As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

mercoledì, dicembre 26, 2007

Giudizi Universali - 2007

1987
Esattamente venti anni fa usciva 17 Re dei Litfiba.
Il piu' grande album della storia della musica italiana.
La sublimazione post-punk di una generazione lisergica.
Di quest'anno musicale avremmo dovuto ricordare solo questo.


E cercare di onorarlo molto meglio di come s'è fatto, ché siamo veramente alle soglie dell'insignificanza.
Nessun gruppo si scioglie, niente di nuovo all'orizzonte, se non la Pollock che esordisce per la 4AD, profonde delusioni dai migliori rockettari degli ultimi tempi, Bloc Party (non per forza un album inutile, giusto sotto le aspettative) su tutti, Jason Anderson, uno dei miti di questo blog, poco ispirato, gli Air in piena parabola discendente.

1. Camera Obscura - Let's get out of this country
L'album dell'anno è un innocente saggio antologico di twee pop. Il che è tutto dire.
Una voce fatata, due tastierine, dieci canzoni di tre accordi. È bastato poco per trionfare.
Nulla di straordinario, ma sono i miei 24 all'università dopo che ne avevano bocciati 4; hanno le capacità ma non si impegnano.
2. A toys Orchestra - Technicolor Dreams
Al secondo posto, un album italiano, eccelso. Canzoni perfette, non stancano mai. Un radioso futuro davanti.
3. Emma Pollock - Watch the Fireworks
Esordio solista in chiaroscuro, ma di classe cristallina sempre tanta, da vendere.
4. Humpty Dumpty - Q. B.
Un'altra volta fuori dal podio di pochissimo. Se toglie due specchi dalla sala di registrazione, sarà il nuovo Billy Corgan.
5. Blonde Redhead - 23
Appena uscito mi deluse parecchio, poi crebbe e crebbe fino a sublimarsi nel concerto in coppia con gli Interpol. In presa live scatterebbe al primo posto a dar la polvere a tutti.
6. Interpol - Our Love to Admire
Un altro bellissimo, immenso, favolosamente maestoso album di cover dei Joy Division. Merito acquisito.
7. !!! - Myth Takes
Di certo è piu' maturo. Poco mio ma se non lo mettessi tra i primi dieci mancherei di onestà intellettuale. Forse l'unico lavoro originale di questo deludente 2007.
8. Mogwaii - OST Zidane a 21st Century Portrait
Una favolosa colonna sonora. Il post rock è in formissima, leggerete piu' in basso di Giardini di Miró e Sigur Ros, ma i genii, i creatori, i veri profeti sono loro.
9. PJ Harvey - White Chalk
L'ennesimo colpo di scena di una dea. Che si riscopre dark in un album preziosissimo.
10. Go! Team - Proof of Youth
La dieci è sempre la piu' difficile, perché è l'ultimo degli album davvero piaciuti. Premio questo tizio perché è un genio in erba, perché mischia l'assurdo, perché cresce sempre piu' in personalità. Perché ne sentiremo parlare per anni ed influenzerá davvero la musica.

11. Perturbazione - Pianissimo Fortissimo
Non cresceranno mai, ormai ne sono certo. Qualche pezzo maestoso alternato a cadute fragorosissime. Il Brasile della musica italiana, giocate favolose e amnesie ferali.
12. Artemoltobuffa - L'Aria Misteriosa
Dolce e delicato Gino Paoli dei nostri tempi, promettente artista dalla scrittura fatata ed ispirato come mai.
13. Andrew Bird - Armchair Apocrypha
Prometteva tanto ad inizio anno, mi ha stancato presto.
14. Cats on Fire - The Province Complains
Un altro saggio twee bellissimo, solo poco meno ispirato dei Camera Obscura.
15. Arctic Monkeys - Favourite Worst Nightmare
Piccoli genii crescono, scriveranno la storia della musica.
16. Giardini di Miró - Dividing Opinion
Reverberi è in altissimo stato di salute come sempre, chicca da gustare in silenzio.
17. Canadians - A Sky With No Stars
Conosceranno il successo con questo album, canto del cigno.
18. Foo Fighters - Echoes, Silence, Patience and Grace
Ebbene sì. Qualcosa di molto loro, in un omaggio deferente.
19.Arcade Fire - Neon Bible
Di pochissimo oltre la sufficienza. Indie rock fondamentalmente insipido.
20. Clã - Cintura
Voce femminile suadente, pezzi pop di qualità molto alta. La scoperta piu' bella dell'anno.

