As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

mercoledì, novembre 08, 2006

Borsino musicale


L'omonimo degli Electric President è pop nitido, senza infamia e senza lode, esattamente come Grandaddy e the Impossible Shapes (Tum), che mi hanno lasciato ben poco, se non qualche pezzo che durerà un battito di ciglia.
Josh Rouse col suo 9 ci dà dentro di folk come sempre, aggiungendo nulla a quello che finora ha detto, delicatamente fedele a sè stesso come i Le Sport (ex Ultrasport, ex Eurosport, vecchi amici), figli di un'elettronica della quale onestamente ho piene le orecchie.

Scopro finalmente che esiste un gruppo cover degli Advantage Lucy, i Paper Moon che, con il loro dolcissimo "Broken hearts break faster every day", si candidano a posti alti nella classifica di fine anno, mentre una nota di lode va a "Black Swan Days" degli Scarboro Acquarium Club, tra twee e folk, ma sempre meno convincenti nel nuovo, maestoso album di Beth Orthon: dopo quattro anni di silenzio, "Comfort of Strangers" è un inno al più alto cantautorato folk arricchito da un pianoforte dolcissimo e struggente che accompagna la sua magnifica voce. Cinquestelle senza esitazioni.

Gli Archive tornano con "Lights", definiti da qualcuno trip hop deviato, fanno accademia, esattamente come l'electro-noise dei Broadcast. Ok, ma non è il mio genere, e a differenza della Orton, appunto, non mi conquistano per niente. Ma non è una novità.
Sondre Lerche è orripilante. Veramente mediocre, chissà cosa gli è balzato in testa. L'album vecchio, Two way monologue, era essenziale, chitarristicamente ineccepibile, melodico, ascoltabile. Riempie invece Duper Sessions (il nuovo) di ghirigori e inutilità orchestrali.
Onestamente, se la poteva proprio risparmiare, una caduta fragorosa. Lo odio quasi quanto Marlon in nip/tuck.

Gli Amusement Park on Fire, invece, sono ormai giunti alla piena maturità. Se si parla di rock, quest'anno, non si può prescindere da loro: "Out of the Angeles" è duro, triste, chiuso, melodico e un po' pop, a tratti persino noise. E' un anno di miscugli questo, con poca innovatività, e gli Amusement si discostano finalmente da quel che è diventato idealtipo Kaiser Chief, Raveonettes, Franz Ferdinand e compagnia copiando (autocit.); boccata d'ossigeno nell'ovattata stanza della ripetitività rock.

E infatti passo senza aggiungere altro agli Album Leaf e al loro drammatico "Into the Blue again": post melodico e malinconico.
Sempre meno malinconico, però, di quel genio immenso di Maximilian Hecker. "I'll be a virgin, I'll be a Mountain" è meno infinitamente disperato di "Lady Sleeps" dell'anno scorso, che troppo ingiustamente è stato da tutti disprezzato, quando da queste parti è finito assolutamente in top ten come meritava senza discussioni, e come finirà quest'album.
Era una corsa, per Maximilian, tradito dalle vendite del passato disgraziato 2005, a creare qualcosa di nuovo e non banale, e ci è perfettamente riuscito: le atmosfere sono nere ma meno ineluttabili, e diverse canzoni saranno masterpieces.
Che almeno questo abbia la fortuna che merita: da queste parti il buon Max non lo abbandoneremo mai.

In tema di miscugli, i Blochin si fanno ascoltare, con il loro "A smell of Vinyl", brit forse troppo easy quasi twee, mentre sono del tutto affascinato dagli Charade: un bell'album che svaria su tutto il fronte del pop e ci offre di tutto; colpi di tacco, rovesci a una mano, carne, pesce, dessert, frutta, nero e bianco. Opera d'un'accademia devastante, brilla di luce propria, s'imporrà nel tempo.
Niente di nuovo, obiettate pure: ma così ascoltabile. E' qualcosa della quale non si può fare a meno, è pane quotidiano. E' "A Real Life Drama".
Straordinario.

Com'è straordinario l'addio di una delle maggiori band scozzesi della storia degli ultimi dieci anni: gli Arab Strap si sciolgono, e fanno ciao con la mano con "Ten years of tears", con i loro pezzi autunnali; non fanno un greatest hits, bisogna avere stile anche nei momenti peggiori, gli Arab Strap lo sanno bene, e la traccia finale di un disco di rivisitazioni mai banali, "There is no ending" è evocativa non solo nel titolo.
Quello che hanno composto, scritto, prodotto rimarrà nella storia, sarà raccolto, farà scuola.
Onore a loro.

L'amico Humpty Dumpty merita un post, che scriverò quando avrò ascolato il nuovo album.

Mi hanno contattato su myspace gli irlandesi Butterfly Explosion, figli di questo nuovo shoegaze che sta finalmente sviluppandosi come merita; ognuno ci mette del suo, e la scena è più viva che mai, e per noi cresciuti quando i Cocteau Twins erano già in fase sperimentale (vi stavate quasi illudendo che sarei riuscito a scriver eun post di musica senza nominarli, vero?) è una vera pacchia.
Meno dark del solito, un po' noise e melodici il giusto: da seguire.

