As câmaras da memória

Diario di un(o che continua a confermarsi un) antieroe
Vortici di pensieri disordinati: un italiano che ha anche vissuto a Lisbona, ma non per fare l'er*smus
"La vita per te é solo un pretesto per scrivere a ruota libera" (simon tanner aka humpty dumpty)
"Io lavoro, eri tu quello che faceva cazzate!" (Franca)

venerdì, settembre 30, 2005

Io credo a una maledizione


Edit: modifica del post di stanotte, scritto da ubriaco.

Mi rendo conto che potrei tranquillamente morire oggi.
Dopo venticinque anni, ho avuto un'infanzia schizofrenica, sono stato sensibilone, sono vissuto in un paesino dal controllo sociale elevatissimo, ho fatto le scuole elementari con gli amichetti del cortile- il 60% sono andati via-, le medie con gli amici dell'azione cattolica (eh sì, ho fatto l'azione cattolica)- nel frattempo moriva il prete che mi ha trasmesso i valori che ancora oggi animano il mio agire-, e il 70% è andato via (tra cui la superpheega che s'è rifatta il naso- ci hanno preso tutto)- ho suonato in diversi gruppi, mi sono esibito davanti a 10 mila persone, ho visto i Cure dal vivo due volte, ho visto Chris Cornell, ho visto i Litfiba (quando ancora erano i Litfiba), ho avuto la ragazza seria, l'ho fatto per la prima volta a 16 anni con una sconosciuta, ho avuto le storielle, ho avuto quella che non me la darà mai, sono salito in aereo, mi sono ubriacato, mi sono drogato, mi sono iscritto all'Università, mi sono laureato, ho avuto la moto, ho avuto la macchina, ho la chitarra nuova, ho visto morire i Baustelle, ho visto Blade Runner, ho avuto il mio migliore amico, ho avuto il mio peggior nemico, il peggior amico e il miglior nemico, ho visto la Reggina in serie A, ho avuto il cappotto di pelle nera sotto le ginocchia, ho sentito Jewel dei Cranes alle tre del mattino.
Ho persino visto l'Inter vincere uno scudetto.
E' scritto, in quelle mani.

E adesso? Che altro?
Mi pare di essere in stand-by

Sono morto.
Sono morto e lo so.

martedì, settembre 20, 2005

Junk memories.


Ho ascoltato molto oggi il nuovo cd dei Bellwether, opera definita da molti semplice 'folk'.
Mi permetto, attingendo a piene mani dalla mia proverbiale incapacità a collegare gruppi e band e tendenze fra loro, a definirli vicini ai Kings of Convenience e a tutta quella roba un po' così che sta venendo fuori in questo periodo.
Beh, nulla di nuovo, ma apprezzo profondamente.

Nel frattempo passano giorni di relativa tranquillità: certo, mi ha angosciato riordinare la mia stanza, perchè dopo una decina d'anni (sì, una decina d'anni) riaprire cassetti chiusi a chiave con oggetti che erano dimenticati, material- e figuratamente, significa riprire ricordi, ferite, gioie, turbamenti, vie di mezzo, salti in avanti, paure (on air, Dad dei K's Choice... bah...); significa ripercorrere stati dell'animo che parevano per sempre obliati nelle età passate; significa comprendere quanto di ogni secondo vorresti (on air, It won't Hurt dei Magic Numbers, niente male questo grupppetto, per quanto già targato MTV: ma spesso la qualità passa pure per certi canali) tenere almeno una virgola, e sapere dopo 20 anni che quella virgola è ancora lì, che qel giornaletto che ti appassionò lo porterai sempre con te, che puoi custodire ogni (on air- Cranes, Light song, no words, only love) immaginata fantasia e sapere che puoi riprenderla, giocarci, innamorarti di essa ancora una volta. Riavere la brama di ogni singolo pomeriggio davanti a quattro libercoli inutili, la paura del domani o del momento successivo, la carezza di una madre ricurva a chiedere a sé stessa e forse anche a te quale strada sarà da percorrere e quale no.
A piangere in silenzio, uno stereo acceso perennemente e in guerra col mondo.
Ma anche pace interiore, superficialità mascherata da un senso profondo di immane catastrofe, letterine di persone dimenticate, cartoline di viaggi perduti nella memoria.
E' dura infilare tutto in un sacco e portare via.
Ma lo fai.
Cosciente che hai premuto 'svuota' nel cestino della tua mente.

