As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

martedì, ottobre 30, 2007

Ode a poco piu' che una passante


Una delle poche cose che devi fortissimamente sperare, vivendo in Portogallo, è non avere mai, non dico un raffreddore, non dico un mal di testa ma, nemmeno un'unghia rotta nel corso della tua permanenza in terra lusa.
In tali casi, infatti, i portoghesi vi proporranno un saggio di passaggi fitti e ficcanti come nemmeno la migliore tecnica pallonara lusa stessa all over the time saprebbe offrire, senza concludere mai, giustamente impegnandosi a mostrarvi il meglio di questo prodotto D.O.C.

Non che i miei ricordi Viseenses -quando un simpatico medico puttaniere mi prescrisse due antibiotici per riportare a dimensioni normali le mie tonsille, dandomi il permesso di consumare bevande alcooliche 'tranne la birra, mi raccomando', 'e il vino?', 'il vino puoi'- predisponessero alla massima riposizione della mia fiducia nel sistema sanitario portoghese, ma veramente al pari del sistema sanitario Lisboneta la buona vecchia USL era Buchenwald.

Il tutto inizia sin dalla mattinata, quando la bellissima farmacista, con aria sorridente, mi comunica che è perfettamente inutile che tenti di recarmi al centro de saúde o all'ospedale della fregruesia del posto dove lavoro, ché comunque senza documenti dove vado?

Ok, allora baziamo dal lavoro in anticipo, e mi reco, a Lisboa, tutto contento dopo la mia bella ricerca su internet, e sopratutto dotato di tessera sanitaria italica, carta d'identità tricolore e numero de contribuinte tuga presso il centro de saúde del mio quartiere.
Mi accolgono una pita (nipia in calabrese, e chi non sa...) col culo di fuori spiato dal menopaninifritti della sicurezza a parlare di un'ubriacata molesta del giorno prima con sua ex.ma signora dipendente del ministero della sanità, che dopo avermi chiesto il passaporto (ovviamente a seguito di un controllo certosino delle mie CI e tessera sanitaria ITALIANE =COMUNITARIE), mi annuncia che non possono visitarmi senza previa iscrizione 1km fa all'altro centro de saúde.
Incredibile.
Io capisco che ti barrino alla posta, al comune, alle imposte (dove c'è quel magico mondo di sensazioni tutto portoghese -grazie a dio- del godere nel fare la fila da parte del cliente, del godere patetico da parte dell'impiegato di abusare del suo basso potere, del godere del cliente a farsi prevaricare e a subire gratuitamente, tipicamente luso-che pessima abitudine, fratelli, che pessima eredità di regime*), ma cazzo, di fronte alla salute, come puoi mandare una persona allo sbaraglio, straniera, ad affrontare il colosso immane della burocrazia?
E non è nemmeno maggio.
Esco, bestemmiando in lingua madre, ma augurando in lingua tuga alla gentile signora che soffra 200 volte il dolore che sto soffrendo io.

Così mi spediscono in un'ospedale, unico modo per saltare il valico centro de saude.
Un'ospedale che si trova al civico 143 della via dove abito.
Il mio numero civico è il 141.

Qui non esistono medici. In questi ospedali ci saranno anche maghi, burattini, pinguini, nani e funamboli, aspirapolveri e armadi dell'Ikea, patatine fritte e ortensie del Malawi, ma di medici non se ne parla.
Vada al São José.

Al São José, alle Urgenze (attenzione, dettaglio fondamentale) l'impiegato mi chiede tessera sanitaria, numero contribuente, carta d'identità, controlla, comincia ad inserire i dati al pc, si ferma e mi fa.
"Mi scusi, ma lei non potrà essere visitato".
"E perché?"
"Perché non ha il passaporto".
Vi giuro che la prima cosa che ho pensato non è stata ma come fanno ad essere tutti così coglioni, bensì quindi se viene non dico un clandestino armato ma un americano a cui hanno appena rubato il passaporto dopo averlo massacrato di botte moribondo lo mandate indietro?.
In ogni caso, mi riceve una giovanissima dottoressa dal viso pallido e i capelli rossicci, le mani lunghe e le dita sottili, le labbra leggermente ovali, vestita di un candido velo che mi consegna alla trascendenza, e mi chiede dolcemente se mai ho avuto questi sintomi
Come con te mai, amore
se soffro di qualche allergia
Al non vederti, angelo divino
perché ancora non mi ero fatto controllare da nessuno
Perché non sapevo lavorassi qui, creatura infinita
e mi spedisce in sala d'attesa; dopo 40 minuti, una dottoressa dice che non capisce.
Ci vuole un'ecografia.

