As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

mercoledì, agosto 31, 2005

La Malavita, il malanimo.


Finchè ho potuto me lo sono portato dentro.

Il cd dei Baustelle lo ascolto ininterrottamente dal 14 di agosto.

Non ce la faccio più.

Mi piace pochissimo.

Forse perchè sono un innamorato e aspettavo questo album con attesa spasmodica: volevo sapere come sarebbe andata, volevo sentire la voce di Bianconi cantare musica 'altra', volevo sentire i synth di fab, volevo sapere se il tanto temuto 'sputtanamento' da major sarebbe arrivato o no.

Eccolo, allora, questo album.
L'inizio è 'cronaca nera', un'aria strumentale assolutamente baustelliana, godibilissima, un minuto e spiccioli.

E poi arriva 'la guerra è finita'.
Un pezzo ENORME.
Un pezzo sulla linea melodica di 'gomma', addirittura, di 'sadik'. Un pezzo del sussidiario, una storia molto baustelliana.
E quel ritornello, così Pulp (il gruppo, non lo stile): apre, si chiude, si riapre, accordo pieno.
E bianconi straordinario, un incedere a 4/4 favoloso.
Sarà un singolo? Sarà un singolone.
Una perfect pop song.

Faccio io: 'sti qua han fatto un album favoloso.
Ma parte Sergio, che sto imparando ad apprezzare solo da poco.
Inzialmente quel ritornello strano, con parole alla rinfusa, aveva poco di Baustelle: l'abilità stratosferica del Bianconi è quella di conferire dignità a storie apparentemente e generalmente squallide.
Bianconi sa raccontare una storia, anche con parole semplici, chiare e banali, ma la modula con la sua voce e la rende bellissima. Costruisce un mondo intorno. Richiama ricordi di infanzie di vergogna e bassezza. Ma umanità a non finire.
Sergio ha queste caratteristiche, ma me ne sono accorto in ritardo.
Ma non è stata una folgorazione come Love Affair, come Il Musichiere.
E' dolcissima, coinvolgente, ispirata.
Ma meno folgorante.

Poi ci sono i Provinciali, un pezzo davvero di epoca 'remota', pre-sussidiario, e allora provincia isterica, morire la domenica, chitarre effettate, basso a riempire, arrangiamenti di baufab.
Alto livello.

A vita bassa: testo notevolissimo, canzone al di sotto delle attese.

Poi il nulla.
Del Corvo Joe apprezzo il ritornello, il resto è noia mortale.
Inverso per 'Un romantico a Milano'. I primi ascolti me la facevano odiare, adesso dico che forse, con un po' di lavoro in più, sarebbe stata una buona canzone. Ma il ritornello non si può sentire.
Il nulla (nomen omen) è una canzone di valeria rossi.
'Perchè una ragazza di oggi può uccidersi' è insignificante.
Cuore di tenebra non è una canzone dei Baustelle. Una chitarra inusitata.

Io credo che quest'album non è paraculo. E' solo molto mediocre.
Col 'sussidiario' non può assolutamente reggere alcun tipo di confronto.
Provo allora a fare un paragone con 'la Moda': nella moda ci sono due-tre canzoni stratosferiche, due-tre ottime e le altre buone.
Direi nel primo gruppo Love Affair, Alain Delon, La moda, e.n.; poi la settimana bianca, reclame, lo ye-ye; e poi le altre.
Tutte comunque opere bellissime. Episodi che disegnavano il mondo bau in modo cristallino e dorato.
In questo album vedo due-tre canzoni buone (i provinciali, la guerra e sergio), tre mediocri (il romantico, il corvo joe e a vita bassa) e il resto zero, zero assoluto.