'Elimina tutti gli elementi selezionati?'
Sì.

On air, He wasn't di Avril Lavigne.
Non chiedete, non lo so.
E' molto carina, è ridicola, piace alle ragazzine ridicole che non sanno una mazda di punk, new wave... che non hanno gusto nel vestire, che sono in lotta coi genitori per sentito dire, che sono superficiali.
Come quelle oche di miss Italia che sono solo patetiche.
Signorine in vetrina.
Belle, ah? Belle da morire.
Ma che palle. Cretine certificate, tutte universitarie o quasi(ed è questa la cosa preoccupante): sono finiti i tempi de quella là che è arrivata dietro la Capua e mò fa la professoressa universitaria a Chembrigg.
Ma dai.
Specchio dei tempi?


Ho paura di aver smesso di lottare, il non far nulla, l'attendere chiamate, il progressivo distacco dal mondo reale mi rendono assolutamente incapace di contrastare certi schifi.
Uomini contro i Pacs, legati a logiche medioevaliste. A che pro?
Atavica incapacità italica a svilupparsi
E' l'àncora vaticana priva di qualsiasi capacità di guardare oltre, avanti.
Umanità scarsa.
Non me la prendo più.
Che afccia ognuno ciò che vuole.
Sono colpevole anch'io, lo so.
Ma è un malessere diffuso, se vedi concretamente che sei scavallato da gente infinitamente peggiore di te sol perché non hai l'amico, il parente, perché non ti sei venduto, perché non frequenti la gente giusta, i giusti giri.
E allora, chi se ne sbatte. Vivo questo momento, tra noia e dolore (cit.).

Sono a tratti tremendamente ironico.
Tipo verso la mia Reggina.
Ah, non dico altro.
Sono così volubile.
Ecco, a tal proposito, trovo molto bella 'Cuore di tenebra', che chiude l'album dei baustelle (on air, Lost, Autumn's Grey Solace).
Molti errori di valutazione nel mio post sulla malavita, quest'album sta raggiungendo vette inaspettate.

Andrò a guardare un film: dopo Strange Days per mesi, sono passato alla visione coattiva di Blade Runner.
Sono un nostalgico, come si diceva altrove.

lunedì, settembre 19, 2005

Perchè...


...poi uno si chiede: come fa gente come i Death Cab for Cutie, i Pernice Brothers, i Teenage Fanclub, a tirar fuori album nuovi sempre emozionanti, mai banali, appassionati, delicati, martellanti, indimenticabili, autoreferenziali che non annoiano?
E' per questo che uno continua a vivere di musica.
Mentre le ossessioni le reprimo e c'è chi me le re-impone.

Bah, farò un post su ciò he ho buttato via.
Su quello che mi interessa in questi giorni.
Su quello che leggo.
O forse no.

venerdì, settembre 16, 2005

Madre

Quanto sono ubriaco.

sabato, settembre 10, 2005

L'estate è finita, per sempre è finita, almeno per me


E pensare che avevo fatto di tutto per laurearmi entro fine luglio, per godermela tutta, quest'estate.

Insomma, alternativamente noiosa o paranoica questa 'summer 2005'.
Un po' banale nelle successioni di avvenimenti: la solita storiella tramontata (record dei record per me- che me le trascino per anni) dopo venti giorni, villeggiatura di soli 7 giorni, andata e ritorno da Soverato troppo spesso, niente Tropea (altro record, dopo 24 anni), niente fuochi artificiali a chiusura di festa patronale (e questo non me lo perdonerò mai) , una noia assurda, un alcolismo tremendo, quaranta sigarette al giorno (e dovevo smettere).

Di positivo c'è stato solo l'aspetto musicale, questo sì, mai avuta un'estate così 'full' di gruppi che mi garbano: 31 Maggio Offlaga Disco Pax, poi Afterhours, Cure, dEUS, e chiusura ieri sera con Antonellina Ruggiero (foto).