Grazie, stato portoghese.
Al quale, tra l'altro, ho consegnato la non modesta somma (Capossela costa diecimilalire) di 8,45€urocent(s).



Mi chiedo a volte
Quando guardiamo insieme il tramonto sull'Oceano
O ci perdiamo in pensieri futili al buio appena calato
Su un'altro giorno dal senso labile
A quell'angolo di quella fermata
di fronte alla prigione dei nostri sogni
Perché tu,
Principessa gotica dai capelli di rame
E gli occhi del colore di questo cielo
Venuta da lontano senza una ragione
Hai attraversato la strada della mia vita

Riaprendo cassetti di sogni di infanzie lontane
Di autunni grigi e velati di turbamenti
Silenzi strazianti
Lacrime disperate
Gemiti soffocati
Sussurri d'altro mondo
Fuochi leggeri di bieco dolore

Pallida
Come la prima rosa a fiorire su un campo di guerra
Come la prima luce del mattino
Che disperatamente esausta e rassegnata
Rischiara il campo di battaglia della notte precedente
Rischiara l'ennesimo giro folle d'orologio
Di questo immobile teatro di morte

Noi, figli di due nemici
Film in bianco e nero
Ritratto dai colori sbiaditi di una stanza yippie '70
Ma senza sorrisi

Che sporchino l'arcano di un whiskey amaro
E di una Gitane rullata con le cartine che porto qui
Nel mio impermeabile scuro
Che mi copre sino al volto da un freddo eterno
Che sempre gelerà il cuore
Di chi mi leggerà dentro.


*questa notte ancora una volta vergognosamente osannato alla RTP (RAI portoghese): 'sta zoccola, protetta di salazar, ha scritto un libro raccontando di come lui fosse un uomo buono, gentile; sensibile, disse: impossibile che fosse diventato dittatore. Era chi gli stava intorno che lo rendeva così. Poverino.

La foto è di Alessandra Mogorovich, e si trova a questo indirizzo.

domenica, ottobre 28, 2007

Chegando Novembro

Vivendo lontano da Camões da un po' di tempo, lo stupore di fronte ai colori e sapori delle mie origini lisboetas, nemmeno troppo remote, diviene forte, sopratutto se al sabato pomeriggio esci armado em indiekid e iperricettivo



Un po' quello che vedevo quasi ogni sera al tramonto dalla mia stanza sulla linea del 28, od anche da quel famoso Adamastor violato da chi sappiamo

dove ancora i baristi (e nessun altro, a seguito del cambio generazionalerasmus) si ricordano di me.

E così, un venerdì concluso, di nuovo, come ai bei tempi, all'Incognito, con il deejay che chiude con Isolation e con una b-side di Pornography, Tempation, che veramente la cantavo solo io, e la mia cartoonist preferita a fare gli occhi dolci a un'altra, a ricordarmi quanto sia bella e mia questa città, quando la vivo nei posti che piu' mi appartengono.

