non così.

Aggiungiamoci che per 'riscaldarci' mettono su l'intero Master of Puppets dei Black sabbath, due-tre pezzi dei Led Zeppelin e un intero Faith No More.
La risposta è clamorosamente deludente.
Orde di ragazzetti incapaci di cantare una canzone che fosse una.
Non conoscevano testi, non conoscevano autori, non sapevano nulla.
Ma porca miseria, come fate?
A presentarvi anche a un solo concerto in queste condizioni?

Insomma, ci mettono addosso la depressione, e l'inizio con Transmission è pressocchè sottotono.
Ci scaldano le prime note di 'è la fine quella più importante', un altro pezzo del nuovo e Manuel ci regala la prima sorpresa: 'Rapace'.
Manuel non stecca, tiene la voce benissimo: ci guardiamo tutti stupiti, mentre le luci violacee del palco materializzano cavalieri sieropositivi. Passiamo per 'le piccole jene' e 'carne fresca', 'male in polvere' ed ecco 'sui giovani d'oggi ci scatarro su': la presenta nel più banale dei modi ('ed ora un pezzo lento per rilassarci') ma il rendimento è straordinario.

Note di merito vanno tributate al batterista, Giorgio Prette, di una precisione stratosferica, e sopratutto a Dario Ciffo, violinista, che entra, si siede alla tastiera e canta da solo un pezzo molto intimo. Poliedrico il ragazzo, visto che più avanti, nel concerto, Agnelli gli lascia il microfono e con voce squarciante dipinge 'Dea'.
Altro regalo meraviglioso.

Siamo noi a chiedere '1.9.9.6.', con un coro forte e deciso, ma Agnelli fa orecchie da mercante. Applaude al pubblico ma ci comunica che lui sì, è vero, è una testa di cazzo, come tutti i suoi musicisti.
Parla poco Manuel, pochissimo. Lo sputo in faccia arriva, una volta sola, durante 'male di miele', ma non per questo lo vedo emaciato o stanco.

Continua a tenere la voce per tutto il concerto. Il suo classico perdersi e urlare con la carotide che si gonfia senza risultati non si vede nemmeno. Evidente stato di grazia.
Non abbandona mai il microfono, tranne in alcune occasioni, per renderci solo più partecipi se diamo segni di cedimento. Lui no. Lui non cede mai.

La sua voce si rompe, per l'emozione, una volta sola.
Su 'quello che non c'è'.
Perchè la sussurra.
E si mette a piovere piano.
E noi stiamo cantando sotto, lo stiamo accompagnando.
E davvero i brividi scivolano lungo la schiena.
E scorre una lacrima.
Mi ritrovo a cantarla abbracciato ad una sconosciuta (bruttina, ad onor del vero).

'Non sono immaginario' da solo chitarra e voce, è dolcissima lettura di vago tremore, 'pelle' seduto al piano è reinterpretata con grandissima personalità, una 'sangue di giuda' urlata con dolore ed evidentemente molto 'sentita'. Lacerazioni interiori, senso di disfatta, dolore infinito con grande dignità.
'Bye bye bombay' la cantiamo noi, 'Veleno' (incredibile, inaspettatissima) solo chitarra e violino, 'strategie' pogo da matti, altre nuove e si chiude col 'Compleanno di Andrea'. Altri sussurri al cuore.

Ancora canta come fosse la prima canzone.
Sovrumano.
Una cura rigenerante? Doping? Operazione alle corde vocali?
Unico appunto: come al solito, variazioni, almeno musicalmente, rispetto alle versioni 'album' ce ne sono davvero poche. Solo alla voce rimane lo spazio per folleggiare.

Fatto sta che ci ha regato un concerto ad altissimo tasso emotivo.
Un caleidoscopio di emozioni indimenticabili.
Inaspettato, ripeto, è il termine giusto per definirlo.

Note di colore: tre gin lemon, ormai sono dipendente, e dunque favolosamente semi-ubriaco; spilletta dei Magpie alla prima uscita ufficiale e richiesta di notizie da più parti; ho quasi litigato con un tipo in prima fila che si lamentava per le spinte nei poghi.
Il discorso è semplice:
ti ammazzi per stare in prima fila.
Si comincia a pogare.
Io sono dietro di te.
Trecento persone mi spingono.
Finisce la canzone da pogo, inizia un pezzo lento.
'Sto tipo spinge indietro.
Lo chiamo: 'oh, ma sei impazzito?'
E lui: 'ma che vuoi, mi potevi fare male!'
E noi: 'ma ti rendi conto che sei in prima fila? E' normale che ti arrivano le botte! Io qua dietro ne prendo, fa parte del gioco, del divertimento'
E lui: 'oh ma che cazzo dite? così non ci si diverte'

Chiaramente tutti lo guardano male.
Era il suo primo concerto.
Finisce là.

E qui ci sono le foto che ho scattato all'evento.
Lo so che non sono un granchè, ma è già qualcosa... :)
Enjoy!

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