Due righe sulla sua esibizione di ieri: era una serata organizzata da una radio locale; prima Davide De Marinis (che mi ha riportato a quando stavo con L., con una canzone vecchia che non sapevo manco fosse sua. Di colpo, d'improvviso, è partito e mi ha riportato a quattro anni fa, quando mi facevo i miei onesti 180 km in treno per lei e nostalgie senza rimpianti. Che ceffoni)-che non nonchalance chiedeva ai giovani di comprare il suo cd e sopratutto 'chiedete la mia canzone in radio', praticamente una puttana, poi quello di 'tua nonna è un'astronave'; poi Linda, una supergonfia chicazzé; poi uno che si chiama Simone Chicazzè; gli Equ Chicazzé; due smandrappone che cantavano 'in alto mare' (quella roba che mandano in discoteca)- sentita un miliardo di volte, almeno so chi la canta; e infine la Ruggiero.

Per vederla (e filmarla) mi sono sorbito per due ore questa merda (si aggiunga che a lato avevo uno sbarbatello che urlava offese impronunciabili all'indirizzo di Antonellina, taciuto da un mio augurio altrettanto irripetibile di immani sciagure per sé e la sua famiglia): mai attesa fu ripagata con altrettanta soddisfazione. Sono uscito di casa cantando 'Amore Lontanissimo' e l'ha fatta. Poi 'Ti sento', poi 'Vacanze Romane', poi la cover di 'Mi sono innamorato di te' di Tenco, e infine la sue ultima 'Echi d'Infinito'.

Antonella Ruggiero risveglia in me passioni e ricordi straordinari, al di là dell'epoca Matia Bazar.
Quel cd di collaborazioni, Registrazioni Moderne, l'ho consumato negli anni universitari- corsi, amori, esami, illusioni, spensieratezza se guardi indietro, amicizie, giri in auto, ragazzine davanti scuola: è un ideale anello di congiunzione tra i miei ascolti alternativi del cazzo e quelli più 'sputtanati'.
E' brividi sulla pelle ad ogni acuto, è una classe cristallina legittimamente ostentata, è un adorare silenzioso.
Appagante, davvero. C'è chi la definisce stucchevole, forse lo è: però non mi ha mai annoiato, anzi.
Dal vivo una resa spettacolare: inutile aggiungere che era l'unica a cantare senza base registrata. Solo un tastierista e dunque interpretazioni particolari e più 'intime', minimali, dei suoi successi.

Chiude dunque un'estate particolare, ripeto, paranoica, ossessionata da dubbi e poco sonno, inquietudini inspiegabili. O spiegabili solo con questa chiave: volevo divertirmi per forza.
Perché era forse l'ultima estate in cui avrei potuto spassarmi senza lasciar nulla di intentato, senza privarmi di nulla, senza avere limiti, di tempo o legami varii, devastandomi, come si dice.
Preso da questa foga, non l'ho fatto.
Simbolicamente, è tutto inutile?
E' l'inizio della fine?
Tempo perso.
Ancora una volta.

Stasera fan la notte bianca a Reggio Calabria.
Andarci, per morire ancora una volta?
Anche questa sera?

lunedì, settembre 05, 2005

La rivoluzione tascabile


No, non è il titolo stropiato dell'Offlaga album.
E' il nuovo dei dEUS, sul quale mi sono già ampiamente espresso, e che mi ha totalmente conquistato.
Sono stato a Palermo per andare a vederli, sabato. Più di 700 km, ma ne è valsa parecchio la pena, da rifare senza titubanze.

Palermo è molto bella, questa volta ho avuto un po' di tempo per visitarla.
L'unica cosa che non ho capito sono state le foto di LaChapelle attaccate ovunque nel quartiere ove s'è tenuto il concerto. Donne nude su donne nude: lungi da me discorsi moralistici o bigotti, ma in una zona come la Kalsa che è antica e dotata di un fascino unico mi sembra stonino.
Esilarante la guerra nata tra un condominio di via Alloro e la giunta comunale: in pratica gli abitanti del Palazzo si sono visti imbastire una mostra nel proprio stabile; fin qui niente di male, apparentemente, ma il problema si pone nel momento in cui han fatto una specie di ristorante nella zona in comunione forzosa.
Foto meravigliose di pubblica accusa stampata su lenzuoli enormi.
Per la cronaca, la mostra è inutile e bruttissima.
Miriadi di darkettoni in una piazza del centro.
Un paradiso di tenebra.

Arrivo al concerto molto presto, non c'è nessuno. Devo dire che la location non è niente di eccezionale; ok, la zona è molto caratteristica e successivamente sarà riempita da migliaia di persone, ma un piccolo palco di fronte a un prato mi sembra troppo poco: io stesso nella mia ridicola pseudo carriera di pseudo musicista ho avuto di meglio.