Sopratutto adesso che l'autunno è finalmente iniziato anche a livello climatico, e tra qualche giorno inizierà la meravigliosa maratona concertistica -alla quale ho da pochissimo aggiunto anche gli Editors giorno 17- novembrina (a proposito di Novembre, esce il 5 il nuovo album dei nostri amici goth romani) e Jason Anderson ha deciso di mettere on line sul myspace una sua nuova canzone al giorno , e che ho scoperto che i California Snow Story hanno tirato fuori un album molto carino, Close to the Ocean, per la piccola ed interessantissima etichetta Letterbox Records e che gli ex Arab Strap non riescono proprio a star fermi, e se la casa discografica lo presenta così:

The much talked about, controversial solo album from (post-Arab Strap) Aidan Moffat will be out at the start of next year and, while we like to think that we don't trade in hyperbole, we can categorically state that this is the most provocative album Chemikal Underground (and quite possibly anyone else) has ever released. Aidan has never been a stranger to controversial subject matter but on this project the envelope has not been so much pushed as incinerated - the blurb on the promo CD reads as follows...

ci sarà da divertirsi.

domenica, ottobre 21, 2007

In the land of the killer a siner's mind is a saint


Venerdì sera, al Santiago Alquimista (universalmente riconsociuto come il locale dotato di migliore acustica in tutta Lisbona), ho avuto la rara fortuna di assistere ad un concerto dei God is an Astronaut (roba che qui si ascolta da tempo immemore), aperti, tra l'altro, da un'ottima band emergente portoghese, i Linda Martini (myspace), molto vicini al post dei GIAN, tre chitarre e un ottimo batterista, con molte incursioni nel metal addirittura, qualcosa che assomiglia moltissimo ai Klimt ma senza voce, quindi richiami ai Pixies piú forti, tutto impostato ovviamente sul post alla moda mogwai.

Alla stessa maniera, l'ora e mezza di ottima musica fornita dai God is an Astronaut, le cavalcate post che omaggiano più i Jesus and Mary Chain che i Sigur Ros, il candore dreamy e le violentissime distorsioni noise, è stata ben più che gradevole. Un concerto post ti porta sempre lontano con la mente, poi assisterne da solo fa ancora più effetto; e i God is an Astronaut, con uno schermo a trasmettere immagini alle spalle (sulla falsariga del bellissimo video di Fragile), suonano la colonna sonora della vita dell'uomo moderno, armonia delle macchine, perfette, rotta da boati assordanti, dalla morte del pensiero profondo.
Un suono ora melodico ora pesante, bianco e nero, guerre nucleari e silenzi d'oblio, in un enorme cerchio senza significato, un mondo di fulmini e lampi e l'impotenza di fronte alla natura, un susseguirsi di giorni e stagioni in note, riempiendo il suono di arpeggi, tastierine, bassi compulsivi, piatti e rullanti.
Tecnicamente perfetti (e un po' avanti con l'età, a dire il vero), un batterista che non regala un millesimo di secondo al silenzio, un chitarrista preciso che si occupa delle rare parti di cantato (disperato, metallico, irreale), un bassista arpeggiante che passa a secco martellante appena necessario.
Molti suoni dal nuovo album, molte libertà di interpretazione sul palco.
Un gruppo accademico, a volte definito, forse poco originale, che pero' la lezione la sa ripetere (e riprendere, e reinterpretarla) più che bene.


Come nessuno mai crederà, mi piace ascoltare, alcune volte, le denuncie sociali che fa questo genio comunemente definito rapper.



Cais do Sodré, foto tratta da
http://www.vacaburrapintadas.blogspot.com/

martedì, ottobre 16, 2007

Sometimes i think this cycle never ends



...And it's strange:
They are basically the same;
So i don't ask names anymore.


EXPO 86, Death Cab For Cutie - Transatlanticism
Ché sui diari scrivevo le stesse parole;
per le stesse cose.


giovedì, ottobre 11, 2007

Arcobaleni de che?

Ancora prima di ascoltarlo, devo mettere in chiaro una cosa: benché tutti, nella storia, ne abbiano parlato bene, i Radiohead mi sono sempre stati oltremodo sul cazzo.
Per quanto Kid A sia un capolavoro e tutto quello che volete.

Il cd scaricabile è assolutamente, e solo, una ipocrisia e una idiozia.
Nei commenti al post, ho approfondito: il cd lo venderanno lo stesso, in una confezione, costosissima peraltro, e qualcuno alla fine avrà anche pagato per il download, che di solito si fa gratis, con la maschera del giudicateci voi quanto valiamo.
Penosi.
Hanno guadanato facendolo scaricare; hanno avuto gli introiti extra.
Bello spirito del cazzo.

