As câmaras da memória

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"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

giovedì, novembre 16, 2006

Il giorno che Humpty Dumpty decise di abbandonare la cameretta


Nuovo album per Humpty Dumpty, Eine traurige Welt für Scheiße Leute.

Humpty Dumpty lo seguo da tantissimo, ormai, e non nascondo che sia uno dei miei artisti preferiti in assoluto.
Avevo parlato, per Be no more time (seguito in modo fedele da L'EP di Humpty Dumpty di quest'anno), delle sue atmosfere, del disco di una vita, di meno elettronica e minori asperità in generale. L'avevo definito una summa.
E forse proprio l'esigenza di non cristallizarsi ha portato HD ad azzardare un passaggio che definirei destabilizzante, inaspettato.
Premetto che per me HD è un erede diretto di Syd Barret, che approda spesso alle arie meno opprimenti di Ian Curtis.
Questo disco è, invece, una miscela di differenti influenze e citazioni: Colite Spastica apre con un'atmosfera completamente twee da pop scandinavo, quasi; e già sono sorpreso, rimango di sasso, seppure Tutto questo, direttamente seguente, sia assolutamente un pezzo dei Sigue Sigue Sputnik, con citazioni elettroniche '80 fortissime, che si conclude con un piano dissonante come nella migliore tradizione indie-dark, un omaggio (voluto?) a quel capolavoro assoluto che risponde al nome di Forever dei Cranes.

Su questa base nasce La mia love story, caratterizzata dal classicissimo basso compulsivo alla Dumpty, lisergica come ai bei tempi, mentre la quarta, Una sera, fa apparire l'HD che non ti aspetti: delicato, poco stonato (lui che dello stonare fa quasi un marchio di fabbrica), cantautorale e con un finale di testo di livello straordinario:
e non ti accorgi
neanche un po’
che casa nostra
è una tomba etrusca.
Vengono le amiche,
fai venire gli amici
e, tu mano alle foto,
parli di noi.

Vale da sola il prezzo del biglietto, ma sempre meno di Amigdala e Yin, finalmente dark, finalmente depresse, finalmente fatalistiche e finalistiche, figlie degli album precedenti, oscure, chiuse, testi criptici, sepolcrali.
Amigdala sembra un affresco di paesaggi post nucleari, con un basso secco e batteria “marciata”, tastierine nerissime alla Bauhaus; come Yin, ancora più nera, se possibile, meno cantata, più oscura, chitarra essenziale con un tocco di eco.
Canzoni dell’anno.
E il resto?
Sul resto Humpty si perde, tra citazioni tremendamente Ferrettiane (odiatissimo, presso queste sponde), ancora echi pop, una chiusura un po’ degna di nota soltanto grazie ad un testo spettacolare.

Ci siamo chiesti che cosa abbia mai ascoltato il nostro HD quest’anno. Ci siamo chiesti se Syd Barrett sia morto anche dentro di sé. Ci siamo chiesti se Humpty stia uscendo dalla cameretta.
Il disco merita. E’ un’operetta degna, come al solito, perchè viene comunque da un musicista di qualità, che oltre a scrivere testi (tutti in italiano, scelta che io non giudico in quanto la ritengo ininfluente sulla bontà -e genere- della sua musica; anzi, meglio sui pezzi ‘cantautorali’) stupendi, riesce a non essere mai banale, a dimostrare il suo eclettismo musicale (grande bassista, voce suadente stonante –riesce a stonare, Humpty, facendolo di proposito e non dandolo a vedere, preciso e azzeccato uso delle tastiere e degli effetti), a rapire al primo ascolto.
La miscellanea di suoni, poi, crea una meraviglia di richiami, lega gli antipodi, fa viaggiare tra mille paesaggi con poche note.

Ma Humpty è cambiato, e noi, che lo guardavamo come il nostro piccolo Syd rimaniamo straniati di fronte alla perdita della sua vena lisergica: che rimane, riaffiora qua e là, ma è meno tormentata delle opere precedenti, come gli stessi testi rivelano; l’ironia caustica c’è: il problema è che stavolta si vede.
Il dischetto va ben oltre la sufficienza, finirà alto nelle mie classifiche, ma non è più la tazza di tè che golosamente ingurgitavo tutta d’un fiato.
Piacerà a più gente, conquisterà nuovi ascoltatori, sarà osannato.
Ma, apparentemente, è privo di una linea guida; se Be no More Time era figlio di due opere diverse tra loro, ma compatte all’interno e fedeli a sé stesse nei suoni, Eine traurige Welt für Scheiße Leute è troppo altalenante.

Resta da vedere cosa verrà dopo, quale strada Humpty vuole percorrere.
Col mio sette e mezzo, che non è di stima e nemmeno d'amicizia, ma d'una severità che mette paura perfino a me stesso, gli auguro, ancora una volta, l'enorme fortuna che merita.
E che, con questo disco, non ha smesso di meritare.

17 Comments:

  • At 16 novembre, 2006 17:09, Anonymous Anonimo said…

    GRande Humpty Dumpty! (mi odierà per questo commento cosi twee :P)

     
  • At 16 novembre, 2006 19:39, Blogger Il_Marchese said…

    Pigli in giro me o lui?
    :P

     
  • At 18 novembre, 2006 01:48, Anonymous Anonimo said…

    Sono commosso...i Giugno Truffaut tra i tuoi links musicali, grazie ;)

     
  • At 18 novembre, 2006 02:40, Blogger Il_Marchese said…

    Ma figurati, mi piacete parecchio.
    Vedete di pubblicare qualcosina, invece...