Chiudo con l'immagine che vedete sopra.
Ben Gibbard è il mio fottutissimo idolo.
Ha coverizzato Avril, ridendo e scherzando.
Quello che ascolterete scaricando qui, dà le dimensioni dell'uomo.
Artista del cazzeggio, oltrechè signore incontrastato della musica di questi grigi anni.
Grande Ben.

Nastrone:
Ce Coeur est de Pierre - Acid house Kings
Post Mortem - Humpty Dumpty
Elevate Myself - Grandaddy
Close Your Eyes - Magic Numbers
Don't Come Down Here - Serena Maneesh
The man who... - Josh rouse
Tell no one about tonight - Le Sport
A Tough Decision - The Charade
A Feral Childre - Beth Orton
Into the Sea - Album Leaf
There's no Ending - Arab Strap
Love always happens so Fast - The Charade


Edit., di qualche ora dopo: ho saputo via Gori che gli Oasis tireranno fuori, loro sì, un Greatest Hits.
Doppio album così composto:
La tracklist è questa qui:

DISC 1

1. Rock n Roll Star
2. Some Might Say
3. Talk Tonight
4. Lyla
5. The Importance of Being Idle
6. Wonderwall
7. Slide Away
8. Cigarettes & Alcohol
9. The Masterplan


DISC 2

1. Live Forever
2. Acquiesce
3. Supersonic
4. Half The World Away
5. Go Let It Out
6. Songbird
7. Morning Glory
8. Champagne Supernova
9. Don’t Look Back In Anger

A caldo ho dichiarato: "sono poche le cose che non vedo e che avrei voluto vedere, forse solo cast no shadow al posto di songbird, abbastanza imbarazzante come pezzo, ma siamo veramente al meglio del meglio.
Probabilmente avessi dovuto scegliere io, avrei fatto la stessa cosa.

Importante pure che I am the walrus ancora non ci sia: fin quando non ricorreranno a questo escamotage potranno ancora definirsi vivi.

Sull'opportunità del GH, invece, ho da discutere: a me l'ultimo album è piaciuto proprio tanto, e, a differenza delle mediocrità appena precedenti, è stato pubblicizzato pochissimo.
Non avrei fatto il GH ora."
In ogni caso, sul loro myspace si può guardare il nuovo, acquarellatissimo video di Masterplan.
Mi è piaciuto molto, significativo, colori pallidi spezzano il solito grigio della solita Manchester.

6 Comments:

  • At 11 novembre, 2006 17:57, Anonymous Anonimo said…

    gusti come sempre impeccabili ;)

    la tracklist degli oasis fa tremare le gambe dai ricordi.

    la cover di gibbard è una delle mie COSE preferite di sempre.

     
  • At 11 novembre, 2006 18:35, Blogger Il_Marchese said…

    E' per questo che mi piacete ;)

    La tracklist ha generato più d'una discussione: io, per dire, di "Be Here Now" -l'inizio della fine- avrei messo qualcosa, tipo "D'you know what I mean", o "Magic Pie", o "All around the world", abbastanza easy e quasi twee (e mi vengono i brividi a scriverlo in coda ad un post nel quale parlo di un gruppo che fa twee-brit: i Gallagher c'erano arrivati dieci anni fa!); ma Noel odia quell'album, e il povero Liam, come sempre, non ha voce in capitolo...
    Porazzo...

    Del bootleg cover di Gibbard ho trovato ESILARANTE anche la canzone dei Backstreet Boys!
    L'ho ascoltato solo ora, ché quand'è uscito stavo ancora in Portogallo e... mea maxima culpa...
    Ma rimedierò subito con ascolto coatto!

     
  • At 12 novembre, 2006 15:49, Anonymous Anonimo said…

    io sono come al solito vergognoso, pensa che di quel disco mi piace tanto i hope i think i know

     
  • At 12 novembre, 2006 17:11, Blogger Il_Marchese said…

    Ma vergognoso perchè? E' una bella canzone pure quella, e tutto l'album è meno 'serio' in generale. Sono tutti potenziali singoli pop, è un'operetta molto discreta.
    Non capisco perchè non debba piacere a Noel (che poi, va beh, valli a capire i suoi percorsi mentali), sopratutto alla luce di quello che è venuto dopo...

     
  • At 13 novembre, 2006 11:30, Anonymous Anonimo said…

    - che fa tanto shoegaze -

    oh finalmente ti sento parlare di cose un po nuove, caro il mio ghei preferito! non condivido quasi niente ma almeno siamo oltre i cure et similia:)

    gli half neuron sorgeranno ancora, schiantatevi!

     
  • At 13 novembre, 2006 12:34, Blogger Il_Marchese said…

    Caro il mio Gianni (:D), da mo che abbiamo superato i cure...
    Sai benissimo che gli half neuron, con la loro sperimentazione e indie-twee-noise-apocalittico-pop-neofolk-ghotic-arrenbbì-metal sono avanti di cinquant'anni.
    E si schiantanu alla follia.

     

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