Qui, in download gratuito.
La blogosfera parla solo di questo, io non costumo attenermi alle discussioni generali.
Solo, boicotto.

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Acima de tudo, quero comunicar que, mesmo que toda a gente sempre falou deles nas melhores maneiras, sempre tive uma antipatia profunda pelos Radiohead.
Por quanto admito que Kid A foi um capolavoro.

Mas o album para sacar da net à cifra que cada um quer, é absolutamente e somente uma hipocrisia e uma parvoice.
Pois o album acabará para ser vendido nas lojas na mesma; alías, num packaging caríssimo... e, no entretanto haverá quem pagou pelo download da net, o que foi sempre e sempre é per sua mesma definição gratúito, vestindo a mascara do você paga o que você pensa que valemos.
Penosos
Até ganharam guita com o download...

Aqui, em download gratuito.
Boycot.


***
Per chi non lo sapesse, i radiohead hanno deciso di mettere in download da un sito (http://www.inrainbows.com/) il loro nuovo album, In Raimbows, al prezzo che ciascuno riteneva piú opportuno, promettendo che solo da lí si sarebbe potuto ottenere, per poi annunciare che sarà venduto lo stesso nei negozi.

Para quem não sabe, os radiohead anunciaram há qualquer tempo que o novo album deles, in Raimbows, podia ser sacado unicamente da net e deste link, ao preço que cadaum escolhia; mas nestes dias anunciaram que será também vendido nas lojas...

mercoledì, ottobre 10, 2007

Dedicato ai miei coetanei


...e niente, si stava lá a guardare la televisione e mi fa, -chissà come ci si è arrivati, orcoddio-, "io del '92 non mi ricordo niente".

Il 92.
Il primo ricordo nitido che ha chi scrive è Chernobyl, 4 anni, festa di Peppe D.R.
Collegato, ovviamente, a un qualcosa di memorabile, come la caduta del Muro, e chi si ricordava se fosse stato il 24 o il 31 di dicembre, so che si era a tavola, insomma, che era na festa comandata e che il castello dei Playmobil che mi aveva portato Babbo Natale era già rotto.
O lo scudetto del Napoli, o va beh, parlo del 90, i mondiali, cazzo, la raccolta dell'espresso con i manifesti dei mondiali, i Queen, il ping pong, il panno del subbuteo quasi già rovinato, le miniature dei calciatori macrocefali regalate dalla IP, Totó Schillaci Stefano Tacconi -maglia grigia e pizzo- Gigi de Agostini Giuseppe Giannini Paolo Maldini Franco baresi MARCO VAN BASTEN e pure Vialli nelle qualificazioni, Casiraghi prendere un palo con l'URSS nell'88 pareggiando 0-0 a casa di L., BRIAN LAUDRUP nel '92, la DANIMARCA del '92 che non ci doveva stare, con i calciatori richiamati dalle ferie vincere l'europeo, e poi ancora il '90 e la guerra in Iraq, ricordo il logotipo della Rai IRAQ stampatello grasetto in rosso con la piantina geografica dell'Iraq nera a sormontare la R, D. che urlava a scuola Bush Bush Bush, quello di prima, mentre Saddam era sempre quel simpatico pazzo del wrestling, e Undertacker, e mi ricordo di sparare i nomi dei cestisti a cazzo con Gigio sulla costa del Miami passandoci la palla; e l'Est era veramente altro, lo percepivamo dai cartoni animati filocapitalisti, dai telegiornali, dalle feste dell'avanti, dalle parole dei nostri padri, delle parole che scrivevamo in basic su commodore che ci mettevano un'ora a caricare quell'azzurro orribile del giochino degli elefanti, e il supernintendo che era fantascienza, e star treck, e i segreti di twin picks, e le prime puntate di Beverly Hills, i Take That e il polacco che passava con lo stemmino della mercedes incollato sul giubbotto nero che ascoltava bowie e gli spandau, ovvio, i Duran Duran erano già passati, e galaxy (e ancora prima il Drive Inn, happy days e mcgiver e superkit e supervicky e hazzrad e ggeyarr) e i primi Nirvana, e Red Ronnie e tutto quel baccano che non sapeva del secco di una sigaretta o dell'amaro in gola dell'alcol di tutto quello che è stato dopo.

