As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

lunedì, febbraio 25, 2008

Solo a pensare di cosa parlerà una canzone dal titolo Grapevine Fires mi viene da ribadire che Gibbard è un genio


Mentre mi esibivo nella produzione di scongiuri, sortilegi ed arcani affinché domani mattina mi svegli e legga che la nostra beniamina da tempi immemori Ellen Page ha vinto l’oscar come migliore attrice- per Juno, un film che guarderó... domani-, vengo a scoprire che i Death Cab For Cutie pubblicano il 13 di maggio il loro nuovo album, Narrow Stairs, prodotto da Chris Walla. Quello che sarà il secondo album major per Ben Gibbard, a seguito di Plans (che nel duemilacinque finí primo nelle mie classifiche) ha già una tracklist:

1. Bixby Canyon Bridge
2. I Will Possess Your Heart
3. No Sunlight
4. Cath…
5. Talking Bird
6. You Can Do Better Than Me
7. Grapevine Fires
8. Your New Twin Sized Bed
9. Long Division
10. Pity and Fear
11. The Ice Is Getting Thinner

E I Will Possess Your Heart sarà il primo singolo.

I Bauhaus hanno fatto un album inascoltabile, pessimo, brutto.
Gli Alluminium Group, specie di incontro tra Burt Bacharac e il post-rock – un progetto dal quale sono passati anche i Tortoise- han fatto un album di pop perfetto, tra bossanova e musica da camera, o pop americano da telefilm anni ’80, chiudendo la trilogia della felicità con Little Happiness, di facile ascolto e dal groove triste, destinato ad essere un ascolto piacevole ed importante per molto tempo e da posizione alta in classifica di fine anno.
La bellissima Milligram of Happiness spicca sopra tutte.

Mentre giusto due post fa parlavo di Helio Sequence e ovviamente Keep Your Eyes Ahead è un'operetta molto piú pop che shoegaze destinata comunque a pesare molto nel corso dell’anno. Un po’ una svolta, alla quale peró mi sento di applaudire con convinzione quando sento l’elettronica demodé di pezzi come The Captive Mind o Halleluja (che sará uno dei pezzi dell'anno).
In ogni caso il capolavoro post Blood Bleed, una canzone che me li fece amare diversi anni fa, è parecchio lontano.

Edit: la Page non ha vinto. Ha vinto peró die Falscher - Il Falsario di Stefan Ruzowitzky, una produzione austro-tedesca che ho visto in anteprima al São Jorge il 30 gennaio di quest'anno.
Oscar meritatissimo per un film che parla dell'Olocausto come mai nessuno, con toni forti e una storia convincente, ben recitato e ottimamente realizzato.
Per il secondo anno consecutivo, tra l'altro, vince l'oscar come miglior straniero un film in lingua tedesca (La vita degli altri 2007). Uma salva de palmas a un cinema in perfetta salute, a un popolo che parla delle sue tragedie personali con spietato distacco e spirito di autocritica. Fortissimo.
Meditate, gente, meditate.

Ne approfitto quindi per augurarmi un Oscar rumeno per l'anno prossimo.

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