     
  • At 19 novembre, 2006 16:19, Anonymous Anonimo said…

    Guarda,guarda..
    dicono che le vie di internet sono infinite(o erano quelle di Dio?)invece guarda nel blog di chi sono capitata...

     
  • At 19 novembre, 2006 21:28, Blogger Il_Marchese said…

    Ohi Rosa, bentornata, che piacere!
    :)

    Appena ho tempo ti linko, e ti leggo il nuovo blog!

     
  • At 20 novembre, 2006 03:05, Anonymous Anonimo said…

    Quando escono i sottotitoli per la 4.11 di Nip/Tuck? Sto impazzendo. Sono in ritardissimo. Sul forum di Itasa li danno ancora al 20 percento. Oggi però sono usciti quelli in portoghese, spero che questo glie dia la spinta giusta per farceli avere.
    Ho scorso la puntata senza capirci niente, e sembra veramente stupenda.

     
  • At 20 novembre, 2006 13:48, Blogger Il_Marchese said…

    Senza sottotitoli non la faccio manco partire...
    Ad Itasa pare stiano latitando parecchio, ma, a quanto m'é dato di capire, dovrebbe essere la famosa puntata ucronica che, se ricordi, aspettavo con ansia.
    Di nuovo sottotitoli in portoghese?
    E dove?
    Questo potrebbe cambiare tutto...

     
  • At 21 novembre, 2006 15:27, Anonymous Anonimo said…

    Non posso neppure piazzarmi all'ingresso del cinema come Apicella in "Sogni d'oro" accogliendo gli spettatori con "Piacere, questo è il mio miglior film". Non c'è il cinema, e neppure gli spettatori. I pochi che ho sono in sostanza più in regia di me.

    Grazie Anto'. Troppo buono indeed, anche a distanza di qualche giorno.

     
  • At 21 novembre, 2006 15:56, Anonymous Anonimo said…

    "Humpty Dumpty" ha realizzato un album per specialisti del pop...

    "una sera" rasenta il capolavoro.

    ma cresce da pazzi "giro di vite".. otto minuti e dieci secondi di "tensione" vera..
    cazzo.


    dj nepo

     
  • At 21 novembre, 2006 16:07, Blogger Il_Marchese said…

    Grazie a te, Ale, come sempre, per la preferenza che mi hai accordato nell'ascoltare l'album, per avermi definito un tuo spettatore (uno dei pochi, e sai quanto valga per me), per saper cogliere l'affetto nella critica delle mie parole e, last but not least, per quello che scrivi, per la tua musica.

    Filì: senza dubbio dal punto di vista del pop l'album di HD è ad un livello molto alto, come ho specificato.
    E' che per me lui era altro, un qualcosa di diverso.
    Sono rimasto stupito, ma non lo "condanno", e sapevo, come lui stesso può confermare, che a te sarebbe piaciuto parecchio.
    Brindisi.

     
  • At 21 novembre, 2006 17:07, Anonymous Anonimo said…

    Essere condannati ad amare la musica è come precipitarsi in un infinito eterno ritorno.
    Fatte proprie grammatica e semantica è poi il Caso del nostro Destino predeterminato a spingerci a destra o a sinistra.
    Ora sono qui, domani, proseguendo, tornerò forse indietro.
    A me interessa continuare. Più che altro, io non posso farne a meno.
    Che mi rimarrebbe? Sciogliermi definitivamente in un lavoro per questo mondo triste?
    Non esistere in movimento?

     
  • At 21 novembre, 2006 17:45, Anonymous Anonimo said…

    "non esistere in movimento"
    ma come ti vengono fuori queste frasi???

    comunque sia, nell'album esisti.


    dj nepo

     
  • At 21 novembre, 2006 19:56, Blogger Il_Marchese said…

    Nell'album esisti, come dice nepo -e mi riallaccio-, in forme che adesso sono tue, e che appunto descrivono, a mio parere, il divenire che stai attraversando. Un'istantanea unica, e vitsa la struttura versatile del disco, mi permetto di dire irripetibile.
    Ripeto, ti aspetto al varco, perchè non ti ho affatto bocciato.

    Tornerai?
    Sarai come prima?
    Seguirai un'altra strada?
    Lo scopriremo solo vivendo, ma l'importante è che tu sia cosciente che la cosa principale è continuare a seguire quel movimento.

     
  • At 22 novembre, 2006 11:46, Anonymous Anonimo said…

    a me il nuovo humpty dumpty piace molto. lo trovo intrigante, particolare... molto più di quello "inglese" di una volta...

    canzoni come "una sera" non escono per caso. c'è un mondo dentro, un percorso. una "cultura" direi, dove per cultura intendo ciò che ti rimane quando hai dimenticato tutto...

    sicuramente "registrata in uno studio professionale ed un pò di archi baustelliani avrebbe guadagnato parecchio" (cit).. ma anche così, allo stato casalingo, rimane una perla....

    dj nepo

     
  • At 22 novembre, 2006 14:42, Blogger Il_Marchese said…

    Questa dimensione casalinga, in qualche modo, lo lega a quella cerchia 'ristretta' in cui ha deciso di operare.
    E lo rende proprio per questo onesto, vivo, originale e senza compromessi.

     
  • At 19 novembre, 2007 01:59, Anonymous Anonimo said…

    Dj Nepo, gran admirador de Orquidea de Santis

     

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