I dEUS sono sul palco, stanno facendo il sound check. Pazzi come me li immaginavo. Fanno if you don't get what you want e W.C.S., con mio sommo sbigottimento basso campionato.
Poi si fermano un po' a parlare. Credo che in questo momento in Piazza Magione ci sia soltanto io a conoscerli.
Per quanto mi riguarda, è meraviglioso, potete intuirlo. Enormi pipponi sulla scena indipendente belga.
Parlo un po' dei Soulwax con Stéphane Misseghers, il batterista ex della band, poi chiedo notizie sui K's Choice e sulla Sacrés Belges.
Ah, come vorrei esser nato in Belgio!
Mi trattengo un po' di più col cantante-chitarrista Mitsoobishi Jacson (nome d'arte, in raltà è Mauro Pawlowski, chiamato da qualcuno 'idolo dei giovani alternativi fiamminghi', ex Evil Superstars), mi dice che l'uscita del disco sarà ritardata, e in serata non lo venderanno.

Prima dei dEUS si esibisce un gruppo di tre svedesone, belle come un raggio di sole. Siamo in prima fila e facciamo parecchie foto.
Però una lagna devastante.
Si chiamano Midaircondo, han suonato pure al sonar a Barcellona. Voci notevoli (modulate à la ultima Bjork, quindi bleah!) ma noise portato all'estrema potenza. C'è una con il sax e tutt'e tre armeggiano con un mac.
Insopportabili.
Però meravigliose.
Più tardi vi dò il link dell'album di foto.

Meno male che si levano presto dalle scatole, e i dEUS salgono sul palco alle 23 circa (tra le Miportiilconto e i belgi mettono su le prime tracce di Three Imaginary Boys).
Pazzi. Totali.
Si vede che all'inizio sono un po' freddini, è da tanto che non si esibiscono live, e iniziare dopo 4 anni un tour credo sia comunque difficile.
Tom Barman è sempre un frontman eccezionale, si muove, balla, urla, cantilena, schitarra.
Dice in italiano stentato: "Bonasera, è il primo concerto dei dEUS del 2005"
Partono con what we talk about, mi sembra, dopo due accordi sbagliano e fa "questo è il primo ERRORIO del tour del 2005"
Riprendono e dice "ecco il secondo concerto dei dEUS del 2005"!

All'inizio sono freddini, dunque: la band è rinnovata e credo sia fisiologica l'assenza di totale intesa sul palco.
Poi però cominciano a darci dentro: Suds and Soda, WCS, qualcuna di 'in un baro sotto ili mari' (fa morir dal ridere a sentirlo in italiano) e interpretazioni molto rockeggianti. Il nuovo cattura parecchio, mi sono già espresso in merito.
Però mi è sembrato che sui nuovi pezzi la risposta del pubblico non sia stata eccezionale: lo stesso Barman se n'è accorto e l'ha ammesso dal palco.
Un gran concerto di energia allo stato puro: ottime chitarre distorte con escursioni noise (non esagerate), inconfondibili ballate come the real sugar, una miscela esplosiva.
Barman scatenatissimo e Jacson veramente straordinario, una voce fuori dal comune. Batterista precissimo, il tipo col moog suona il violino a mò di basso; unica nota di biasimo per il bassista, un po' troppo scarso.
Chiudono con Bad Timing dopo circa 2 ore.

Pian piano hanno coinvolto tutto il pubblico, considerate le attenuanti da prima esibizione insieme direi che il concerto va ben oltre la sufficienza.
E sull'album nuovo, la rivoluzione tascabile, non posso che essere benevolo: ho già detto che l'ho trovato maturo senza perdere l'eccentricità che li caratterizza.
Una line up ottimale, tra l'altro: se non è il meglio dal Belgio (conoscete il mio amore per le petit royaume) ci siamo vicini.

Amplificazione scarsa, ancora mi fischiano le orecchie, infatti rovinano bad timing alla fine.
Ero molto ubriaco di birra venduta a prezzi più che socialisti.
Moltissime adorabili ragazzine, conquistate da Barman quasi subito.
Ho perso la spilletta rosa degli Afterhours, poca trota.

Qualche foto. Come sempre sono scarso a manetta.
Perdono.
Il male lo faccio più a me.