As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

domenica, ottobre 21, 2007

In the land of the killer a siner's mind is a saint


Venerdì sera, al Santiago Alquimista (universalmente riconsociuto come il locale dotato di migliore acustica in tutta Lisbona), ho avuto la rara fortuna di assistere ad un concerto dei God is an Astronaut (roba che qui si ascolta da tempo immemore), aperti, tra l'altro, da un'ottima band emergente portoghese, i Linda Martini (myspace), molto vicini al post dei GIAN, tre chitarre e un ottimo batterista, con molte incursioni nel metal addirittura, qualcosa che assomiglia moltissimo ai Klimt ma senza voce, quindi richiami ai Pixies piú forti, tutto impostato ovviamente sul post alla moda mogwai.

Alla stessa maniera, l'ora e mezza di ottima musica fornita dai God is an Astronaut, le cavalcate post che omaggiano più i Jesus and Mary Chain che i Sigur Ros, il candore dreamy e le violentissime distorsioni noise, è stata ben più che gradevole. Un concerto post ti porta sempre lontano con la mente, poi assisterne da solo fa ancora più effetto; e i God is an Astronaut, con uno schermo a trasmettere immagini alle spalle (sulla falsariga del bellissimo video di Fragile), suonano la colonna sonora della vita dell'uomo moderno, armonia delle macchine, perfette, rotta da boati assordanti, dalla morte del pensiero profondo.
Un suono ora melodico ora pesante, bianco e nero, guerre nucleari e silenzi d'oblio, in un enorme cerchio senza significato, un mondo di fulmini e lampi e l'impotenza di fronte alla natura, un susseguirsi di giorni e stagioni in note, riempiendo il suono di arpeggi, tastierine, bassi compulsivi, piatti e rullanti.
Tecnicamente perfetti (e un po' avanti con l'età, a dire il vero), un batterista che non regala un millesimo di secondo al silenzio, un chitarrista preciso che si occupa delle rare parti di cantato (disperato, metallico, irreale), un bassista arpeggiante che passa a secco martellante appena necessario.
Molti suoni dal nuovo album, molte libertà di interpretazione sul palco.
Un gruppo accademico, a volte definito, forse poco originale, che pero' la lezione la sa ripetere (e riprendere, e reinterpretarla) più che bene.


Come nessuno mai crederà, mi piace ascoltare, alcune volte, le denuncie sociali che fa questo genio comunemente definito rapper.



Cais do Sodré, foto tratta da
http://www.vacaburrapintadas.blogspot.com/

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