Altra impressione: questo album mi sembra la produzione singolare e univoca di Bianconi. Rachele ripeto in secondo piano, Massara quasi ininfluente: solo nel 'romantico' si sente la sua mano, e nei Provinciali, che però è sufficientemente 'vecchia' per non poter far testo.
Testi banalissimi, troppe volte, però. Poco autoreferenziali, poco snobismo tipicamente baustelliano . Poche citazioni allucinantemente inaspettate, come Francesco faceva una volta.
Bianconi scrive cose, racconta fatti anche banali, a volte, con una raffinatezza grandiosa, come ho detto sopra. Rendendoli quasi commoventi, dando dignità a cose che generalmente sembrano squallide. Lo scrissi pure, in altri posti, i baustelle li amo anche per questo. Forse sopratutto.
Questa volta la raffinatezza non ce la vedo. E' come dire che se sussidiario e moda erano tutta una vetta di raffinatezza 'letteraria', la malavita vive di picchi.
E se non c'è il picco, il testo diventa banale e ridicolo.
E troppe volte risulta esserlo, alle mie orecchie, 'La Malavita'.

Voglio sperare che questo sia il prodotto di una corsa contro il tempo: nel senso, se è venuto fuori quest'album al di sotto delle attese, probabile che la colpa stia nel fatto che l'album non è stato 'rifinito' nel migliore dei modi. Cioè, forse ci sono i Baustelle in nuce, forse le idee ci sono, ma sviluppate così...
In 'cuore di tenebra' si può trovare in nuce -per dire-' la canzone di alain delon', con quella chitarra là.
Come trovo in nuce, in 'a vita bassa' lo yè-yè.
Oppure in 'perchè una ragazza...' (ribattezzata 'valeriascusamièstatounerror e') trovo in nuce che so, un pezzo a due voci del sussidiario con arie da moda.
Il problema è che, ad esclusione della 'guerra', che è una canzone meravigliosa oltre ogni limite o i provinciali, che è palesemente fuori dal contesto dell'album, trovo tutto in nuce, appunto.
Sembra fatto per forza, sembra fatto contro il tempo. Sento testi a volte lontani, troppo lontani dallo stato di grazia del Bianconi che ti ipnotizzava con una citazione.

C'era l'idea di fare un album 'per vendere'? Forse, e forse i Baustelle non riescono proprio a tirar fuori una roba del genere, ed è venuto fuori un ibrido.

Fosse stato un album di qualsiasi altro gruppo avrei tenuto le due canzoni e poi messo nel cestino della memoria l'intero cd.
Un po' come per i Babalot: mi piacciono due canzoni, le altre no. Ebbene, ogni tanto ne metto una in una compila, ogni tanto ne ascolto un'altra (due volte all'anno), poi lo dimentico.
Non fossero stati i Baustelle, quest'album avrebbe fatto la stessa fine.
Cover col mio gruppo de 'la guerra...' e provinciali in due compile.
Il resto, ciao ciao.

Invece per tutta una serie di motivi non sarà così. Perchè in fondo i Baustelle li ho amati, li amo, e amerò quello che sono stati.
Perchè due-tre pezzi li adoro già.
Mi accompagneranno in tante, troppe cose. Lo so.
Perchè non è stato uno 'sputtanamento' da major.
Però.

Il dolore c'è, profondo,
lancinante, a tratti.
BauFab non c'è più.
Due tre pezzi fanno da contraltare ad altri anonimi.
Ho rispetto per la produzione, volenterosa.
Ma forse azzardata.

Come spero sia la mia analisi.
Li andrò a vedere.
Mi commuoverò.
Continuerò ad amarli.

Hai ragione, Monica
la sconfitta è storica
ma non posso dirtelo
posso solo piangerlo
e guardarti crescere
come cresce l'edera
come il rovo su pietre
e macerie

ed i cantanti dalle radio cantano
ed ogni anno foglie morte cadono
i calendari cambiano
ed i famosi ridono
e tutto il resto è inutile.

e le modelle per la strada sfilano
ed ogni anno foglie morte nascono
comete nuove cadono
ed è un errore cosmico
e l'univero è inutile

A vita bassa.

Poche righe, una valanga di emozioni profondissime,
di commozione,
di suggestioni.
Sono sempre loro.
Sono un po' cambiati.
Forse più d'un po'.

Ma non posso dirtelo.
Posso solo piangerlo.