21. Clemente - ...Whilst Honey Hums
22. At swim two Birds - Returning to the scene of the crime
23. Cristina Doná - La Quinta Stagione

24. Patrick Wolf - The Magic Position
25. JP Simões - 1970
26. Sigur Rós - Hvarf-Heim

27. LCD Soundsystem - Sound O
f Silver
28. Air - Pocket Symphony
29. California Snow Story - Close to the Ocean
30. Aqualung - Memory Man


31. Cult - Born into this

32. Jay Jay Johanson - The long term physical effects are not yet known
33. Verdena - Requiem
34. Bloc Party - A Weekend in the City
35. Josh Rouse - Country Mouse, City House
36. Clap Your Hands And Say Yeah - So
me Loud Thuder
37. Fiery Furnaces - Widow City
38. M83 - Digital Shades
39. Jason Anderson - Tonight
40. Dalek - Abandoned Languages

41. Explosions in the Sky - All of Sudden I Miss Everyone
42. Jens Lekman - Night Falls Over Kortedala
43. Feist - The Reminder
44. The Bank Holidays - As A Film
45. Aqueduct - Or Give Me Death
46. Tunng - Good Arrows
47. Orchids - Good to Be a Stranger
48. Benjamin Biolay - Trash Yé

49. Ferns - On Botany
50. Monkey Swallows The Universe - The Casket Letters

L'album dei Radiohead è sempre pernicioso ed odioso.
Le Cocorosie sono un fenomeno inutile che andrebbe immediatamente fermato prima che possa causare danni irreparabili. Vale di piu' Laura P*usini che almeno fa le cover di falco a metá.
Billy Corgan avrebbe fatto piu' figura a lasciare nella tomba gli Smashing Pumpkins, invece di infangarne la memoria con un cd patetico.
Avril Lavigne è stata pessima, tanto che già l'album costa 9,95€; per questa volta, pero', la perdóno.

Cito infine gli amici del Myspace che piu' mi hanno dato quest'anno:
-Linda Martini;
-David Fonseca, grande genio;
-Soulbizness, nati e cresciuti -tantissimo- davanti ai miei occhi;
-Mylene, un sogno bellissimo;
-Daniele coi Magpie;
-Enrico e i suoi nuovi progetti;
-Elizabeth Melody, una splendida principessa dark;
-Vancouver, ovviamente.


Ho visto parecchi concerti quest'anno, come mai nella mia vita, e solo grazie alla meravigliosa Lisbona. Cito i primi dieci.
1. Nine Inch Nails - Coliseu Lisboa

2. God is An Astronaut - Santiago Alquimista
3. Interpol+Blonde Redhead - Coliseu Lisboa

4.
Josh Rouse - Aula Magna Universidade Lisboa
5. The Gift - Casino Lisboa
6. Mi & L'Au - Zé de Bois
7. Vinicio Capossela - Aula Magna Caixa Geral de Depósitos

8. Jay Jay Johanson - Centro Cultural Belém
9.
Andrew Bird - Cinema São Jorge
10.Editors - Pavilhão Belenenses



Anche il cinema è stata una méta che ho frequentato come mai (a casa, in Calabria, il cinema non c'è...)
Film importanti, e ne avró visti un centinaio tra prime visioni e vecchie riscoperte in lingua originale, nonché profilo molto basso di Tarantino. Quindi mi fermo ai primi 5 (non tutti 2007, sul cinema non sono rigorosissimo).
1. La Vita degli Altri - di Florian Henckel
2. Hard Candy - di David Slade
3. Control - di Antony Corbijn
4. Il Caimano - di Nanni Moretti

5. As Sete Vampiras - di Ivan Cardoso



Infine, vorrei omaggiare ancora una volta Manuel Rui Costa, il piu' grande artista che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo esercitare la sua eccellenza durante questo 2007.