Lui del '92 non si ricordava.
E lui, del '92, non saprà mai niente.

VIVO IN UN'EPOCA PSICO-TEMPORALE IN CUI CICCIO MACRÌ È VIVENTE E REGNANTE scrive:
domani è già 2007 ma questa notte guarderó daltanius in televisione
Giorgio"Gigio"(Pinguo Rules) scrive:
e si lavora per 3 lire anzi sette
VIVO IN UN'EPOCA PSICO-TEMPORALE IN CUI CICCIO MACRÌ È VIVENTE E REGNANTE scrive:
e le immagini esclusive della ddr

lunedì, ottobre 08, 2007

Lisbona dei miracoli

Come chi ben (e meno ben) mi conosce ben sa che ho la manía di sparare le cose cosí come mi vengono, drammatizzando oltre l'assurdo qualsiasi evento anche minimo; ebbene, dopo un fine settimana (lungo a giudicare dal quantitatis cazzorum) costellato di saudades e pentimenti, stamattina mi sveglio e come per incanto Lisbona è la cittá piu' bella del mondo e da qui non mi stacco piu', tanto da provare simpatia per il caramello e sentire passione nel fare il contabile.


Forse perché è inspiegabilmente ancora estate e perché il sole sorge alle 7:15 e quindi mentre aspetto il bus mi gusto l'alba da parque Eduardo VI














e fino a quando vedró questo cielo al mattino avrà senso lavorare, sacrificarsi, piangere e soffrire, e svegliarti e sorridere lo stesso, ché lo senti che stai vivendo.



Perché ho comprato 100 euro di concerti (serie: 19 ottobre God is an Astronaut, 7 novembre Interpol aperti dai Blonde Redhead, 17 novembre Vinicio Capossela, 19 Josh Rouse e ovviamente 8 Marzo Cure e uno dalla vita con che faccia chiede altro)?



Perché, e questo non ve l'avevo mai detto, dalla veranda di casa mia vedo il distretto che dorme solo stanotte o forse Give Up, perché dovete trovarmi le sette differenze; e quello in alto sta nell'Universitá autónoma, il palazzo attaccato al mio, e la foto è dalla veranda stessa... E immaginatelo con l'arancio pallido iberico al tramonto... E ammirare i colori di Lisbona che cambiano con le stagioni, tra alba e tramonto, fa dimenticare quel desiderio fortissimo che ho di vivere solo di notte...




E perché in fondo è meglio cosí, VLAP, surrogato di desideri e troppo piccola per riuscire a contenere, a condividere, a far tue e sublimare in te le mie passioni e le mie illusioni, e chissá come sarai e accanto a chi.
E perché chi l'ha detto che a Lisbona non si trovano i fratelli, ai quali un Força B*nfica (da ubriachi, ovviamente) a volte glielo si puo' pure concedere.

A me l'album dei Cult, il nuovo, Born into this è piaciuto un sacco, è tanto rock anni '70, é tanto rock puro dei miei 16 anni, col singolo che sembra i Soundgarden e I assassin cosí scura; e quello dei Foo Fighters, con la bella The Pretender che tanto passa a MTV me ne sono giá accorto, non è da meno a riferimenti al 1997, ma dal vecchio Dave hai sempre quello che ti aspetti, si sa.

domenica, ottobre 07, 2007

E cosí

Querida sue ex.ma senhora minha vida, quero livro das reclamações.

(che tradotto fa: "vita mia, voglio il libro dei reclami", che magari si capisce, ma non ci si arriva, ché in Portogallo il Livro das Reclamações è una condizione dell'anima).