As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

domenica, aprile 12, 2009

Ah, fossi un decoratore d'interni... #9

Pensavo, di questi tempi, mentre lavavo i piatti, che la maledizione insita nella natura dell’uomo sia probabilmente dovuta alla testarda arroganza che questa specie animale che domina la terra ha di alterare sempre, anche quando non necessario, l’ordine costituito delle cose, svuotandole di significato, privandole della loro bellezza artistica ed insita. E questa oscura e malvagia tendenza si propaga e viene trasmessa di generazione in generazione: immaginate cosa potrebbe succedere se in matematica dichiarassimo che la sequenza di tre numeri, 123, per esempio, abbia lo stesso valore se alterata con 321. Staremmo commettendo un errore in malafede, falsificando un intero sistema, destrutturando un ordine prestabilito ed immutabile di quantità. Allora perché ci impongono, da studenti, di fare la parafrasi di “Cantami o diva del Pelide Achille l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli achei, molte anzitempo all’Orco generose travolse alme d’eroi”? Non è bella così com’è? Non se ne coglie comunque il significato leggendola così com’è stata originalmente redatta? No. No perché ci vogliono abituare sin da piccoli a trasformare le cose così come ci viene piu’ comodo. In maniera tale da presentarle in forma piu’ malleabile, manipolabile, esercitando un delirio di onnipotenza che sta alla base dell’umana incontrovertibile arroganza. E così Solaris di Tarkovskij è stato tagliato di 40 minuti nella versione italiana curata da Dacia Maraini, così picasso è considerato un buon pittore, così l’hip hop è considerato musica, così un tizio 2000 anni fa è risorto dopo essere morto tre giorni prima.
La realtà viene alterata e a tutti piace marciarci su di essa: la juve era innocente ai tempi di moggi, berlusconi è la sola soluzione ai mali del paese, le emissioni di radeon non hanno un cazzo a che fare con l’attività della crosta terrestre, il preservativo favorisce la diffusione dell’AIDS. Potrei dunque esibire il mio cavallo di battaglia, cioè la teoria povera della relatività applicata al soggettivismo di ogni considerazione: oggettivizzare un concetto non è altro che innalzare a oggettivismo un soggettivismo generalizzato. Che non smette di essere soggettivo, ma che permette ad una intera nazione di fare chiacchiere su una tragedia di proporzioni medioevali, e le case agli abruzzesi intanto non gliele restituisce nessuno. Che permette ai nipoti di picasso di essere miliardari mentre io stento ad arrivare a fine mese anche se lavoro tutti i giorni anche a pasquetta 8 ore al giorno quando mi va bene. Ma a che pro? A che pro scrivere quattro righe che non leggerà nessuno di pensieri ovvî che alla fine tutti si ignora per ingannare la paura della morte e costruire tanti castelli di carte che cadranno nell’oblio quando questo nostro mondo si spegnerà per sempre?

Continuiamo a manipolare la realtà, senza sapere, in fondo, nulla di essa. Mi pongo obiettivi anche difficili che senza troppo sforzo e senza avere un reale interesse raggiungo molto rapidamente e facilmente. Deliro anch’io di onnipotenza, ogni volta che scrivo, ogni volta che guardo un film russo dimenticato da tutti, ogni volta che demolisco, quantomeno in me stesso, le convinzioni della maggioranza delle persone con le quali ho avuto in sorte la condivisione di questi miei anni di vita. Cosa che facevo già da bambino, e della quale non penso di essere stufo.

Stufo sono invece di manipolare cio’ che mi sta intorno. Se non avessi alterato la percezione, idealizzandola, di molte persone, probabilmente sarei piu’ felice. Se non avessi avuto la pretesa di fare la parafrasi dell’anima di chi mi è stato vicino, probabilmente avrei ancora quelle persone accanto. Se mi fossi limitato a contemplare e non a tentare di rendere piu’ personale la bellezza aliena, adesso sarei piu’ equilibrato. E non avrei dovuto scappare via, quando il sole cominciava a tramontare, e la notte si annunciava nera e irrisolvibile.

Le parole sono la cosa che piu’ ho amato nella mia vita, per questo spesso mi sono state alleate, e altre volte mi hanno beffardamente tradito. Usarle in un’altra lingua è forse l’esperienza piu’ bella che mi sia mai capitata.
Forse dovrei semplicemente smettere di parafrasarle, in tutte le lingue possibili.

Ho aggiornato, ecco.