Di nastroni, forse, se ne parlerá piu' avanti.
Arrivederci al 2008.
In other news, Death Cab is hard at work on their new studio album. It will be in stores May 2008, but you can take a sneak peak by clicking here to watch some video footage from the studio.

martedì, dicembre 25, 2007

Pensamentos natalícios de um homen que foge

Mais uma vez, a sétima consecutiva, o meu Natal foi escuro e cinzento; mas desta vez, pelo menos, uns nevoeiros esclareceram, e muitos pensamentos e situações apareceram mais evidentes e manifestos.

Provavelmente não era assim tão preciso voltar p'ra casa p'ra perceber que isto tudo não é nada mais que uma patetica fuga...
E não era preciso tocar com mão mais uma vez as rações -confirmações- que tenho para fugir.
Mas pensei tantas vezes que a minha fuga encontra a sua inspriação num sentimento de liberdade, numa negação de mim elevada ao maximo nivel (como disse a Alessia, provavelmente sem falhar muito) para derrotar eu mesmo e construir-me de novo, no precisar de estimulos diferentes e viver uma vida intensa.
Nada disso todo.

Simplesmente, há dez anos que tento de fugir da XXX.
Há dez anos que tento de ir o mais longe possivel de alguém que entrou na minha vida e só trouxe delírios, dores, preocupações, obtendo como resposta só infinito amor e amor e amor.
E tentei em todas as maneiras de esquecer-me.
Tentei de encontra-la nos olhos das outras, tentei de encontra-la em mil e mil paixões momentaneas, tentei de encontra-la no alcól, nos paraisos artificiais, em caixinhas e folhas cheias de palavras que nunca ninguém lerá, em objectos grandes e pequenos, em mares, em canções tristes e alegras, em abraços, em viagens, em leituras, em conversas infinitas.
E ela sempre esteve aí. Aí, a dizer que eu sou isso, que sou aquilo. Que sou o que ela mais gosta, a melhor pessoa do mundo, pelo menos a mais profunda. Que tenho tanto, que não tenho que deitar-me p'ro lixo por causa dela. Que tenho Portugal, que sou inteligente e brilhante. Até disse que sou lindo e que não me merece.
E porquê não, então.

Porque não sabe. Porque eu sou quem lhe disse as palavras mais lindas nas alturas nas quais ela precisava mais, que sou o seu anjo e que sempre estive ao seu lado.
E isso é bue.

XXX ficará sempre o simbólo mais claro da minha falência. O simbolo da minha fuga do vazio que sempre tive, e que tentei encher em todas as maneiras que inventei, em todos os lugares onde eu estive; para continuar a dar voltas num círculo que trouxe-me ao mesmo ponto de partida.
Uns segundos de orgasmos, para sentir um vazio ainda maior.

E por quanto fujo, ela sempre volta, está nas minhas costas, oferece-me as mãos da morte interior, que torna-se ainda mais evidente na tristeza profunda que tenho na cara e que não tenho mais alguma ração para oculta-la. Para evita-la.
Fugindo mais uma vez.

Em Português, para cantar uma canção mais triste.
Para fechar a boca e ninguém perceber.
Porque quem percebeu, provavelmente, não precisava de ouvir isso.

Bom Natal, António.

lunedì, dicembre 17, 2007

Sempre cara mi fu la Serra da Estrela


Qualche giorno fa ho visto
Lions for Lambs, l'ultimo film con Tom Cruise in azione, con (e di) Robert Redford e Meryl Streep.
Molto brevemente, il film è una critica alla guerra in Afganistan e Iraq, con spunti interessanti e discussioni animate fra gli attori, critiche a Bush e alla guerra stessa, pericolosi richiami al Vietnam e tutto cio' che di onorevole si puo' tri
butare, anche perché la sceneggiatura non permette grande azione e in ogni caso non mi sono addormentato.
Tom è un senatore in ascesa quasi certo di fare il presidente repubblicano tra qualche anno.
Ancora una volta mi è piaciuto, il mio attore pr
eferito continua a maturare di film in film, è convincente, interpreta bene la parte, modula e rimodula la voce, usa il suo proverbiale sorriso nei momenti topici.
Qualche critica ha elogiato Cruise, sottolineando che quando vuole dimostra
di poter essere il grande attore che non è stato.
Per me che lo è stato e che continua ad esserlo, una nota di merito e un 8 pieno.



