Come l'indimenticato (nel bene, nel male, fate voi) illustre defunto mio concittadino fece d'uno storico comizio dell'86, intendo intitolare questo post dedicato a chi sa di cosa parlo e riferentesi a determinate persone che nel corso degli anni avendo subito pesantemente l'incapacità di uno sviluppo autonomo della propria mente, dovuto certo alla ristrettezza di una moralità caduca generalizzata, non avendo a disposizione una vita propria (o forse, avendo profonda vergogna della propria vita) stanno ad interessarsi della vita degli altri.
La mia intelligenza, brillantezza, onestà, correttezza, probità e rettitudine (mi si scusi, per l'autopompino, ma la cosa si rende necessaria dato lo svolgersi di determinati fatti) sono fuori discussione non in quanto certificati da una qualche istituzione civica o dal parlare degli altri, ma da eventi incontrovertibili e assolutamente eloquenti.
Allora dunque, telefonate del genere ad una donna manifestamente fragile atte a minare la sua integrità sono proditorie e insensate, sono lesive della mia vita privata (sopratutto se fatte alle mie spalle), sono vomitevoli e spudoratamente ridicole, ma sopratutto servono a cosa?
A insinuare dubbi? Ché se anche fosse che io proceda a 25 anni (e quasi alla pensione, cit.) ad usi e abusi non credo che un qualche rimprovero possa distogliermi dal perseverare lungo una certa strada. E poi, dopo gli eventi accaduti in questa sperduta landa ai piedi dell'Aspromonte, accusare in questo senso una persona risulta risibile: sporgete denuncia, insomma, e che si indaghi, perdio.
A destabilizzare una situazione familiare? Che sia florida, saranno anche cazzi miei (anzi, nostri), non vedo il motivo per sbandierarlo o per giustificarmi, ma non conoscendo l'immagine che diamo al di fuori di queste quattro mura, ma conoscendo l'immagine che ho delle altre situazioni, debbo mettermi a pensare ad invidie e piccolezze dell'animo umano? Non certo questo sarà a stupirmi, anche se pesantemente mi convinco che la chiave di lettura principale sia questa.
A denunciare una qualche violazione di norme condivise? Non vedo quali. Sarei già stato escluso (o autoescluso, non accettando la morale comune- durkheimianamente parlando) dalla vita sociale. Mi sembra che in questo paese io ci viva alla grande no?
Che poi, bastava leggere meglio per capire. Ma non pretendo che gli imbecilli comprendano.
La cosa peggiore è l'origine: il marcio, la piccolezza e ristrettezza viene dai soliti 'insospettabili'.
Qui io scrivo con nome e cognome (e immagini, pure). Non ho vergogna delle mie opinioni e delle mie azioni, dei miei pensieri e dei miei sentimenti, della mia vita interiore ed esteriore. Tanti concittadini (e il 90% dei miei conoscenti) hanno questo indirizzo, si complimentano con me o mi criticano costruttivamente, non commetto nessun reato a scrivere di ciò che voglio e di cui mi assumo personalmente ogni responsabilità. Tutti i miei amici lo hanno.
Il cerchio si restringe. E sì, è quello che starete pensando.
Chi cazzo avete pensato di scandalizzare? Che cosa avete denunciato?
Avete solo avvelenato inutilmente e ulteriormente una persona che di me non dico che deve andare fiera ma potrebbe benissimo farlo, e non perché porto con me elementi del DNA di Einstein e nemmeno di Robert Smith, ma perchè la mia normalità mi permette di stare nella schiera degli umani con rispetto e corrispondenza. Questa persona ha altro a cui pensare, e anzi le mie parole qui non la toccano, non toccano lei, non toccano voi sopratutto (quindi, fatevi i cazzi vostri) e non dovrebbero interessarvi.
Sono fuori dai subumani.
Direte, lettori non direttamente interessati, e allora perchè questo enorme pippone?
Perchè la misura è colma. Di questa gente ho sempre tentato volentieri di fare a meno, ma la persecuzione accecata da chissà quale distorto sistema personale o illogico percorso mentale me la rimette fra i coglioni ad ogni piè sospinto. Avete tirato in ballo la mia famiglia per provocare che?
Provate a leggere un libro, ad ascoltare un buon disco, a seguire uno sport, ad andare a fare pic-nic in giro, a vivere.
Provateci.
Vedrete che a vivere la vita degli altri vi disabituerete, e proverete finalmente emozioni.
Potevate dirmelo in faccia. Ma non avendo elementi d'accusa non avreste avuto il coraggio di guardarmi e dire 'cose'...
Potevate scriverlo qui.
Potevate mandarmi una mail.
Ma tirare in ballo mia mamma, davvero, vi ridicolizza da soli.
(a giorni vi arriveranno le mie analisi del sangue)
Con immutata disistima.
"Cosa vuol dire avere
un metro e mezzo di statura
ve lo rivelan gli occhi
e le battute della gente
o la curiosità
di una ragazza irriverente
che si avvicina solo
per un suo dubbio impertinente:
vuole scoprir se è vero
quanto si dice intorno ai nani
che siano i più forniti
della virtù meno apparente
fra tutte le virtù
la più indecente.
Passano gli anni e i mesi,
e se li conti anche i minuti,
è triste trovarsi adulti
senza essere cresciuti;
la maldicenza insiste,
batte la lingua sul tamburo
fino a dire che un nano
è una carogna di sicuro
perché ha il cuore toppo,
troppo vicino al buco del culo.
Fu nelle notti insonni
vegliate al lume del rancore
che preparai gli esami per
diventar procuratore
per imboccar la strada
che dalle panche d’una cattedrale
porta alla sacrestia
quindi alla cattedra d’un tribunale,
giudice, finalmente,
arbitro in terra del bene e del male.
E allora la mia statura
non dispensò più buonumore
a chi alla sbarra in piedi
mi diceva: 'Vostro Onore',
e di affidarli al boia
fu un piacere del tutto mio,
prima di genuflettermi
nell’ora dell’addio
non conoscendo affatto
la statura di Dio."
F. De André, 'Un Giudice'.