Il lavoro mi ha portato alla collezione berardo, un tizio pieno di soldi che addirittura voleva comprare il Benf*ca e che espone De Chirico e altri pezzi interessanti, dei quali posteró qualche foto tra qualche giorno (è permesso tirare scatti) -cioè quando torneró in Italia per le vacanze, quando compreró un'antennina bluetooth nuova, essendo che per l'ennesima volta l'ho persa, un coso blu di 3 cm in una stanza di 3x4 m.

L'affetto, invece, mi ha riportato a Viseu, dove ho ritrovato il solito amore, la solita amicizia, la solita ospitalità, le sempre care chiavi della felicità, il Portogallo piu' bello e desiderabile che esista.
Con Cocktail in televisione alle 4 del mattino di sabato.


Para quem terá a sorte de aqui ficar, não percas os Soulbizness na noite do 28 de dezembro, num dos bares mais importantes a nível musical de Portugal inteiro.

eu estarei pelo menos com o pensamento, e com o compromisso irrevocavel de estar na proxima.

domenica, dicembre 09, 2007

The second week of summer

"...e dopo la scomparsa della nonna, ne sono sicuro, dei miei cugini lontani non avró piu' notizie. Avranno la loro vita, le loro famiglie, la loro storia... E pensavo come probabilmente tra qualche decennio i miei figli penseranno la stessa cosa... Ed è cosí, in fondo, un ignorarsi destinato a ripetersi nel tempo, un obliarsi d'ogni cosa, un altro tassello a conferma della solitudine cosmica cui tutti siamo destinati."

Humpty Dumpty, un musicista e un amico, come sempre l'ho definito le tante volte che mi sono occupato di lui, senza mai lesinargli critiche o appunti, ha pubblicato Q.B., il suo quinto album.
Se per Eine traurige avevo parlato di decisione di uscire dalla cameretta, questa volta l'uscita è avvenuta in maniera decisa e perentoria.
Q.B. è un album pop, e pace all'anima di Syd Barrett e di tutte le aree lisergiche e sepolcrali che sentimmo quando per la prima volta ci presentò la sua musica.
Sempre piu' immediato, sempre piu' diretto, sempre meno misterioso, dalle musiche ai testi.

Tutto questo ha ragione per essere osannato, principalmente per una prima parte artisticamente di livello sublime: la principale chiave di lettura del Dumpty è di sicuro la presenza e il mutamento del basso nel corso del suo percorso musicale.
Il basso di HD è senza dubbio sempre stato tambureggiante, ossessivo, martellante. La sfida principale è riuscire ad inserirlo ogni volta in contesti diversi, colorarlo di suoni particolari o di melodie piu' o meno delicate od oscure.

Ed è l'oscurità che stavolta manca: Valentina apre l'album con la voce scura e gotica del nostro su un giro compulsivo accompagnato da scariche elettriche anni '80 possibilmente Bauhaus, e fin qui poche novità, cui invece assisteremo, in maniera drasticamente drammatica, da Caterina in poi.
Caterina è una perfetta canzone pop, un giro di chitarra acustica e una base ritmica che culla la canzone su tre accordi veloci veloci ripetuti al suono di una melodia sublimata da una delle migliori voci della storia del rock italiano, Rex, ex Sonica, che ormai è qualcosa di molto diverso da quello che ricordavamo al roxy bar nel secolo scorso.

Il terzo pezzo, l'ormai quasi storica Sai Violetta, rimodellata presa in giro di una ridicola wannabe indie starlet, è uno dei piu' azzeccati suoni che HD abbia mai concepito, e il riadattamento del pezzo, che rende il suono ora grottesco ora immaginifico, a supportare le liriche della canzone, sopratutto nella geniale variazione d'arpeggio prima del ritornello, la rende uno dei punti forti dell'album, seguita dal miglior pezzo di tutto il cd, Bobby Holiday.
Bobby è senza alcuna ombra di dubbio il ritratto nitido di una persona che mio malgrado ho avuto vicino per molti anni, e non ci sono parole migliori di quelle del nostro per definire la stupidità e la pochezza interiore di quel qualcuno che come Bobby vorrebbe essere qualcosa che mai sarà, cercando di colorare una vita che per stessi limiti naturali non potrà mai essere cio' che in realtà desidera. E musicalmente Bobby Holiday è una canzone di seventeen seconds. Chitarra, basso e batteria spaventosamente monotoni su un flanger profondo e lisergico. Ma con un'aura pop fortissima, e quindi tutto cio' che della prima produzione cure, postpunk purissimo, è stato ripreso per essere reso accessibile e meno oscuro.
E forse anche in ottica HD il figlio pop di Be No More Time è proprio questa canzone, che mi fa pensare a come da Shangai, basicamente della stessa natura e costituita dagli stessi elementi di Bobby, si sia arrivati a questo punto, si sia arrivati ad un suono completamente diverso (sono solo due anni e sembra un'era glaciale), testimonianza materiale della genailità e dell'eclettismo del maestro Alessandro, che segue una strada accidentata e che sembra virare ad ogni bivio affidandosi solo al caso, dimostrandosi comunque capace di sfornare album preziosi e di livello altissimo.

Livello che si conferma poi in Fórmica, piu' twee ed innocente, dal testo easy e dalla presenza di chitarra piu' forte, altro pezzo da Cure di Disintegration peró, fino alla tristezza epocale di Sia questo il verso.
Mamma e papà ti fottono, un testo di Philip Larkin tradotto da Enrico Testa,
togliti dai piedi dunque prima che puoi e non avere bambini tuoi. Raggelante e veritiero come la filosofia e la struttura di tutto cio' che sta alla base del progetto Dumpty, un nichilismo e un pessimismo sfrontati e cantati in uno spirito di rassegnazione che quasi spinge all'immobilismo esistenziale. HD aspetta seduto sull'orlo del baratro la caduta di questo mondo di déi di plastica, critica ferocemente la banalità e la superficialità del mondo circostante, con nessuna pace con se stesso, e quindi senza presunzioni e senza piedistalli. HD è anch'egli in caduta libera, in una forma diversa probabilmente, ma non meno drammatica o problematica di quella che accusa e che critica e che ridicolizza nei suoi testi - quasi tutti di Renato Q., e questo si vede nella maggiore ironia in generale di tutti gli scritti. Alessandro è piu' pessimista e spietato, forse piu' sessualmente turbato, Renato piu' delicato e caustico. Ma i sentimenti sono uguali.

Un genio rompicoglioni, che cresce negli anni e nei suoni, che cambia e si rinnova manentendosi sempre allo stesso livello, ma al quale ancora una volta mi sento di muovere lo stesso appunto di sempre: arrivato a un certo punto, HD comincia a specchiarsi su se stesso, a dirsi "quanto sono bello, come sono bravo".

E la caduta inizia proprio con Gerani, uno dei pezzi che invece sembra siano piaciuti piu' di tutti. Gerani sembra una canzone fatta apposta, troppo forzata e ripetitiva, breve ma niente a che vedere con l'intensità tipica cui ci ha abituati; come Per Noi, sicuramente il pezzo che piu' ricorda Faust'O, poteva conoscere una storia diversa se meno riempito di arzigogolamenti o orli di pizzo dei quali, davvero, non vedo il bisogno; o come il Week-end necrofilo, che sembra uscita dalla colonna sonora di un B-movie horror brasiliano. Barbablú, i sonic youth mbriachi con Noel Gallagher alla chitarra.

Un album , come sempre, per concludere, importante e di una bellezza infinita, sopratutto all'inizio, molto migliore di Eine traurige, che porta HD su nuove sponde, che lo fa approdare a nuovi suoni, che gli conferisce lo status di musicista maturo ma sopratutto di genio a tutti gli effetti, essendo la quinta opera diversa da tutte le altre e la piu' vicina all'accessibilità pop cui forse il nostro aspira.
Ma forse. Il prossimo sarà un altro destabilizzamento. Humpty gioca con noi, e noi continueremo ad essere bravi nel seguirlo nel suo gioco.


Ho visto due film divertenti e significativi, questa settimana, Mortea Domnului Lazarescu (la morte del signor Lazarescu), romeno, di Cristi Puiu e Luci nel Crepuscolo di Aki Kaurismäki. Entrambi molto tristi e solitari, squallidi e neorealisti. Tra le migliori produzioni -guarda un po', low cost- dell'anno.


Tra qualche giorno sará tempo di giudizi universali. E io non ho idea di cosa scegliere come punto di partenza.
Il titolo del post è una canzone dei Settlefish. Il nuovo album, mi perdoni B. Germano, continua purtroppo a non dirmi niente.

domenica, dicembre 02, 2007

Io, Fernando Pessoa e Humpty Dumpty

Qualche giorno fa (per la precisione in 26 del mese scorso) ho visto Josh Rouse all'Aula Magna dell'Università di Lisbona esaurita (i portoghesi amano Rouse).
Il concerto, aperto da un discutibilissimo duetto spagnolo orribile e orrendo dalla prima all'ultima nota tanto da scatenare l'ilaritá del pubblico al terzo attacco uguale, mi è piaciuto moltissimo, per quanto di Josh Rouse conosca bene qualche pezzo antico e il resto sono solo stati ascolti superficiale principalmente tratti da compile, ainda por cima.
Band eclettica quasi blues e neofolk a tutta forza, per un artista serio, simpatico e dalla voce suadente ed intonata. Un bel racconto per una piacevole notte, e per quanto sia stato stroncato dalla critica musicale a me l'ultimo album è fondamentalmente piaciuto. O forse no, non mi ricordo, ma il concerto è stato ben profondo e coivolgente.



Mercoledí sono entrato per la prima volta nella mia vita allo stadio da Luz.
Impressionante, per quanto da fuori sia orribile, da mettere la pelle d'oca, in curva di fronte a Rui Costa che salta Bonera-Nesta-Gattuso con una finta e 40 anni sulle spalle, accarezzando la palla ad ogni movimento, senza che sia cambiata una virgola della suprema classe che vidi nel lontano 2000 a Reggio Calabria. Senza dubbio il piu' forte giocatore che abbia mai visto dal vivo, e pazienza per tutti, a partire da Zizou per finire al grandissimo Pirlo che lui sí che meritava il pallone d'oro e Cristiano Ronaldo, funanbolo circense.
Una nota di demerito va invece al mio amato Sporting, che in curva oggi ha esposto "onore al camerata Gabriele" testuale e in campo tricolore.
Una volta il made in Italy che si esportava erano la Ferrari e la pasta Barilla.

A proposito, gran girone. Sono veramente contento. Volevo i forti e così è stato.

Del fine settimana voglio solo ricordarmi in piedi sulla sedia della statua di Pessoa a recitare poesie in italiano a 5 portoghesi, reggendo in mano una birra e un panino.
Uno dei momenti piu' divertenti della mia vita, presumo; e fin quando riuscirò a ridere di me stesso 'ncia pozzu fari.

In Avenida da Liberdade la Câmara Municipal de Lisboa ha speso 290000€ per esporre la collezione Love di Robert Indiana (forse per non rimanere indietro rispetto allo Stato luso, che ha comprato un tintoretto per 1,5 milioni di euro con la giustificazione del ministro della cultura volevamo fortemente esporlo), una serie di numeri di legno di dimensioni enormi che intralciano i marciapiedi.
Magari mi manca la sensibilità per capire, ma con tutto quello che c'è da fare per ravvivare questa città, per sostenere un servizio pubblico che è una piaga (e sciopero già fatto venerdì), per rimodellare metro e altri spazi tipo Av 5 de Otubro o tutta Almirante Reis, mi è sembrato uno spreco assurdo.

Il nuovo di Humpty Dumpty è uscito il 3 dicembre.
Questa volta mi ha spiazzato di brutto.
Non scriverò di getto, come uso fare con lui, senza prima aver capito davvero.